La sottile linea rossa





Immobile,
impietrito
dall’idea
che i miei muti compagni
ed io
siamo già stati
scavalcati da quell’onda
che senza sosta
da sempre
ancora attendiamo

Cechi nel riconoscere una muta opportunità
il tempo del nostro tempo
imboccati
e infarciti a nastro
di merda
speranza
e obbligate promesse

E così si sono già scordati di noi
vera generazione bruciata
che poltrisce
e mastica a mezza bocca
insulti e preghiere
lacrime e fango
invocando una guerra
mai arrivata per davvero

Non consociamo il nostro valore
non sappiamo il nostro nome
se la forza poderosa alberga nelle nostre gambe,
la sensibilità nel tocco dei nostri palmi
e se l’umanità guida ancora il nostro spirito

L’onda è passata
mangiati e risputati
siamo la minestra riscaldata della vita
il conto da pagare al destino.
Tanti Isacco sull’altare,
dall’uomo, per l’uomo.

Sfortunati o incapaci
poco conta.
Siamo
lo strazio emorragico del nostro cuore aritmico
la sottile linea rossa
di quella lacrima
fraterna amica
di notti silenti
e omertose.


Fine
JL

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