Pezzo Notturno
Eravamo così, in macchina, solcando una Toscana profonda e
silente ma non addormentata. Una notte intensa per contorno, il sale del sudore
a perlare le nostre fronti. l'aria tagliata fuori dalla velocità a sbattere sui
finestrini. Un ultimo secondo d'attesa, attenzione, pietà, chissà...
Stavamo ascoltando "Little black submarine" tutti
immersi e sovrastati da un diverso e personale insieme di immagini, suoni e
ricordi. L'ugola vibrava, la bocca modulava e le mani tenevano il tempo a memoria,
reinventandolo in qualche sua parte.
Il personalismo che confluiva in un semplice attimo randagio
e condiviso. Allegria, musica, eccitazione. Voglia di esserci, di essere lì,
dentro a quel momento.
Era successo un po' di tutto in quei giorni e, badate bene,
in tutti i giorni succede un po' di tutto, tranne, ovviamente, quelli nei quali
deve succedere qualche cosa.
Bestemmie, risate, lacrime a goccioloni, sesso tanto e
spinto, sudore e buona musica se non per uno spagnolo paraculo che miagolava
senza stile dietro a una pendeja.
Una riscoperta del vino bianco, un occhiolino a quel vecchio
amore declinato in tonic e colazioni di rosso vestite.
Allontanati e avvicinati, sempre, continuamente,
costantemente.
Non lo avevamo chiesto ma a quanto pare, per causa di forza
maggiore, era il nostro tempo, il nostro momento. Un gioco-forza.
Nessuno sapeva cosa ne sarebbe stato di sé o degli altri da
lì a un battito di ciglia dopo ma tutti lo accettavamo, un po' per spacconeria,
un po' per non curanza e un po' solamente per riuscire a tirare avanti.
Le nostre orecchie erano sorde, le gole sfasciate e i fegati
in cariola già da tempi immemori ma i nostri cuori bucherellati vomitavano
sentimenti e tanto bastava o almeno per qualcuno era così. L'aria fuori a
sferzare quel tanto di morale in eccesso di cui è sempre meglio liberarsi.
Siamo stati etichettati come una generazione anonima e per
certo abbiamo aiutato a che questo si verificasse. Giudicati da quella stessa
generazione che ci ha lasciato questi irrisolti problemi in eredità, come una
cicala che dopo un'estate di gioie e sbronze fotte la formica per continuare
imperterrita anche in inverno.
La realtà è che siamo una generazione, neanche LA, punto.
Tutti importanti e nessuno indispensabile, come sempre. Differenza tra forma e
sostanza.
Non avevamo niente da dire ma, ammettiamolo, lo dicevamo
piuttosto bene.
Fine
JL
Commenti
Posta un commento