La promessa di Alzheimer



La vita, quest'ammasso disordinatamente armonioso di situazioni, emozioni e cuori ammucchiati apparentemente alla casaccia, ha tutta una serie di grazie, prego e vaffanculo da intestare e spedire. Vieni al mondo nel calore di un paio di occhi liquidi e li pardi più in là nel tempo senza tuttavia sentirti più grande o preparato.
Perdi quell'amore amato troppo, poi risorgi, non scordi ma capisci il perchè. Vai avanti e poi capisci davvero il perché. Dopo.
Vinci e perdi. Costantemente, di continuo. E bene o male, come già detto, accetti tutto. Anche che la vita non abbia senso. Anche che la morte sia un mero gioco del caso. Che neanche il freddo gelido ci sia a fare da cornice.
Ma vivere tutta una vita e venire privati del ricordo di averla vissuta, della dignità e dell'onore che tra malattia e uomo, così come tra fieri duellanti, non dovrebbe mai mancare. Essere privati del calore di quei volti che come costellazioni ci hanno indicato il cammino, questo no, non posso accettarlo. Non so se sono in grado di perdonarti per questo Dio. E so già quale destino mi toccherà per epilogo, ma ti prometto che ci ritroveremo l'uno in fronte all'altro e ne discuteremo a quattr'occhi. Quel giorno sarai tu a volerti dimenticare di me, e di tutti loro, tutti gli altri. Quelli come me.

Fine
JL



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