Let it go






Lei mi faceva incazzare. Come un gin tonic con i cubetti sciolti, di ghiaccio.
Primordiale, animale, una cazzo di freccia nella corteccia cerebrale e ahimè nel cuore di uno spirito immerso nell'idea dell'amore.
Tutte quelle volte che ho pensato di esserne fuori, di aver tracciato una carta, sintetizzato una cura, fondamentalmente capito come si facesse a vincere.
Lei così...mi dimostra che perdo, pareggio...chissà. Un cane che insegue a perdifiato la propria, irraggiungibile, coda.
Eppure, nello stesso tempo, solo, solitario, chiuso rinchiuso nella torre d'avorio del Re esiliato.
Il regno dell'uno è la frazione di tramonto, quella, proprio quella, nella quale l'arancio sfratta il giallo per sciogliersi nel sangue dolente di un cuore del mondo.
Il regno dell'altro è il mondo a metà, scenario di chi non ha ruolo o merito o storia. Errante peregrino nel dolente utero del mondo.
Eternamente destinati a eternizzarsi e annientarsi.
Per sempre incompleti. Continuamente dannati.
Costantemente in cammino, alla ricerca, e scintillanti e monito.
Vicini e distanti. Mai lontani.

Fine
JL

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