"La puttana che sbraita tra gli specchi"


La gente scrive merda.
In parte, perché non ha le basi lessicali per poterlo fare. 
La maggioranza di noi, in realtà, scrive merda perchè è terrorizzata all'idea di dover parlare dell’unica cosa di cui ognuno di noi può scrivere: ciò che c’interessa.
In un mondo nel quale poeti e scrittori da fast food non riescono a far altro che citare ombre presuntuose. In un luogo in cui il sentimento non è altro che filosofia da spiccioli. In un tempo nel quale l’onesta s'identifica nello sparare cazzate per giustificare la mancanza di fottuto carattere.
Siamo erranti teste di cazzo che fuggono vita ed amore. Sempre e solo di queste si parla. Bisognerebbe avere il buon gusto di farlo solo da ubriachi. Da stupidi. In sostanza: da puri.
Io non sono contro l’amore, forse contro la vita, -al massimo- ma non direi…è la qualità di quest’ultima che mi fa incazzare.
Sono un essere umano. Non un uomo ma sto lavorando ad un progetto mio. L’amore centra tantissimo col sesso. Il sesso centra pochissimo con la macelleria. Il sesso è arte. La macelleria sono picche e gambe aperte a vanvera. L’amore ed il sesso centrano fottutamente troppo con la passione e la passione, per Dio, centra con tutto. L’amore è totale dedizione. E’ trovare un’oasi nel deserto. E’ un gettar le braccia al collo. E’ un seno. E’ una lacrima. E’ un piatto che si rompe. E’ un sacrificio col sorriso. E’ doloroso. Dolorante e quasi sempre: incomprensibile o per lo meno difficile da accettare. E’ costitutivo e caratterizzante della nostra umanità. E’ un atto di fede. L’amore è ed al contempo non è. E’ un’esperienza totalizzante. E’ mettersi al secondo posto. E’ fare la scelta più difficile. E’ accogliere nella propria vita la parola: altro/a.
L’amore non è importante, è l’unica cosa che conta. Tutti noi vaghiamo come peregrini con la gola arsa alla sua ricerca e più soffriamo della sua assenza più lo ricerchiamo con ostinata ed infantile dedizione. Spesso lo inseguiamo per vicoli spenti. Perdiamo tempo con persone sbagliate. Siamo fottute formiche con le antenne bruciate.
Ma l’amore chiama la vita e viceversa. Personalmente, la mia capacità d’amore è molto deficitaria. Soffro di continui crampi al cuore e non mi riesce di parlare del magma che mi ribolle dentro. Sto aspettando la mia persona. 
La mia persona è quella che mi fermerà sul limite del precipizio. La mia persona è quella che mi porterà pace e forse un briciolo in più d’equilibrio. Sarà la persona che mi farà piangere. Quella di cui sentirò la mancanza. Quella grazie alla quale il resto sarà effettivamente solo il resto. Quella per cui sarò impaziente di buttare via l’orgoglio. Quella di cui vorrò diventare il servitore fedele. Quella per cui starò male. Quella per cui pregherò.
Non fuggo da ciò che sono. Brucio in fretta ed ancora più in fretta brucio chi mi sta accanto. Persino lei: la mia persona. Non pretendo una vita canonica. Per sempre insieme. Non voglio che lei faccia la brava e si conservi per me. Per noi. Voglio che basti uno sguardo. Voglio dare importanza alle cose serie. Voglio renderla orgogliosa. Voglio smaterializzarla di piacere. Perdere giornate a fare l’amore. Voglio che la mia pelle invecchi nella sua. Voglio che i nostri corpi conservino un cuore che si rinnovi costantemente, come la fenice. Voglio che mi allontani perché ha paura della quotidianità. Voglio che mi allontani perché un rapporto come il nostro è troppo carico. Troppo sbagliato o troppo perfetto. Meritevole di lontananza e sfolgoranti brevi ritorni. Voglio che mi allontani perché insieme siamo pericolosi. Lontani e mai soli. Nessuno più di me conosce il godurioso dolore del contrappasso. Non sfuggo le mie pene ma godo infinitamente delle mie gioie.
Non sono un uomo, sto lavorando ad un mio progetto.
Ti sto aspettando, sono quello lì. La puttana che sbraita tra gli specchi.
Fine JL

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