Due di picche in asso di cuori



E’ tempo di lacrime. Un’altra volta.
E sorrisi amari.
Sogghigni, suvvia.
Lacrime che parlano di whisky. Brucianti. Urticanti. Un altro bicchiere
Lacrime vive, come l’acqua. Come le ferite. Come gli amori. Come la vista dei bambini.
Lacrime rosse come vino che sgorga amorale passione amorosa. Carica Sessuale. Oltraggioso desiderio di dogmi vietati da, corrotte, statue sante.
Lacrime bianche come nastri. Come le morti. Come fogli solcati da lacrime nere, pregne d’inchiostro.
Lacrime di fatti. Di sensazioni. Di fattori.
Lacrime che prendono vita da una preposizione.
Lacrime che esplodono in odori che, a loro volta, parlano di colori.
Lacrime infinite. Le lacrime delle sfaccettature.
Le lacrime delle preghiere. Quelle sussurrate. Quelle appena pronunciate. Quelle che salgono in un alito di vento. Quelle ricacciate in gola tra un pungo ed una bestemmia. Quelle di chi non crede. Quelle di chi pensa di credere e, soprattutto, quelle di chi crede di pensare.
Le lacrime di un due di picche, abitante di un castello più effimero di quanto la carta possa raccontare. Le lacrime della rivincita piccata di quel due sbocciato in un asso di cuori.
Le lacrime dell’abbandono. Dell’ultimo saluto alla stazione. Del fiore appassito. Del tramonto sfuggito. Del secondo mancato. Dell’occasione svanita
Le lacrime del dolore. Della gioia. Del caso. Del caos.
Le lacrime del sapere. Tutto e niente. Del sapere anche solo un becouse.
Le lacrime di chi gioisce. Di chi soffre.
Le lacrime del silenzio. Niente spiegazioni. Ultime parole. Non un secondo. Un  sospiro.
Le lacrime che mozzano il fiato. Le lacrime degli unicorni. Delle isole che non esistono.
Le lacrime degli atei, degli agnostici, degli scettici.
Le lacrime di chi alza il sipario. Di chi riempie il palco e di chi, il sipario, lo cala, in silenzio.
Le lacrime degli invisibili. Dei desaparecidos. Degli indesiderati.
Le lacrime di mio fratello. Dell’errante sconosciuto. Dei sette, fottuti, miliardi.
Le lacrime delle lacrime. Quelle non raccontate.
Le lacrime del due di picche e dell’asso di cuori.
Le lacrime del possibile nella terra dell’effimero condizionale.
E’ tempo di lacrime. Un’altra volta.
E sorrisi amari.
Sogghigni strafottenti.
…Suvvia….


Fine
JL

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