27 in N



E' brutto da dire ma forse si deve dire e basta, perché in fondo è così.
Le  parole se le porta via il vento. Se l'è sempre portate. Questo non cambierà.
Le stragi e la morte fanno parte della vita.
Tutto fa parte della vita ma nulla più forte della morte chiama la vita stessa.
Soprattutto quando vengono toccate delle giovani anime. Dei bambini.
Non tanto per la loro natura, quanto per il loro significato simbolico.
Essi ci ricordano chi eravamo. Quella parte schiacciata dentro noi, chissà dove e quanto grande, che un giorno abbiamo rappresentato a nostra volta.
La speranza può essere flebile. Quasi sempre disattesa e mal riposta.
Alla fine, tuttavia, dobbiamo ricordarci come la speranza: sia.
Essere è l'unica cosa che conti. Anche per un briciolo d'istante. Un'emozione. Una lacrima. Un sorriso o un battito di ciglia.
Ieri a Newton abbiamo perso l'ennesima speranza. La più intensa e forte, fino alla prossima volta: la speranza di essere migliori.
La possibilità di tornare a quell'età in cui il giusto è chiaro. Quando il bianco ed il nero se ne restano al loro posto. Quando un sorriso, una manina ed un abbraccio sono le risposte e le domande a tutto.
Mai si spegnerà il lutto e lo sconforto per la perdita di questi splendidi Angeli.
Ma siamo essere umani e quando cadiamo, quando il cammino sembra interrotto e nessuno scommetterebbe più nulla su di noi, riusciamo, solo allora, a riscattarci e a tirar, ancora e di più, fuori il meglio di noi.
27 angeli. 27 speranze.
Per non dimenticare.
Perchè una lacrima resti nel cuore. Ed un sorriso sia lo sfondo di un ricordo perpetuo.

Fine
JL

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