Scrittore, Dio e codardo





‘E quindi..scrivi.’
‘Ci provo.’
‘A scrivere ?’
‘A fare un po’ tutto direi ma a scrivere in particolare.’
‘E ci riesci ?’
‘E chi può dirlo ?’
‘Tu ad esempio..’
‘Sarebbe un giudizio vagamente di parte.’
‘Autoreferenziale, al massimo.’
‘Già che è un po’ come dire la stessa cosa.’
‘..Dicendola meglio..’
‘E sia.’
‘Bhè comunque il quesito resta..’
‘I quesiti sono fatti per restare. Quasi tutti. Quasi sempre.’
‘E quelli che appassiscono ?’
‘O avevano fatto il loro tempo o più semplicemente non avevano la stoffa per restare.’
‘Ma quando il quesito capitola l’uomo fa un passo in avanti.’
‘Davvero ? E quanti passi in avanti abbiamo fatto per arrivare così indietro ?’
‘Nichilista ?’
‘Il giusto.’
‘Pessimista ?’
‘Questione di buon gusto.’
‘Bhè si può sapere cosa sei ?’
‘Sentimentale. Romantico, direi, ma negli ultimi tempi sto intrattenendo frequentazioni con il realismo.’
‘E come procede ?’
‘Procede. Punto.’
‘Ho capito ma come ?’
‘Sulle proprie gambe.’
‘Beato te.’
‘Di beati e dannati ne è pieno il Paradiso.’
‘Si vede che a forza di stipare gente all’interno avranno dovuto affittare anche le mansarde di sopra.’
‘E’ faticoso ?’
‘Che Cosa ?’
‘Fare finta che non te ne freghi un cazzo. Che tutto scorra così, per caso. Per inerzia. Placidamente.’
‘Non credo che, anche facendo finta, potrebbe essere faticoso ma nel mio caso specifico, essere così mi provoca un certo dolore e al contempo una stato di imperturbabilità dell’anima.’
‘Come si chiama ?’
‘Chi ?’
‘Quella o quello che ti hanno ridotto così.’
‘Sei fuori strada. Io parlo dell’uomo e della donna. Se dovessi fare i nomi che mi hanno condotto qui dove mi trovo ora, temo che passeremmo la giornata a condurre un inconcludente censimento.’
‘Sei passato. Sei già sbiadito. Non funziona più fare i maledetti. E’ anacronistico’
‘Credo proprio che tu abbia ragione. Mi sono allontanato da tutti partendo da me stesso. Non mi sono sforzato, non più di tanto almeno. Ora mi ritrovo su questa riva mentre dall’altra parte..ci sono loro.’
‘Loro chi ?’
‘Tutti gli altri. Anche tu.’
‘E cosa fanno. Facciamo ?’
‘Non lo so. Io sono da quest’altra parte, ricordi ? Loro invece conducono le loro vite. Perseguono i propri obbiettivi. Sanno cosa fare, in generale. Come si deve vivere a questo mondo. Sono sicuri, hanno certezze.’
‘E tu invece ?’
‘Io ho una penna.’
‘E basta ?’
‘Una volta avevo l’umiliata convinzione di avere del flebile talento.’
‘Perché umiliata ?’
‘Perché non conta pensare, avvertire o sapere. Non conta se Loro non ti contano. Se il plurale non riconosce la bravura, si muore nel silenzio e, ahimè, al silenzio della imperitura memoria.’
‘E cosa conta..Tu sapresti di essere stato lo stesso il migliore.’
‘Già, come Van Gogh.’
‘Esatto.’
‘Uhm..e secondo te si è tagliato un orecchio perché era felice e soddisfatto?’
‘L’ha fatto per amore.’
‘E io secondo te per cosa lo starei facendo ?’
‘Vedi che allora torniamo al punto di partenza. Come si chiama ?’
‘Si chiama umanità.’
‘Ma se mi hai sempre detto che la odi.’
