Colazione da Tiffany
Un sole timido si impossessava del pomeriggio per quanto le
lacrime stessero ancora rigando il finestrino.
Schiacciati all’indietro in principio. Assimilati dall’andatura
dell’autobus nel mezzo del cammin di sua vita. Catapultati in avanti
nell’epilogo.
Di nuovo. Ancora. A ogni fermata. L’intricata ragnatela che
si spartiva la città .
Poi, semplicemente, arrivò. E io non posso fare a meno di
rinchiuderla nella più onesta e umana delle descrizioni.
Signorile. Sottile e protesa verso la vera grandezza. Aveva
una classe che mai prima avevo scorto in nessun essere vivente.
Un gioco di attimi. Occhi che si scontrano come atomi
impazziti.
‘M’accorgo solo ora che è una vita che t’aspetto’ – Le
sussurrai
‘Wof. Wof’ – La stizzita risposta.
‘Non fare così. Ti prometto in pegno la mia anima. Che
l’eternità possa bruciarla continuamente.’
‘Wof. Wof’. – Il medesimo, laconico, disinteressato,
commento.
A quel punto, in preda alla più totale follia d’amore,
urlai: ‘Ma come puoi ignorarmi ? E’ vero t’ho visto solo ora ma ho capito di amarti
da sempre’
Fu allora che mi s’avvicinò e senza proferir verbo,
ingenuamente e santamente, mi leccò la guancia.
Il mio cuore vacillò non poco. Stordito e pieno di passione.
In quel momento, una vocina stridula: ‘Perdoni, la smette
d’importunare la mia cagnetta Tiffany’
Una vecchietta sullo scollinare della vita mi guardava con
aria severa.
‘Mi scusi Signora ma provi a capire..La sua cagnetta si
chiama Tiffany. E’ ora di colazione e io sono un cavallo goloso. Come pensava
che sarebbe potuta andare a finire ?’
Fine
JL
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