One night in Grifondoro: il salame e l'uomo nero



Hogwarts sanguinava. Dobby era divenuto un elfo curioso e il preside Albus era diventato effettivamente Silente. La Mcgranitt intratteneva relazioni epistolari con lo gnomo che viveva nella barba di Agrid. Ron ed Hermione tentavano di scoprire cosa avessero in comune con una trivella texana per il petrolio.
Hogwarts sanguinava anche senza avere le sue cose. Hogwarts avrebbe presto visto lo scontro del secolo. Una battaglia tra il pene e il male. Una battaglia tra Grifondoro e lo Sventra papere.
In questa storia Hogwarts è situato a Piacenza e il nostro Harry è in realtà la nostra Harry, anzi, la nostra Harriet. Harriet è una ragazza bionda e timida come Bambi dopo che gli hanno seccato la madre a tradimento. Il più leggero sussulto, il più vago alito di vento sono più che sufficienti per farla scomparire. Tuttavia Harriet era bella. Capelli biondi e fluenti caracollavano giù per le sue spalle sottili. Ogni tanto nel sistemarsi i boccoli, abbozzava tre quarti di sorriso. Un sorriso delicato, quasi francese, bello. Lo si poteva solo intuire come un sussurro, una preghiera o la più sacra delle invocazioni carnali.
Harriet proveniva da una celebra famiglia di falconieri piacentini. Sua Padre Falco Malfoy aveva ereditato la scuola di addestramento per “Falconi che vogliono imparare a leggere e a fare anche una cifra di altre cose utili”. La madre, Anna Falchi, era un’ex modella che aveva tentato di sfondare nel mondo del cinema, capendo ben presto che sarebbe stato meglio dedicarsi ad altro. Figlia unica, la nostra Harriet capì molto presto di avere dei poteri sovraumani. All’età di 10 anni, quando divenne donna, riuscì a far arrivare il tampax, dalla dispensa al bagno, col solo potere del pensiero. Quando lo raccontò ai genitori essi dopo presero una decisione unanime: chiamare lo zoo. No scherzo. Il padre, da uomo responsabile qual’era, abbracciò la moglie e decise di iscrivere la sua unica, amatissima, figlia ad Hogwarts (scuola per pesce gatti e altri crostacei che vogliono prendersi delle rare ramate).
Appena arrivata, Harriet fu vittima di una tragica casualità. Fu infatti scoperta dal gattaro della scuola, il Signor Gaza Gascoigne, mentre si accoppiava col cappello parlante nel bagno dei professori. Il gattaro restò talmente sconcertato da quell’accoppiamento che riuscì solo a riferire di aver udito il cappello sbraitare: “Sì Grifon così, così, gioca con la cappella del cappello”. Ragazza timida eppure estroversa la nostra Harriet, ormai nota come Grifon.
Fortunatamente il suo concedersi le portò in dote il fatto di divenire effettivamente una Grifon d’oro.
Nel corso dei primi sei mesi si accoppiò con almeno 4 dei tre fratelli Weasley (incredibile…moltiplicava la gente, che ragazza  magica). Ebbe relazioni anche con: un troll, un brucaliffo, un transformer e almeno tre delfini volanti di Keith Haring. Fece inoltre una gang bang con Piton ed Hagrid, riuscendo a scoprire perché Piton si chiamasse, effettivamente, in quel modo.
Grifon non era solo: fornicazioni e vocina stridula. E’ difficile per chi scrive, rendere l’anima di una persona che viveva in gesti solo accennati. Aveva leggerezza di tocco e non mi riferisco al tocco del membro (non solo a quello per lo meno). Aveva delle venature davvero poetiche. Più di una volta pensai di poter perdere la testa per lei ma poi mi si concesse e dovendo mantenere alto il mio nome smisi di pensare a un futuro già sbiadito.