‘Infatti e quando mai se non nei grandi amori un uomo odia e detesta.’
‘Sei un sociopatico.’
‘Sono italiano, non mi dici niente di nuovo.’
‘Già..tra le altre cose.’
‘Così dicono..’
‘Sì certo..Lo sai vero che ti stai confinando da solo. Triste eremita, disperso nei propri annacquati pensieri.’
‘So che ho sbagliato molto e so che ho sbagliato anche tutto il resto. In pratica ho sbagliato quasi tutto. E ciò che non ho sbagliato si è salvato per mio mero disinteresse.’
‘L’ammissione è già un inizio.’
‘No questo non è un inizio, né un proseguo o una fine.’
‘E che cos’è allora ?’
‘Sono le parole d’un vecchio pazzo, sedicente scrittore, in realtà sociopatico come ce ne sono molti, con la sindrome di sdoppiare una personalità mai sbocciata in plurali che si perdono fra loro.’
‘Cosa diavolo stai blaterando..’
‘Lo vedi..ehhhh ? Poco talento e innumerevoli tarli in ‘sta poltiglia cerebrale.’
‘Per essere un pazzo sei piuttosto preciso nel descriverti. Sarai mica un matto finto ?Anche di questi ce ne sono parecchi.’
‘Ho detto che sono italiano e anche pazzo, mica modesto. Anche a uno scrittore pazzo devi concedere un minimo di vanità.’
‘Per chiamarti scrittore dovresti pubblicare.’
‘In effetti questo è uno dei problemi. Ci sto lavorando..’
‘Ma poi..Tu non volevi scrivere per il tuo solo diletto ? Non eri quello che esaltava massimamente la scrittura intima e personale. E ora ti riduci a inseguir randagi per pochi spicci ?’
‘Da qui lo schifo che provo verso me stesso.’
‘Cosa resta ?’
‘Resta un po’ tutto, per tutti. Tutti gli altri.’
‘Ma smettila. E tu ? I tuoi vizi ? Tutta la vita. Il resto ?’
‘La vita vivrà ha il brutto vizio di essere vitale anche senza di me. Il resto te lo lascio, compratici un vestito nuovo. Per quanto riguarda i vizi..Non sono un vizioso. Un viziato, al massimo’
‘Diciamo che alla voce vizi risponderesti con un plurale.’
‘Sono un uomo che ha abbracciato il concetto di vizio e l’ha declinato in più lingue, apparentemente straniere tra loro. Questo non significa che io sia un vizioso.’
‘Donne. Alcol. Soli e lune artificiali. Litigi. Scialacquamenti. Le tue rughe parlano chiaro e svelano ciò che tu tenti pateticamente di celare.’
‘Non ho mai celato niente. E che vizio sarebbe, al giorno d’oggi, raddoppiare una lei tramutandola in un loro..o baciare spassionatamente il collo lungo d’una bottiglia scozzese.’
‘O..’
‘O americana. Certo ma con ghiaccio.’
‘Certo.’
‘Certo’ – Gli feci il verso io.
‘Bhè..comunque..non mi sembra che tu sia solito inginocchiarti in chiesa.’
‘M’inginocchio. M’inginocchio. Certo non in chiesa..che poi non è forse un vizio anche quello ?’
‘Quale ?’
‘Quello di caricar di lavoro il Signore ?’
‘Un vizio più Santo, almeno.’
‘Può anche essere ma merito il cappio per essermi inginocchiato innanzi alle Signore piuttosto che al Signore ? In fondo anch’esse portavano i sandali. Anch’esse portavano vino a i miei calici. E a loro ho pronunciato le più sacre delle mie preghiere di marinaio.’
‘Blasfema sottospecie di mozzo. Eretico e fascista..e..comunista.’
‘Tutto insieme ?...Tu additi. Giudichi. Catechizzi. Incaselli. Come fai, mi domando ?’
‘E cos’altro dovrei fare ?’
