Siamo la società del...


Venuti al mondo per caso, tra un lifting ed una fiala di bottox.
Figli di un'età indesiderabile ed indesiderata.
Siamo quelli del conto. Quelli che pagano le tasse. Quelli che la finanza non c'è modo di evitarla.
Abbiamo subito i cambiamenti del mondo. Lo abbiamo cambiato a nostra volta.
Il mondo è cambiato tanto, tante volte e in tanti aspetti. Mai in meglio.
La medicina consente un'uscita di scena ricca di stile. Bloccare la morte e trascinarsi, stancamente, per anni.
Internet ha risolto il problema della pornografia. Ora è possibile farsi le seghe nell'omertoso buio di casa.
Il cellulare permette di essere ancora più estranei.
La pubblicità bombarda: "Niente è impossibile. Sei il centro del progetto. Sei il migliore o, per esserlo, ti manca solo quell'ultimo, piccolo ma irrinunciabile, dettaglio".
La pubblicità rende schiavo dei suoi consigli. Fa crogiolare nell' idiozia affinché si spendano: tempo e risorse in oggetti dei quali non si ha bisogno.Cazzate che non arricchiscono.
La pubblicità  dice che c'è un posto per tutti ma che ovviamente quello al sole spetta a te.
C'è un sogno per tutti, una possibilità per tutti e se toppi: una rivincita per tutti.
Siamo i figli di una società che ha cancellato il no way out.
Puoi sempre tornare indietro.
Hai sempre seconde chance.
Più tentativi....
NON è COSI’.
C'è tutto per tutti e tutti sono qui per te...
NON é VERO.

E' indubbiamente affascinante il carrozzone. Musiche accattivanti. Attori di scarso talento ma con gli addominali scolpiti che ammiccano.
E' un carrozzone. Indubbiamente affascinante, ma pur sempre, un carrozzone.
Scenografie da mille e una notte che contrastano col retro bottega della fame, dell'acqua e dell'aids.
E' finto il carrozzone. Non si spegne mai. La sua faccia accattivante non conosce momenti di down.
In servizio 24 ore su 24. Al tuo servizio ?
Chi paga il conto ? Io, tu, lui....tutti ?
Ci viene detto che abbiamo tempo. Sempre e comunque. Abbiamo così tanto tempo che ne sprechiamo la maggior parte.
Il nostro tarlo è l'esigenza di sapere che si può. Non l'utilizzare ma il possedere.
Siamo talmente orfani e poveri che non desideriamo altro che mettere il nostro nome sopra tutto ciò che ci attornia. Tempo compreso. Così tu vivi la vita all'insegna del: "C'è sempre tempo". E chiudi gli occhi conscio che per le cose importanti non ne hai avuto mai. Troppo preso, troppo protagonista...troppo.
E' l'idea. E' l' accumulare. Siamo la metafora umana de “La Roba” di Verga. Accumulare per accumulare....mai disperdere, mai vivere, mai assaporare....solo accumulare ed accumulare.
Sproloquiamo a cazzo di libertà e diritti. Così ci è stato inculcato e così facciamo. Nessuno parla più di doveri e così anche i diritti sbiadiscono. Protestiamo perché ci è stato insegnato che possiamo e dobbiamo farlo. Inseguiamo modelli di cartone. Resistiamo ai nostri impulsi primordiali per cedere a tentazioni sintetiche.
Abbiamo venduto il cuore per un cheeseburger ed il libero arbitrio per un paio di mutande firmate.
Passiamo nottate dinnanzi agli schermi dei nostri pc parlando del niente con amici sconosciuti.
La discoteca è il nuovo Colosseo e noi il popolino intorpidito nei sensi e condizionato nelle decisioni.
Ci crogioliamo nel nostro torpore passando il tempo nei club tra alcol, droga e pompini.
Inseguiamo disperatamente l'amore senza neanche chiederci se questo esista.
Litighiamo con e per un Dio che non capiamo e bestemmiamo i nostri genitori ai quali assomigliamo più di quello che siamo disposti ad ammettere.
Siamo la società delle palestre, delle lampade e della depilazione al laser.
Il tronista: il nostro ambasciatore. Il mafioso in colletto bianco: il nostro portavoce.
Siamo la società che: magari potessimo tornare ad essere pizza, sole e mandolino.
Siamo la società del conto salato, dell'inflazione galoppante. Dei punti sulla patente e delle S sul cayenne.
Siamo la società del compromesso morale. Imballata in questo mare di, marcio, miele appiccicoso.
Siamo quelli del servizio sul delfino al telegiornale.
Rapper rimano contro un sistema al quale appartengono più di tutti gli altri.
Siamo la società che non ha più bandiere. Che non ha un inno.
Siamo la società dell'io sterile. Siamo una società in cui un Io forte, manca tanto quanto lo zoccolo duro di un noi.
Siamo la società che più di tutte vorrebbe essere, ma non avendone i mezzi, si è specializzata nell'apparire.
Siamo quella goccia di rugiada che sbiadisce al primo sole.
Siamo un applauso ad un funerale.
Siamo belli, questo è il problema. Siamo belli, troppo belli. Siamo sensibili e lo siamo troppo.
I belli non durano e lasciano un mondo bellissimo al raziocino dei brutti.
Resisteremo fino a quando i pochi che riescono a coniugare il noi con l'io, riusciranno a trasmettere questo spirito. A muovere nell'ombra i fili di questa società di teneri spostati.
Siamo la società del...
Siamo ?


Fine
JL

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