•The ballad of a wild rover •

L’ubriacatura è una città in fiamme in un valzer solitario.

Un taxi a tariffa fissa e destinazione mutevole.

Un amico un po’ stronzo. Un mappamondo stonato.

L’ubriacatura è un costo. A volte, un ultimo saluto.

Una discesa incontrollata, un’ascesa inconsapevole.

Un rifugio obbligato quando hai perso quanto non pensavi ti spettasse.

L’ubriacatura è uno strozzino supplicato.

Un rasoio di piacere.

Un angelo azzurro che finalmente cinguetta.

Un respiro carico che torna a casa.

Un cuore che tiene un tempo nuovo.

L’ubriacatura sono pomeriggi di lacrime incendiarie e la punizione è un perché ?

L’ubriacatura è il succo grezzo della vita che domani verrà raffinato con la sua storpiatura.

L’ubriacatura è una confessione a bar chiuso,

anche la libertà ha bisogno di una bugia per essere libera.

L’ubriacatura è uno specchio bipolare.

È l’attesa di quella persona che valga la pena, appendersi a una vocale e latitare tra un’evasione e l’altra.

L’ubriacatura è un pazzo che parla non creduto, al tepore di questa libera certezza.

Un sogno svanito per un risveglio mai accertato.

L’ubriacatura è una pupilla sintetica che ulula ai fulmini.

L’ubriacatura è irrequietezza.

Sensi che tirano da ambo i lati.

Risse sanatorie.

Odore di sangue sui denti per tornare a sentire qualcosa.

L’ubriacatura è una sfocatura affilata,

tutte le strade per nessuna strada.

L’ubriacatura brucia in fretta,

amando i grandi amori,

e bevendo i loro finali amari,

sui fondi di bicchieri degl’altri.

L’ubriacatura è partire e non conoscere il finale.

Porta su un Eterno condannato a morte.

L’insostenibile attrazione per l’effimero.

L’ubriacatura è sapore,

è sconosciuto, anche.

Le peggiori sconcezze sussurrate.

Le promesse estorte del sesso. E tutto per venire a un po’ di vita.

L’ubriacatura è il gioco d’azzardo contro un banco che gioca il resto del tempo.

L’ubriacatura è prendere tutto,

e tutto il resto.

Schiacciarselo su per un buco nero,

appallottolarselo intorno al cuore,

poi uscire là fuori ed esplodere.

Jacopo Landi