‘No, ci mancherebbe..niente di diverso, so che per voi è normale. Voi puntate il dito. Dito affilato che senza processo o pietà m’infilzate nel cuore, senza mai sbagliare d’un solo centimetro. Mai neanche una volta.’
‘Ma smettila. Rafforzati effeminata e malconcia creatura.’
‘Certo..quando batte qualcosa in del petto s’è per forza amanti del membro.’
‘Quando lo si esprime in questa maniera si fuga ogni dubbio.’
‘Povero stolto, ecco perché le donne ci mangiano in testa. Ecco perché chiamo fratelli coloro che amano la propria sessualità nonostante il punto cardinale cui questa decida di declinarsi.’
‘Nichilista.’
‘L’hai già detto.’
‘Ben pensante.’
‘E’ diventato un insulto ?’
‘Eretico e sobillatore.’
‘Urca. Basta che non sguaini il crocifisso, iniziandomi a esorcizzare.’
‘Piantala’
‘Io devo piantarla ?’
‘Certo.’
‘Ok, la pianto. Dimmi cosa e dove.’
‘No, devi piantarla.’
‘Piantarla di fare cosa ?’
‘Di fare questo.’
‘Ma questo cosa ?’
‘Di instillare. Di promuovere queste idee balorde.’
‘Balorde ? Instillare ? Ma scusa cosa facciamo se non ci scambiamo delle idee ?’
‘Non scherzarmi. Basta scambiare le giuste idee. Eh scusa...C’è libertà e libertà e non tutte le libertà vanno tutelate.’
‘Ma la libertà di pensiero è fondamentale.’
‘E’ fondamentale ove corretta.’
‘E’ chi lo decide ?’
‘La morale collettiva.’
‘Ah..capisco. Ma se la morale è distorta ?’
‘Appunto e tu vuoi creare un altro problema con un’idea guasta ?’
‘Chiaro..Sai c’è solo un problema.’
‘E quale sarebbe ?’
‘Che la parola corretta si tramuta facilmente nella parola corrotta.’
‘Smettila di provocare.’
‘Non sto provocando, ti sto solo dicendo come stanno le cose dal mio punto di vista.’
‘Ma il tuo punto di vista è sbagliato.’
‘E chi lo dice ?’
‘Bhè dove ti ha portato il tuo punto di vista ?’
‘Quindi il mio successo qualifica le mie idee ?’
‘Bhè…vedi un po’ tu..Si chiama oggettività.’
‘Capisco. Quindi riassumendo: non tutte le libertà vanno tutelate e la tutela dipende dal successo che un’idea è in grado di ottenere’.
‘Ovviamente. Cosa c’è che non ti convince ?’
‘Che c’è una sola unica libertà che dovrebbe essere garantita sempre.’
‘E quale sarebbe ?’
‘La possibilità di affrontare una questione in più modi. Affrontarla e decidere se approfondirla, osteggiarla o semplicemente metterla da parte. E’ proprio la tua filosofia che crea il marcio che tenti di combattere’
‘Sei proprio un coglione e il tuo destino lo certifica ed evidenzia.’
‘Capisco. Capisco. Capisco. Ma certo..’
‘Ma certo cosa ?’
‘Ma certo, capisco.’
‘Ho capito che hai capito. Finalmente. E ne sei soddisfatto ?’
‘Non lo so. Tu ne sei soddisfatto ?’
‘Se hai effettivamente capito direi sì.’
‘Perché ?’
‘Bhè perché abbiamo appianato una divergenza e ora tu sei nel giusto e la pensiamo allo stesso modo. Siamo amici, siamo dalla stessa parte.’
‘La stessa parte..ma certo.’
‘Eh..vedi.’
‘Certo che vedo ma soprattutto sento e capisco.’
‘Bene, ne sono contento.’
‘Mi fa piacere.’
‘Vedi che quando si parla...’
‘Ah perché tu mi avresti parlato ?’
‘Bhè abbiamo discusso..’
