Le novelle del Liga, il manifesto del Blasco e i come mai del Max


1) Non è tempo per i mediani

Premessa:
Non è tempo per i nostri sogni di rock'n'roll mentre urliamo contro il cielo tra palco e realtà. Magari un bicchiere di Lambrusco e pop corn, durante l'happy hour, mentre si parla con una bambolina barracuda. Al bar Mario compiliamo la schedina: viva, morta x. Prima di tornare a casa, auguriamo buona notte all'Italia, che era bellissima...Siamo noi che viviamo vite da mediani...ed ogni giorno vinciamo i mondiali, caso mai...ma in sostanza no,...non è tempo per noi e forse non lo sarà mai.

Una donna...
Una donna che inseguiva con lo sguardo una piccola stella senza cielo, quando un giorno, un Angelo della nebbia le portò la notizia che tanto aspettava. Avrebbe avuto un figlio, un figlio d'un cane. Allora lei ed il suo compagno iniziarono a ballare sul mondo. La donna pareva una bambolina barracuda. Era talmente felice ed emozionata che corse al Bar Mario per raccontare la splendida notizia a tutte le amiche. Tornata a casa, accese radio radianti e mentre ascoltava sogni di rock'n'roll rifletteva sul possibile nome del bambino. Scelse Marlon Brando...perchè Marlon Brando è sempre lui. Sfortunatamente per lei e dato che le favole non esistono, il suo compagno l'abbandonò senza ulterior verbo proferire. Cadde in depressione...sentiva freddo...un freddo cane in questa palude nella quale si era impantanata. Tuttavia si fece forza e tirò avanti, sforzandosi di sorridere per il bene di suo figlio e per sè stessa...in fondo pensò...semplicemente non è tempo per noi.
Il tempo passava e per quanto si sforzasse soffriva...tanto, troppo. Così si avvicinò a Dio dicendogli: "Libera nos a malo". All'iniziò non ne trovò nessun giovamento tanto che arrivò anche ad urlare contro il cielo. La sua vita le stava scivolando via dalle mani e le giornate passavano tra Lambrusco e pop corn. Le amiche si dimostrarono sorelle di vita...le rimasero sempre vicine, senza mai abbandonarla. Una in particolare, la sua migliore amica, non l'abbandonò mai. La donna continuava a piangere supplicando l'amica:" regalami il tuo sogno". L'amica l'abbracciava e le ripeteva di stare tranquilla…di salvarsi la pelle insieme. Allora partirono, andarono in Egitto...erano in un bellissimo albergo con camera con vista sul deserto. Fecero tante foto pensando che sarebbe stato un bel souvenir. Tornate, crearono un album di fotografie che intitolarono: "Con queste facce qui". Il tempo passava...ancora e ancora e ancora...La donna si sentiva come un'anima in plexiglass. Insieme alla sua amica e al tempo, riuscì a riprendersi. Un giorno, svegliandosi, si sentì decisamente meglio... più leggera. Decise che quello sarebbe stato l'intro di una nuova vita. L'amica si chiamava Samanta. In segno di riconoscenza la donna si batté la mano sul pancione e disse: "Ti chiamerò Sam". La donna aveva messo via la tristezza. Era ancora in piedi..ma sentiva la necessità di qualcuno al suo fianco...questa necessità era così forte che avrebbe voluto mettere un annuncio: “AAA qualcuno cercasi”. Mancava poco alla nascita del bambino così andò a salutare i genitori che abitavano nella piccola città eterna. Il treno che la portava giunse dove fermano i treni. Lei scese da questo con la leggiadria di una ballerina di carillon. Rimase sconvolta da tutta quella gente in movimento...e pensò che lo zoo fosse lì. Rimase qualche giorno con i suoi genitori, per lo più con sua madre con la quale si confessò…una specie di tema libero a cuore aperto. Il padre che si chiamava Walter detto il Mago invece lo vide poco, era un duro...le voleva bene, certo..ma era un duro e i duri si sà hanno due cuori. Così il padre si limitò ad abbracciarla mentre lei ripartiva e a dirle di stare tranquilla che quando sarebbe toccato a lei, se ne sarebbe accorta. Amava sua padre...il suo parlare pane al pane…
Si voltò e salì sul treno che l'avrebbe ricondotta a casa...sulla fiancata del treno v'era scritto Prezzo. Al destino, pensò, non manca certo il senso dell'umorismo. Quel maledetto treno non arrivava mai. Da una parte le diede la possibilità di riflettere, dall'altra si stancò molto...tanto che si chiese a che ora sarebbe stata la fine del mondo e se lei ci sarebbe arrivata per tempo, o fuori tempo. Tornata a casa le amiche la accolsero. Lei raccontò del viaggio, di come il padre le avesse detto: "Male non farà, cerca nel cuore".  Le amiche invece le suggerirono di ridere e divertirsi…giustificando il tutto col fatto che lo avevano detto anche gli Stones. Alla fine quella sera uscirono, tutte insieme. Andarono in un bar/discoteca chiamato Gringo ’91-94. Passarono una serata eccezionale, di musica e colori.
