Coperte e...indirizzi
Questa mattina ho fatto fatica a riaprire gli occhi. Non
ricordo quanto tempo fosse che non desideravo dormire di più. Mentre ci pensavo
e mentre l’ennesima erezione mattutina mi ricordava che ero ancora vivo, ho
sentito il suo profumo. Un odore di vaniglia e panna. Un profumo che si è
intrufolato nelle mie narici finchè non ho potuto fare altro che concedermi.
Seguendo le tracce di quell'odore ho spostato il mio
sguardo sulla destra e l'ho vista. Una chioma castana, mossa e con qualche
leggera striatura bionda.
Stropicciati gli occhi sono tornato a guardare la marea mossa che spuntava dalle mie lenzuola.
Tento disperatamente di ricordarmi il suo nome. Scosto leggermente le lenzuola
e ciò che vedo conferma i miei sospetti o per lo meno li alimenta fortemente.
E' nel letto ed è nuda a parte le mutandine. C'è almeno il cinquanta per cento di
possibilità che io sia stato ospite nella sua valle incantata. Mi allungo sul
comodino alla mia sinistra per prendere l’orologio e sbatto contro una
bottiglia di whisky. Facciamo settanta per cento…
Tento di ricordare in tutti i modi ma niente. Non ne cavo un
ragno dal buco.
Avverto un sussulto, devo essermi avvicinato troppo e un mio
respiro deve averla svegliata.
Si gira. E’ come il primo fiore che sboccia in primavera.
Come il regalo più agognato a Natale. Come un abbraccio quando si soffre.
Affina la vista e colgo distintamente lo stesso guardo perso
e vagamente impacciato di chi sa che è successo qualcosa ma non sa assolutamente
in che maniera chiamare il qualcuno con cui è successa.
Tento di sollevare entrambi da una situazione d'imbarazzo
mattutino e le dico: 'Piacere J'.
Mi guarda perplessa e mi risponde: 'Il resto del nome ?'
'L'ho subaffittato a un trans ceceno.'
'Sono sempre loro.'
'Già.'
'Piacere Maria come la vergine ma senza l'ansia dell'Altissimo.'
'Piacere Maria come la vergine ma senza l'ansia dell'Altissimo.'
'Piacere mio.'
'Quindi noi...'
'Lo spero Maria, sei meravigliosa. Ma se non è così possiamo
rimediare subito' – E’ vero lo è, magnifica intendo. Un viso affusolato e
incorniciato da tratti eleganti. Impreziosito da due occhi che, ne ero conscio,
sarebbero stati la mia rovina. Lo sguardo iniziò a calare. Non aveva nessun
tipo di pudore, le lenzuola accennavano a coprirla laddove una vagina signorile
mi fissava ammiccante.
Il resto del corpo era sottile e due seni pieni
s'appoggiavano delicatamente sull'addome.
'Sei simpatico J.'
'Ahia fa male. Simpatico non è mai il primo complimento da
fare a un uomo.'
'Preferisci che inizi a decantare le doti del tuo papavero ?'
'E’ un ever green ma non siamo neanche sicuri di esserci
accoppiati.'
'E va bene allora posso dirti che sei carino e scrivi molto
bene ?..'
'Il mio ego rinvigorito la ringrazi Madame.'
'Non c'è di che..'
‘Sei bellissima.’
‘Oddio, grazie. Sei un tipo diretto.’
‘Sono un tipo.’
‘Già..’
‘Allora mia disinibita amica, tu sai cos’è successo ieri
sera ? Tra di noi ?’
‘Potrei saperlo in effetti’
‘Già…e hai voglia di condividerlo con me ?’
‘E se mi prendessi cura di te in un altro modo ?’
‘Sei diretta anche tu.’
'In effetti sì..'
‘Non ti andrebbe di essere lo spiraglio di sole che scaccia
il nebuloso oblio di una serata appannata ?'
‘Sei un bambino. Rilancio dicendoti che potremmo fare
entrambe le cose?'
'Non desisti.'
‘Sono una donna, non dimenticarlo.'
‘E chi se lo dimentica..’
'Allora..Ieri sera eravamo al Madison e io stavo parlando col ragazzo che
mi accompagnava. Tu eri seduto a un tavolo, sorseggiavi un drink e scrivevi su di
un quadernetto. Poi hai iniziato a fissarmi.'
'Davvero ?'