‘Una discussione. Chiaro..’
‘Come la chiameresti, tu ?’
‘Incapacità di accettare idee diverse.’
‘Ma non eravamo dalla stessa parte ?’
‘Mio caro amico, ti ho già detto che sono uno pseudo scrittore, per giunta fallito. Pensa che il mio talento non è neanche stato giudicato meritevole d’essere preso sott’esame. A questo aggiungici i miei vizi. E ora ricorda di quanto ti ho detto che mi sono confinato, un po’ di mia sponte e un po’ costretto da Voi.’
‘Eh..Quindi. ?’
‘E quindi non dire che siamo dalla stessa parte. Perché nessuno è dalla mia parte. Neanche io..spesso.’
‘Ma cosa dici..ora siamo dalla stessa parte.’
‘E’ incomprensibile per te, vero ?’
‘Io voglio esserti amico.’
‘No tu vorresti essere amico del me che sempre tu vorresti che io fossi.’
‘No, giuro voglio esserti amico.’
‘E io vorrei vivere per sempre.’
‘E’ solo questione di fortuna.’
‘Io preferisco chiamarlo talento. Punti di vista. Resta dalla tua parte e gioisci della tua natura.’
‘Ti isoli da solo, senza motivo, non c’è onore nella tua scelta.’
‘Hai ragione. Per tua fortuna tu sei diverso e stai dalla parte giusta…Ma potrebbe benissimo anche essere il contrario.’
‘Parli, parli e non sai niente. Sputasentenze che gioca a fare il combattuto, sentimentale. Intanto guarda mentre la vita scorre via.’
‘Sai, caro mio..La religione è come la scrittura anche se ha un compito diverso ed è più obbligata.’
‘Cosa centra questo, adesso ?’
‘Non lo so..mi è venuto in mente sto discorso mentre mi attaccavi per l’ennesima volta.’
‘Ma cosa centra ?’
‘Se mi fai finire ti spiego perché uno scrittore è un po’ come un Dio e di conseguenza perché tu hai appena bestemmiato il mio nome. Per l’ennesima volta.’
‘Sono proprio curioso. Prego, testa di cazzo.’
‘Attento siamo già a cinque ‘Ave Maria’ e sei ‘pater Noster’.
‘Piantala e vai avanti..’
‘D’accordo. Scrittura e religione, dicevamo.’
‘Sì…’
‘La scrittura parla e racconta. Non ha confini o regole di sorta, se non quella del buon gusto e della bella forma. L’unico limite della scrittura è rappresentato dal consenso dei lettori ma anche quello perisce a confronto del giudizio della storia. Giudizio che si forma nel corso dei secoli. Concordi ?’
‘Direi di sì ma continuo a non capire..’
‘Tempo al tempo. La religione invece..’
‘La religione invece, cosa ?’
‘La religione non è altro che un insieme di regole di buon senso pratico che hanno il fine di permettere la più pacifica e serena convivenza possibile tra gli esseri umani.’
‘Allora perché non funziona..?’
‘No dico..hai mai trattato con due uomini e dico due…di quelli che si definiscono rispettabili ?’
‘Sì..e quindi ? Poi tu parli di buon senso..’
‘Esatto..Buon senso. Uomini…Ci siamo capiti..’
‘E per dire che l’uomo non ha buon senso occorre tirare in ballo Dio ?’
‘Se l’uomo non rispetta la propria legge cosa resta da fare se non far sì che la legge derivi direttamente da un piano superiore, non criticabile o verificabile. Il messaggio divino cala dall’alto. Potere a pochi e controllo su molti. Larga la rotta, stretta è la via e così ti ritrovi a parlare di religione, che significa parlare di stato moderno, che a sua volta significa dare il benvenuto nel mondo odierno.’
‘E questo cosa centra con lo scrittore ?’
