Il cuore della notte
Non una sega, anche da un'incantevole mano, potrà
salvarmi questa volta.
La bottiglia sarebbe un nobile galleggiante se non fossi già sul fondo d’un certo, vago, mare.
La bottiglia sarebbe un nobile galleggiante se non fossi già sul fondo d’un certo, vago, mare.
E' come se fossi avvelenato nel petto. Queste scariche
esistenziali non mi danno tregua e il cuore pare ingolfato, provato, forse stremato.
Una pressione senza precedenti che affonda le proprie radici
nella carne e nelle ossa, appuntando continui doppi fili col ferro.
Non sanguino e nemmeno piango. Non mi lamento. Non sbraito o
gesticolo.
Il sorriso è la mia maschera di ferro e i giorni non sono
che ingloriosi torturatori di un carnevale senza fine.
Costretto in una gabbia concentrica senza sbarre, colori o
odori.
Non dico di star morendo anche perché, se fosse, soffrirei decisamente
di meno.
Dico solo che non ne posso più. Fa troppo male, c'è troppo dolore. Abbastanza da invocare l'oblio della dimenticanza. Abbastanza da cercare qualsiasi cosa mi possa affrancare da me stesso per qualche momento.
Dico solo che non ne posso più. Fa troppo male, c'è troppo dolore. Abbastanza da invocare l'oblio della dimenticanza. Abbastanza da cercare qualsiasi cosa mi possa affrancare da me stesso per qualche momento.
Mi sveglio nel cuore della notte, bagnato, oppresso e solo.
..Nel cuore della notte..curioso, anche la notte possiede un
cuore..
Fine
JL
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