Rifletto osservando due chiappe di nome Mandy e Batsy
Ci lamentiamo nascondendoci dietro a parole che non sappiamo
nemmeno cosa indichino.
Ci accusiamo. Siamo spersi e impauriti. Ci attacchiamo
invece di fare ciò che sappiamo fare e questo è gran bel problema, perché voi
ve lo siete dimenticato, quello che sapevate fare, e a noi non lo avete mai
insegnato.
Sappiamo ciò che ci dicono (che poi chi saranno quelli che
ci dicono le cose ? Da dove vengono ? e quali sono queste cose che loro sanno ?
E cosa sono le cose in generale ????).
Insomma: le cose vanno male, siamo dei fannulloni, evasori e
razzisti (senza dimenticare il mafiosi, mammoni e spaghettari che fa sempre
calore).
..Ma la questione è sbagliata, come i suoi termini, i
caratteri nei quali è redatta e il foglio di carta (riciclata) su cui è
scritta.
Sì, ok, ammettiamolo: il bene ha abbandonato queste terre,
rimpiazzato da un pene che, a giorni alterni, ci imbocca o ci divarica le gambe
arrossandoci il retto e lasciandoci quell’espressione di candito (e offeso)
stupore tipico delle bambole gonfiabili, categoria cui assomigliamo
particolarmente.
La questione è che abbiamo perso, abbiamo perso anche il
male. Il male non è fine a se stesso. Quando il male è fine a se stesso non è
male è solo una mera perdita di tempo, una massa informa di nulla comunemente
chiamata merda.
Si sta perdendo il male, la rabbia, la grinta, la cattiveria,
la presunzione controllata, l’egocentrismo indirizzato. Si sta perdendo la
voglia di far sentire la propria voce. Mancano le rock star e qualcuno che
torni a mangiare pipistrelli.
Nessuno prega appena prima di morire nuotando in un fiume
come Gesù. Che fine hanno fatto i mal di testa e i tumori al cervello ? Le
prostate esauste per orge che si protraggono fino a mezzogiorno ?
Un risveglio di fianco a un paio di natiche che si chiamano
Mandy o Betsy ?
Abbiamo svenduto la fica per il brunch. Abbiamo scarificato
il mini bar per i mocassini. Siamo diventati lo sfigato della scuola che,
stretto nella morsa dell’indifferenza generale, decreta la propria morte pugnalando
la propria anima per copiare il bullo. Siamo copie di popoli che, nell’ordine
naturale delle cose, ci starebbe dinnanzi in ginocchio. A carponi si dice…
Si sta perdendo il romanticismo. Stiamo perdendo le nostre principesse
e queste, dal canto loro, hanno perso anche quel minimo briciolo di onore e
rispetto che sarebbe buona norma conservare.
Si sta perdendo il because alla trasgressione e infatti non
si trasgredisce più, non ci sono più simboli o sorrisi o shock lunghi una notte
alla volta. Solo cazzoni in fila come i nani in miniera.
Pippiamo, pippiamo tanto e fumiamo di più. Alcuni si
sdraiano con siringhe conficcate nel braccio. Altri leccano elefanti
fluorescenti o emulano Superman giù dal balcone.
Ma perché ? Si è perso anche il senso della droga, della
trascendenza…dell’uscire dal mondo per poi tornarvi e cambiarlo.
Parliamo di spread, di spritz e di poste. Abbiamo
televisioni che mugolano tutto il giorno ripetendo le stesse cose in una lingua
che non è più la nostra. La gomma ha invaso la realtà, a tutti i livelli. La
carta stampata è stata la prima ad essere assassinata. Prendere una posizione e
dire no equivale a essere fascisti e razzisti.
Si è perso il gusto per i miti. Ci sono mezzi figuri che
vengono idolatrati e alcuni di questi impongono anche le mani sui nostri capi
fintamente umili, in realtà solo incoscienti.
Abbiamo ucciso Dio ma anche Allah, Maometto e tutti gli
altri. Gandhi continua a girare sul Gange senza che nessuno tolga il tappo
concedendogli il meritato riposo.
Manca James Deen e abbiamo le scarpe laccate. Manca
originalità. Manca lo spaccare.
SPACCARE.
Continuiamo a fare mostre su gente morta da un pezzo. Loro
hanno capito il segreto: è già stato detto tutto ma possiamo dirlo in maniera
diversa. Noi invece pensiamo di scolpire nuove verità e rimaniamo in silenzio,
imbarazzando noi stessi come un congiuntivo sbagliato.
Non centriamo più niente e abbiamo iniziato da quel paio di
buchetti vagamente essenziali. Il nostro onore si è confinato in una palla e
dura 90 minuti, a volte a di più, molto spesso
di meno.
Non ci sono più linee rette, solo curve, rotonde, aggiramenti
e offerte da 9 e 99 o 3x2.
Siamo una barzelletta gonfiata di arroganza e blande
infarinature distorte. Siamo tabelline sbagliate.
Ma soprattutto abbiamo perso il contatto, il contrasto, il senso
del male, il whisky e la penna. Abbiamo perso il gusto per le parolacce ben
posizionate. Per lo stile, anche nella merda. Per il buon gusto nella devianza.
Per l’eccesso chich e non chip. Mettiamo il kilt in spiaggia e andiamo in
Scozia con la babbucce.
Non ci sono più rockstar. Nessun divo del cinema. Non ci
sono più eroi o forse no…ma tanto manca la cosa fondamentale….persone in grado
di riconoscerli.
Datemi il male, un mal di testa e un pompino che mi faccia
venire voglia di cantare un coro gospel.
#ecchecazzo
Fine
JL
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