Il momento era giunto.
Le si erano rotte le acque, mancava poco. Le amiche dimostrarono ancora una volta la forza della banda accompagnandola di corsa all’ospedale. Lei nel frattempo era combattuta, da un lato il suo cuore era leggero, dall’altro invece, si ritrovò immancabilmente a riparlare con Dio, chiedendogli semplicemente: “Hai un momento Dio?”. Si sentiva come seduta in riva al fosso…agitata e senza sapere come sarebbero andate le cose.
Spingeva e respingeva….urlava e piangeva…sapendo o sperando di abbracciare quanto prima la gioia più forte di tutta la sua vita. Tra una spinta e l’altra ebbe modo di ricordare certe notti con le amiche. Ricordò di quella volta che vide Rane a Rubiera Blues ma soprattutto ricordò a sé stessa che era ancora viva, che il cielo è vuoto o il cielo è pieno ma lei era ancora viva. Le venne anche la nostalgia ripensando a tutti gli uomini sbagliati che aveva conosciuto. Rise anche quando li definì tra se e sé come i ragazzi che sono ancora in giro…sì, in giro nella sua memoria. No, basta !!!…richiuse quel pensiero nella sua memoria…disse a se stessa: “Non essere più quella che non sei”. Spingeva e spingeva…poi in un istante la luce e la fine di tutto il dolore, di tutta la fatica. Non era il momento prestabilito, non era il momento giusto...ma come diceva sempre suo padre:”Non dovete badare al cantante”. Giusto il tempo di riprendersi e suo figlio le sorrideva, per la prima volta…tra le sue braccia. Proprio in onore di quell’ultimo pensiero legato al padre decise che lo avrebbe chiamato Elvis, come il Re, che suo papà adorava. Poco dopo, ripresasi, gli cantò una ninna nanna che iniziava con queste parole: “Buon compleanno Elvis…” .Si addormentarono insieme…ma lei, neo mamma, riuscì a concedersi un ultimo pensiero…nonostante tutto era ancora viva, morta o x. Quel giorno rappresentava un doppio record, che era sicura, non avrebbe mai potuto battere. Era il giorno più felice della sua vita e al contempo il giorno di dolore che uno ha. Ricordò di aver provato una sensazione di forza dirompente quando aveva guardato per la prima volta suo figlio negli occhi. Una sensazione a metà tra palco e realtà…
Baciava suo figlio, di fianco a lei,  la Radio-freccia passava una vecchia canzone che s’intitolava “Ultimo tango a Memphis”…adorava quella canzone ed infatti, in essa, perse il suo pensiero come le parole del resto…Persa l’ispirazione, decise di accendere la tele che passava un telefilm di nome Boris…solitamente non ne perdeva una puntata ma in quel momento riusciva solo a pensare a quando avrebbe varcato il tappetino di casa “Welcome home” con suo figlio tra le braccia.  Non aveva di certo bisogno di tornare a casa, invece, per mettere in circolo il proprio amore verso quel cucciolo d’uomo…frutto del suo amore…e della cortese collaborazione di un uomo che ormai non c’era più…un uomo relegato a bordo campo nella sua vita. La giornata trascorreva veloce e lei riceveva svariate visite…la prima fu Marzia…una sua cara amica…che le portò in regalo uno di quei libri per neo mamme: “Prima pagina del libro d’oro”. Il tempo trascorse più veloce in sua compagnia…Marzia era simpatica, una donna gentile…aiutò la neo mamma a rilassarsi e svagarsi un po’. Ricordarono di quel viaggio a Malta…e di quel folcloristico personaggio: “Boris segna il territorio”…quello sì che le aveva fatte ridere…quelle risate di gusto…come la famosa pantomima del “Pesce - siluro”…inenarrabile anche quella…
Tuttavia il tempo è tiranno con tutti…anche Marzia se ne dovette andare. La donna allora, mentre mangiucchiava qualche cioccolatino (altro dono dell’amica),  guardò un vecchio film in bianco e nero: “Bonanza siamo in onda”…niente di esaltante…ma meglio che un calcione sulle gengive pensò, soffocando una risatina e finendo di sgranocchiare il dolcetto.
