Notturno bus




C’è tutto un mondo che nasce e muore  in quel breve lasso di tempo entro il quale il giorno dà il cambio alla notte.
Come se la natura della giornata si sciogliesse e le caratteristiche d’una parte e dell’altra si mischiassero e altre ancora affiorassero ai miei occhi per la prima volta.
Per certo la pace alberga in quei pochi minuti nei quali tutto sembra possibile. Un sogno lucido abitato da sconosciuti girovaghi, fratelli clandestini nel caso.
La rugiada a fianco d’una pozza che riempie i ciottoli spaccati d’una strada.
La nebbia fitta e bassa che avvolge il ponte che solca la vallata verde che ricorda un tempo che non c’è più.
L’autogrill deserto, che assume, nuova forma e sostanza, dove gli operai si scambiano impressioni e madonne, bofonchiando in un mezzo ringhio “cornetto alla crema e cappuccio”.
L’accento toscano spezia il tutto.
E tu risali in macchina, uguale e diverso, con in mente la rotta di una casa che forse poi neanche esiste.
Mai casa per me, mai casa per me.

Fine
JL

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