'Sì hai appena accennato uno sguardo e poi hai continuato ma
un secondo dopo sei tornato a fissarmi.'
'E tu ? Come lo sai ?'
‘Sono una donna.’
‘E sei diretta.’
‘Sono un tipo’
‘Certo..’
'Ammetto di aver subito pensato che fossi carino ma ero lì
con un'altra persona..' – Riprese lei.
'Ah..le altre persone, ci son sempre loro di mezzo'
'Bhè insomma a un certo punto il mio amico si è accorto che
mi fissavi e si è alzato per venire da te.'
'Chissà perchè ma si arriva sempre a questa parte.'
‘Ti si è fatto sotto e ti ha detto di piantarla o ti avrebbe
pestato. Tu hai pensato bene di rispondergli
dicendogli che era un cazzone.’
‘Tutto qui ?’
‘No, gli hai intimato di spostarsi perchè mi copriva e non
potevi vedermi.'
'E lui ?'
'Il tuo occhio non ti dice niente ?'
Fu allora che mi accorsi che il mio occhio destro era
tumefatto. Cazzo, bruciava.
'Cavoli...' - Esternai mentre mi fissava divertita.
'In realtà sei stato molto romantico.'
'Davvero ?'
'Certo, non si vedono più queste scene.'
'Sono il capitano J, al servizio delle belle passerotte
della città.'
'Scemo..'
'Il giusto. E senti poi cos'è successo.'
'Tu ti sei rialzato e avete iniziato a scazzottare. Ma temo
che il bicchiere che avevi sul tavolo non fosse il primo.'
'Anche questa parte arriva sempre..'
'Già..Alla fine lui è tornato al tavolo da me e mi ha
insultato perchè avevo risposto al tuo sguardo. In quel momento gli sei
piombato addosso e gli hai tirato un
pugno.'
'Sono stato bravo ?'
'Abbastanza da farlo svenire, almeno.'
'Davvero ? E poi cos'ho fatto ?'
'Mi hai preso per mano e mi hai supplicato di farti da
complice nella tua fuga dalla polizia.'
'Ecco spiegata la tua presenza nel mio letto.'
'No..non direi. Ovviamente non c'era polizia a meno di voler
considerare la guardia ottantenne del parcheggio.'
'Non scherzare, sono bellicosi gli anziani.'
'Già, immagino...’
‘Così siamo complici in una fuga d’amore verso la libertà ?’
‘Se vuoi vederla così..’
‘Ci sono altri modi ?’
‘Tu eri ubriaco e volevi una scopata che, da quello che sto capendo,
non è stata neanche degna di fissarsi nella tua memoria.’
‘Hai fatto almeno due errori.’
‘E scommetto che nessuno dei due riguarda il fatto che
fossi ubriaco.’
‘No, questo è parzialmente vero. E’ vero non ricordo di aver
fatto l’amore con te ma stamattina quando ti ho guardata sono rimasto
estasiato.’
‘Non fare il romantico con me.’
‘Perché no ? C’è bisogno di romanticismo, la gente non
comunica più e tu mi piaci moltissimo. Anzi guarda mi spezzi il fiato, giuro.
Se vuoi scendo nudo a urlare il tuo nome in mezzo alla strada.’
‘J…sei un bambino mai cresciuto.’
‘No, sono solo vagamente infedele, anche verso me stesso ma
ci sto lavorando.’
‘J è stato bello e tu hai talento, non che questo ti debba
salvare per forza. Ma le cose sono più grigie di così. Mi desideri ? Certo dici
di volerlo e magari è così ma cosa ne sarà di me alla prossima che ti sbatterà
le ciglia davanti.’
‘Ma tu mi piaci, mi piaci tanto.’
‘Lo so e va bene così. Magari ci ritroveremo un giorno
quando saremo tutti e due gatti ma più facilmente sarà per del sesso
occasionale.’
Rimasi interdetto e ciò non è usuale per uno scrittore. Mi
diede un bacio sulla fronte e io ricambiai poggiando le labbra sul suo seno
sinistro. Prese i propri vestiti e si chiuse in bagno.
Dopo qualche minuto sentii aprirsi la porta e lei mi disse
dal corridoio:’Ciao scrittore. Abbi cura di te. Ti ritroverò in giro o su
qualche pagina.’
La porta di casa si richiuse ed era la prima barriera tra me
e la donna della quale mi ero appena innamorato.