‘Lo scrittore si erge o si abbassa, a seconda delle occasioni, e scrive. Indica, oppure inventa, oppure descrive. La cosa importante è che lo scrittore prende sempre elementi dall’uomo e dalla società e all’uomo e alla società tende per ritornare. E ove ci sia talento la gente lo seguirà come i topi seguono il pifferaio.’
‘E quindi ?’
‘E quindi la religione e la scrittura portano alla stessa medesima conclusione. Lo scrittore e Dio sono semplicemente: il primo tra gli schiavi dell’uomo.’
‘Sì ma pur sempre primi.’
‘Si ma senza sosta schiavi.’
‘Strumento.’
‘Anche l’aratro e il bue sono due strumenti.’
‘E questo cosa vorrebbe dire..?’
‘Pensaci e se mai dovessi scoprirlo, fammelo sapere.’
‘No aspetta..’
‘Che vuoi ancora ?’
‘E la politica ?’
‘Non è una mia occupazione’
‘Questo non ti esenta da avere un’opinione a riguardo.’
‘La roba pubblica la lascio a chi si occupa della roba. Io preferisco quel poco di privato che posso, in questo mondo.’
‘Ma tu ci credi ?’
‘A cosa ?’
‘Alla politica.’
‘Non molto. O meglio, non credo alla politica del verbo credo a quella che stanno attuando.’
‘Ma come puoi dirlo ? E’ pessima.’
‘Mai detto il contrario, tuttavia, rende bene il concetto.’
‘Quale concetto ?’
‘La democrazia non esiste o per lo meno l’uomo non è ancora arrivato a un momento della sua storia nel quale è in grado di saperla gestire.’
‘Come puoi dire questo ?’
‘Non funziona. Un certo numero di individui (i più scaltri) vien fuori da una selezione naturale permeata dal puzzo del compromesso morale. Dopo di che si spartisce il potere fottendosene, semplicemente, di chi si lamenta.’
‘E ti sembra giusto ‘’
‘Di nuovo con questa manfrina. Giusto e sbagliato sono discorsi superati…E comunque sembra giusto a chi lo subisce.’
‘Tutti si lamentano.’
‘Si lamentano a parole. Si lamentano al computer. Cosa fanno per cambiare lo status quo ? Non mi sembra che la metrò al mattino sia vuota..’
‘E quindi ?’
‘E quindi io me ne resto dalla mia parte.’
‘Egoista, intellettualoide, stupido.’
‘Amico mio trovami un Lorenzo il Magnifico e garantiscigli l’apporto unitario di una Nazione, poi vedrai  come sarò intellettualoide. Purtroppo, a ora, emergere socialmente equivale solo a indicare all'omertoso cecchino dove sia ubicato il cuore.’
‘Parole vuote.’
‘Ci hai mai fatto caso ?’
‘A che cosa ?’
‘Che l’uomo si ricorda del proprio dovere, dell’ordine delle cose e della propria nobiltà d’animo solo quando tutto ciò che gli è caro viene messo a rischio. Un attimo prima che venga spazzato via.’
‘Non è vero. Ci sono milioni di casi ogni giorno.’
‘Può darsi..Riflettevo.’
‘Bravo, tu rifletti col culo mentre la gente muore.’
‘Una volta erano i faraoni, poi i proprietari terrieri. Oggi sono i banchieri. E’ selezione naturale, anche se Natura e Dio sono i primi a essere spediti nei campi.’
‘Tu cosa faresti ?’
‘Una rivoluzione morale. Coscienze. Spirito. Rimpadronirsi della capacità di pensare. Ma io sono uno scrittore.’
‘Un  Dio quindi…O un semplice codardo dalle parole vuote ?’.
‘Entrambi’
‘No, sei solo un omertoso.’
‘Quello no’
‘Ah no ? E perché ?'
‘Perché amo e odio e muoio. Ogni volta. Per quasi tutto.’

Fine
JL



'Gli eroi esistono e fuggono il silenzio della morte.'
Dedicato all'amorevole ricordo di: GF e scorta- PB e scorta - DG.

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