Il grande romanzo della generazione di capo chino





Il grande romanzo della nostra generazione è il fallimento di questa stessa. Presuntuose teste di cazzo che siamo.
Usiamo “meeting” invece di “riunione” e “happy hour” al posto di “aperitivo” e per questo ci riteniamo sofisticati ed evoluti. La verità è che i nostri nonni son sopravvissuti alla guerra e ci tirano ancora dei gran schiaffoni.
Abbiamo la bocca sporca di latte o forse è la vita che tenta di risvegliarci venendoci in bocca ma siamo talmente scemi che non sappiamo neanche ingoiarla. Sniffare, quello sì, perchè abbassare la testa ci viene piuttosto bene.
Guardiamo una televisione che critichiamo perchè ci dà fastidio ammettere che sotto quella leggera patina di socialità, bigotto perbenismo e mondanità siamo degli sfigati che si divertono con parolacce, rutti e scoregge.
Ci spacciamo per grandi esteti e siamo tutti rifatti fino al buco del culo. Paghiamo le donne perchè altrimenti non ci tira e citiamo Audrey Hepburn mentre ci inginocchiamo, mai in chiesa..
Non siamo migliori di chi ci ha preceduto e quasi sicuramente saremo peggiori di chi ci seguirà.
I nostri figli sono manichini con tratti efebi, lisci e perfetti che non sanno neanche farsi la barba. Facciamo cagare. Dovremmo prendere seriamente in considerazione l’ipotesi che le scimmie siano rimaste sugli alberi per tagliare i ponti con noi e non viceversa.
Ogni futile causa è una giustificazione per allontanarci dal prossimo e urlare sottovoce chi siamo e questo semplicemente perchè noi non lo sappiamo chi cazzo siamo. Tutto diventa scontro, tutto diventa lotta. Noi distruggiamo gli altri così che anche loro non possano essere niente di più che una copia, di una copia, di una copia.
Tutto diventa battaglia, contrasto, in cerca di una fottuta occasione per delineare i confini di una personalità scritta sulla sabbia.
Siamo l’ultimo della classe che s’ingella il ciuffo in palestra pensando di essere Superman. Svegliati testa di cazzo che mentre ti specchi ti stanno fottendo la merenda anche oggi.
Citiamo frasi che non capiamo. Parliamo di una vita al limite che non abbiamo mai neanche immaginato. Non sappiamo cosa voglia dire ricchezza perchè siamo degli arricchiti da due soldi.
Non abbiamo pietà, non conosciamo pace. Siamo degli sciacalli arrivisti.
La nostra rivoluzione è spendere i soldi dei nostri genitori e insultarli per questo.
I nostri valori sono in pelle finta come quelli della Porsche a rate che rintaniamo nel parcheggio abusivo di una casa con un mutuo ancora da pagare.
Ci piace tanto Lucio Fontana forse perchè il taglio nella tela è il nostro culo sfondato da un mondo che ci scansa. Finiremo come la merda di Manzoni, chiusi in una scatola ed esposti su un bancone di terz’ordine come un’eccentrica opera uscita male. Del resto, alla merda non si comanda.
Siamo una società che non esiste, tenuti insieme da vizi che non sappiamo neanche vivere con un minimo di stile e classe. Andiamo in giro in slip e tracolla e al posto del cuore abbiamo l’opinione pubblica che risponde al vento della banderuola.
Più che una manovra finanziaria ci servono l’estrema unzione e un’invasione.

Fine
JL

Commenti

Post più popolari