Cemento d’anime





Probabilmente, anzi, sicuramente, verrà un giorno in cui qualcuno più meritevole di me, in favore di una causa più onorevole della quotidianità, di questa quotidianità, riuscirà a fare un discorso alla gente arrivando al cuore di questa senza bisogno dello zucchero per la medicina che sono l'umiltà, la modestia e la semplicità.
Qualcuno che arrivi, dica pane al pane e vino al vino, e strappi non tanto gli applausi quanto la più totale, cristallina, sincerità delle anime intente ad ascoltarlo.
Un giorno questo qualcuno arriverà. Perchè oggi non è quel giorno e quel qualcuno non sono di certo io.
E quindi con tutta l’onestà, la semplicità e quel poco di onore che mi competono, mi trovo qui, oggi, davanti a voi per parlarvi prima del fatidico momento.
Io sono solamente un uomo, un uomo che non ha capito sostanzialmente nulla della vita. In ogni circostanza che mi sia trovato ad affrontare mi sono sempre mancate quelle informazioni sensibili che mi avrebbero permesso di adattarmi alle più disparate situazioni.
Oggi, qui, noi, ci troviamo nuovamente impantanati in un deserto che pare non avere fine. Il caldo scioglie ciò che resta delle nostre anime. Ciò che resta di quello che la dissenteria e il vomito già non c’abbiano estirpato. Ogni singola virgola della nostra vita ci ha chiesto in cambio un prezzo altissimo, iniquo e proprio per questo rispettabile.
Non c'è onore nella guerra eppure non troverete ambito nel quale l'onore possa evidenziarsi maggiormente. Non ci sono visi nella guerra, solo numeri, eppure non dormirete la notte per gli occhi che verranno a farvi visita. Non c’è valore nella guerra, eppure non esiste umanità più pulsante di questa.
Non c'è onore neanche nella morte anche se morire con onore fa tutta la differenza che un uomo dovrebbe scoprire durante i propri giorni.
Stringete la mano insanguinata del vostro compagno mentre i suoi occhi già vagano persi nell’oltretomba. Ascoltate il morire dell'uomo, della carne e dell'anima. Affrontate i nemici, osservatene le differenze e riflettete sulle uguaglianze, non per pietà ma semplicemente per capire cosa significhi essere un essere umano. Per capire che il dovere a volte dista tutta una vita dal volere.
Noi oggi in questo inferno tanto amato urliamo in silenzio la nostra presenza. Il nostro capo conoscerà, prima di sera, il calore del terriccio senza tuttavia mai conoscere l'ombra che soffoca i domi. Oggi noi accogliamo la morte come compagna necessaria e ringraziamo per il privilegio di morire una volta sola e non lentamente, agonizzando nella nostra merda, giorno dopo giorno. Noi oggi, urliamo forte e chiaro che non importa quanto impervia sia la via o quanto in salita il cammino, non siamo qui per fare domande o per invocare risposte. Non siamo qui per trovare un senso alla nostra esistenza o per innalzarla a una causa maggiore. Noi oggi siamo qui perchè crediamo in noi stessi, nel nostro dovere e crediamo che un uomo si misuri dalle volte che è disposto ad affrontare la propria paura.
Lasciamo a casa moglie e figli. Comodità e tradizioni. Divergenze sulla politica, sui costumi sociali, lo sport. Non vedremo l’ultimo film della diva americana che tanto amiamo. Non ascolteremo un cantante ricordarci di Volare nel blu dipinto di blu. Noi rinunciamo a queste cose per avere in cambio noi stessi, per comprenderci, e per proteggere il frutto di noi stessi.
Consci nel momento in cui siamo arrivati che questo inferno non ci avrebbe mai lasciato andare via, in un modo o nell’altro. Consci che chiunque ci abbia lasciati soli e che chi verrà ci dimenticherà. La storia la scrivono i vincitori ma le guerre le combattono i sacrificabili. Alcuni di noi faranno forse ritorno in un mondo del quale non faranno più parte e dal quale non verranno più accettati, come se questo, questa guerra, si potesse accendere o spegnere. Li vedrete saltare per aria in un centro commerciale con la testa tra le mani e la bava che cade a schizzi mentre urlano e piangono “Per questo abbiamo sacrificato tutto, per questo“.
Ma va bene così, in fondo, anche volendo, cosa potremmo farci. Noi siamo soldati, ci avevano promesso la gloria, ci siamo presi da soli una morte da uomini. Il nostro santuario è una stele di marmo e poi un’altra e un’altra ancora. Su di esse un solo nome, sempre lo stesso, per tutti quanti. Ignoto.
Per questo noi combattiamo. Per un mondo nel quale non crediamo, al quale non apparteniamo ma al quale abbiamo offerto i nostri figli e nel quale quindi non possiamo esimerci di sperare.
Un giorno questo qualcuno arriverà. Perchè oggi non è quel giorno e quel qualcuno non sono di certo io.
Sale l’alba in questo deserto di cemento d’anime.



Dedicato ai caduti, martiri, italiani della battaglia di El Alamein
Ps: El Alamein – in arabo significa due bandiere


Fine
JL


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