L’amore è essenziale così come il dolore che provoca. Tante
cose provocano gioie o dolori. Eppure niente, neanche la morte, trasforma le
persone come questo sentimento tanto forte quanto abile nel mascherarsi da
utopia.
Le persone quaggiù sembrano essersene dimenticati e questo rende
il mio ruolo dannatamente difficile. Sono un bambino racchiuso nel corpo di un
adulto e questo è quanto.
Feci scivolare un’indugiante Marlboro dal pacchetto e
l’accesi. Mi versai da bere e rispolverai il mio quadernetto. Un sospiro, una
boccata, deglutii il gusto. Il tutto che prima sale e poi deflagra e scende.
‘Cara, bellissima, Maria
Se stai leggendo questa lettera vuol dire che ho avuto il
coraggio di sfidare il mio passato.
Non abbiamo avuto modo di conoscerci ma scrivere e
raccontarmi sono due cose molto difficili per me, che cerco di fare il meno
possibile. Quando lo faccio mi sento come un cieco che cammina sulle uova.
Tuttavia quello che sto scrivendo sono di certo le righe più
difficili che abbia mai dovuto scrivere.
Ho incontrato una persona, una donna, è stata una
coincidenza, non ero a caccia quella notte, semplicemente è giunta come una
tempesta in mare aperto.
L’ho guardata e lei mi ha guardato e un attimo dopo avrei
voluto che mi guardasse per tutta la vita. Le farfalle nel mio stomaco mi
stanno confermando che lei è quella giusta.
E’ diretta, passionale e velatamente oltraggiosa, cosa che mi
fa sempre sorridere.
Quella donna sei tu Maria e questa è la bella notizia,
quella brutta è che non so come richiamare la tua attenzione e la cosa mi
terrorizza perché sento che se non staremo insieme adesso, finiremo col
perderci.
Il mondo è grigio e freddo e solo. La gente è cieca e la
vita vola via nel tempo di un frettoloso sospiro.
Non so dirti molto di più e al tuo posto non so perché
dovrei saltare nel vuoto con uno come me però quanto sei bella e quel tuo modo
di giocare con me, questo dovrà pur contare qualcosa.
Batti un colpo (possibilmente sui tuoi tacchi)’
Incorreggibilmente tuo
J
Splendido. Ero contento di quello che avevo scritto. Di come
lo avevo scritto. Della persona per cui lo avevo fatto. Ero emozionato ed
eccitato, un’eccitazione sentimentale. Un senso di mancanza e una vaga venatura
d’isterismo. Non volevo cedere neanche un solo fottuto secondo all’attesa.
Avevo tutto, le parole, la voglia, il sentimento. Ma lei
aveva chiuso la porta. Non avevo né un numero né un recapito e me ne stavo
accorgendo in pigiama sulla soglia della porta di casa.
Feci per girarmi e rientrare lasciando che la porta
ricadesse su sé stessa quando sentii:’E’ difficile vero ?’
Mi voltai e lei era lì in piedi a tre passi da me ma non mi
scomposi e le dissi: ‘Che cosa di grazia, donna ?’
‘Quella è una lettera..’
‘Già, è un’arte che sta scomparendo.’
‘E per chi è ?
‘Tu per chi vorresti che fosse ?’
‘J..’
‘Maria..’
‘Vieni qua..’ – M’intimò.
Feci un paio di passi e quando le fui davanti mi strappò la
penna dalla mano e mi scrisse l’indirizzo di casa sul palmo della mano.
‘Aspetterò con ansia.’
‘Sbruffona.’
Appoggiò le sue labbra sulle mie. Sentii distintamente
liquefarsi i confini dello spazio e del tempo. La più tenera delle preghiere
donata con un bacio da una pellegrina a un peccatore.
Poi si allontanò di qualche centimetro e mi guardò. Scoppiammo
a ridere.
‘No, non sbruffona solo ansiosa di leggere e forse un po’…’
‘Un po’ ?..’
‘Aspetto la lettera J, è stato un piacere.’
‘Il piacere resta mio, Maria.’
Si voltò e scese nuovamente le scale.
Adesso avevo un indirizzo. Non avevo sicurezze o garanzie di
finali lieti ma un indirizzo sì, quello ce l’avevo.
Ed era il più incredibile degli inizi.
Fine
JL
Commenti
Posta un commento