Grifon aveva una cicatrice (a forma di salame in un corridoio) tatuato sulla chiappa destra. Era il tatuaggio che il suo acerrimo nemico le aveva impresso da piccola quando, con la scusa di mostrarle la propria collezione di farfalle, aveva tentato di ucciderla. Lei era sopravvissuta ma ora portava il segno del salame.
Era solo questione di tempo prima Che Grifon e l’uomo nero venissero di nuovo a confronto per quello che sarebbe stato lo scontro decisivo.
Dopo le travolgenti avventure di: “Grifon e la supposta filosofale”, “Grifon e lo stanzino dei segreti”, Grifon si fa un tizio di Azkaban, “Grifon gang-bang con tre maghi”. Ci fu poi la parentesi nel mondo del porno-animale con “Grifon sollazza la Fenice”. Poi torno al sentiero già tracciato con “Grifon perde mezzo sangue col principe”. Fino ad arrivare a oggi, all’epilogo: “Grifondoro e i doni dell’uomo nero”.
C’è infatti un’antica leggenda che racconta di un uomo nero. Quest’uomo nero, un giorno, incontrò tre ragazze con le quali trascorse alcuni momenti di intimità. Finito l’incontro, l’uomo nero decise di concedere ad ognuna di esse un dono. La prima scelse il rossore così da non dimenticarsi mai di quella notte di passione. La seconda decise di dimenticarsi come ci si sedeva così da non scordarsi mai, anch’essa,di quella magica notte. La terza invece chiese del gel per lenire i dolori dovuti all’atto e tornare alla propria vita. Grifon era questa terza ragazza. Era riuscita a tornare alla propria vita e, a parte il salame nel corridoio, non portava altri segni di quella notte.
Mentre dormiva, facendo un sogno di una notte di mezza estate, Grifon fu svegliata da un cigolio sinistro che proveniva da dietro la parte della sua camera. Due piedi erano fermi innanzi alla porta.
Grifon chiamò telepaticamente Ron ed Hermione ma dopo essersi presa un vaffanculo telepatico, raccolse tutto il proprio coraggio ed urlò: “Chi diavolo sei ?”
Una voce sinistra e profonda, addirittura più sibilante della sua, rispose: “Dovresti saperlo Harriet Grifondoro”.
“Sei il signore oscuro ?
“Sì, sono l’uomo nero.”
“Sei…sei proprio tu.”
“Sì sono io, Battista lo spogliarellista”.
Grifon fece qualcosa che non aveva mai fatto e che non avrebbe mai più fatto in seguito: affilò il proprio gomito e poi corse incontro al nemico urlando come un vichingo.
Quella sera ci furono lampi e fulmini. Fuochi e tempeste. Uragani e tsunami. Membri che entravano in altri membri, poi in gallerie, in corridoi, in orifizi e in buchi. Grifon non si risparmiò, rispondendo colpo su colpo.
Alla fine quando il pathos era al massimo e l’uomo nero pensava di aver fatto capitolare Grifon nell’oblio del piacere da cui non si ritorna, Grifon sorprese tutti e utilizzò un incantesimo ormai decaduto che solo i maghi più celebri conoscevano: lo squirt. Appoggiò le mani una contro l’altra e all’urlo di: “Potere del cristallo di squirt vieni a me” spruzzò un santissimo getto di piacere che inondò l’uomo nero, la stanza e Hogwarts tutta, liberandoci dalla minaccia fantasma.
Grifon adesso era una donna nuova. Continuò il suo percorso di studi e divenne una strega a tutti gli effetti. Costruì una famiglia ed ebbe un bambino che chiamò Harry. Se tutti voi siete cresciuti senza la paura dell’uomo nero sapete chi ringraziare.
Grifon visse felice e contenta col suo salame tatuato di cui non spiegò mai l’origine al marito. In fondo ogni ragazza ha il proprio periodo “burrascoso”.
Chi sono io ? Secondo voi Grifondoro con chi l’ha fatto Harry ?...No scherzo coglioni, io me la sono sapientemente schiombata una sola volta al college, ad Hogwarts.
Quanta magia, quanta Grifondoro. Resta un sorriso ben celato, come la verità su questa storia.
A ognuno il proprio.


Fine
JL

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