• Non c’è origine alla mia irrequietezza •

Non c’è origine alla mia irrequietezza
Che nasce dal desiderio di desiderare
E dal desiderare di non accontentarsi
Non c’è origine alla mia irrequietezza
neanche mi accontento di un desiderare fine a se stesso
Desidero bramare e conquistare in libertà. Senza che la mia fame venga scalfita.
Che la mia fiamma e la tua fiamma si rinnovino riconoscendosi straniere
Non c’è origine alla mia irrequietezza
Mi accontenterei del tutto e del nulla in costante alternanza
ma non è vero
Perché desidero più di tutto scappare dall’inadeguatezza
Dalla mediocrità
Dalla pace
Dagli affari comuni
Dai baci scontati
Dai litigi mitigati
Dai sorrisi imbarazzati
Dalle passioni soppresse fino alle ferie
Da quell’amore di facciata. Quell’amicizia spruzzata. Quella stima professionale
Quel non starsi sul cazzo che in fin dei conti può anche bastare.
Non c’è origine alla mia irrequietezza
Quel potere che influisce sulla natura irregolare nei confini del fuoco.
Quell’amore di sbronza condivisa e gioventù urlata e morte sempre possibile ma vivida e vivente.
Quell’amore che lo sguardo ne sente l’odore
Che il sesso è bandito perché chiave di paradisiaca immortalità
Non c’è origine alla mia irrequietezza
Perché desidero anch’essa
Perché necessito anch’essa
Per distinguermi, al mondo.
E questa è la mia sconfitta, che non desidero.
E ancora una volta non è vero. Desidero tutto e nulla, costantemente.
Non c’è origine alla mia irrequietezza
E così devo accontentarmi anche io
Di desiderare
Di girovagare
Di vedere le migliori anime della mia generazione distrutte dal pregiudizio e dalla diffidenza
Di non potermi sottrarre perché l’inganno e la finzione mi son troppo chiari.
E a volte piacerebbe anche a me.

Poi torno onesto o forte. A scelta.

Jacopo Landi


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