Era notte…la donna dormiva…dormendo sognava…un sogno particolare…si ricordò di com’era cambiata col tempo. Dall’insicurezza e dalla paura della sua fase adolescenziale…da pensieri quali: il mio nome è mai più, forse mi trovo, si viene e si và, uno dei tanti, almeno credo. Oggi tutto era cambiato, lei era cambiata…era diventata più donna…nello spirito e nella carne…più ottimista e forte…e col suo pupo in braccio…ora i pensieri che le balenavano in testa erano: Baby, è un mondo super, da adesso in poi, sulla mia strada, tutti vogliono viaggiare in prima. Era risoluta e decisa…era più colorata che mai e poi aveva il suo bambino…la sua gemma…niente sarebbe durato più a lungo del suo amore per quella creatura, neanche la morte…
Sapeva che avrebbe dovuto fare ancora tanta strada…tanti sacrifici…ma era sempre stata una faticatrice…una vita da mediano non la spaventava. Si ripromise poi, con calma, di riassaporare l’odore del sesso…e di farlo più coscienziosamente…sapendo meglio, ora, che tipo di uomo voleva al suo fianco…
Con questo pensiero che le balenava in testa e le pulsava nel cuore…si lasciò cullare dalle braccia di Morfeo.
Il sole era alto nel cielo…Quando riaprì gli occhi vide una lettera sul comodino, vicino al suo letto…Non era firmata…allora chiese alle infermiere se qualcuno avesse visto chi l’avesse portata…una vecchina nel suo grembiule blu elettrico e con un cane al guinzaglio le disse…una signora magra, giovane e coi capelli rossi…Lei capì subito: “Kay era stata qui”…Legge la lettera, piange di gioia…Kay…Kay lo sapeva…c’era stata…e tanto bastava. Col cuore più leggero…avvertì invece i crampi della fame, così mangiucchiando il pasto pronto di turno, si godette un po’ di televisione. In tele danno miss mondo edizione ’99 e lei lo guarda distratta. Riflette sul fatto che diventare madre ti porta a spremere quei pochi momenti di libertà, per farti degli esami di coscienza. Lei ne è conscia e lo accetta dicendo a sé stessa:” Questa è la mia vita”. Poi rivolge lo sguardo al cielo ricordando quella persona cara che oggi non è più vicina a lei. Una lacrima un sorriso ed una esclamazione: “Tu che conosci il cielo”. Si asciuga le lacrime…deve essere forte…per lei e per suo figlio…la vista cade fuori dalla finestra dove scorge il campo delle lucciole. La mente torna a cavalcare la prateria della memoria. Quella volta che suo padre le aveva detto: “Eri bellissima” . Quella volta che avevano litigato e lei era scappata sbattendo la porta mentre urlava: “Voglio volere”, quasi come se si prendesse una libera uscita. Si era calmata poi…e tornata da lui gli aveva detto tra un bacio ed un abbraccio: “Tutte le strade portano a te”. Si ricordò anche del suo primo concerto..con l’amica del cuore…chiedendosi se in cielo passano gli Who…quel momento…così…in pieno rock’n’roll. Quel concerto…quella giovinezza…bellissimi certo…ma ora erano lei, suo figlio ed il loro futuro…ne era sicura…aveva trovato la sua personalissima porta dei sogni con ingresso diretto all’Happy hour del Giorno dei Giorni.
E non conta niente il resto…anzi…certo, l’amore conta…ma cosa vuoi che sia l’amore di un uomo rispetto a quello di un figlio…questo lei lo sapeva…le donne lo sanno. Avrebbe vissuto giorno per giorno…avrebbe vissuto ad orecchio. “E’ più forte di me” pensava…è l’unico modo che conosco per andare avanti…sono qui per l’amore…figlio mio metti in circolo il tuo amore perché io ho ancora la forza e sempre l’avrò. Figlio mio, quando canterai la tua canzone varcando la sottile linea…io ci sarò…sempre…nel tempo…e tu spero mi dirai la verità ovvero: “Ci sei sempre stata”, perché è una scelta amore mio, un atto di fede…un colpo all’anima. Ma tu ed io lo sappiamo che in fondo o in principio il meglio deve ancora venire.
Posò la penna…aveva concluso la sua lettera. La sua lettera di riflessioni, di speranze e propositi dedicati al figlio. Intitolò quella lettera: Lettera a G. G era l’iniziale del secondo nome di suo figlio Elvis…Gringo o Gabriele…comunque un lottatore, un rocker…un mediano dai polmoni possenti.
Poi guarda fuori dalla finestra. Non rinuncerà mai all’’amore…all’amore di nessun genere esso sia, lei lo sa, che un uomo ci sarà…e a lui dedica le sue ultime parole: “Quando mi vieni a prendere non sentirai il peso della valigia, caro il mio Francesco.”

Fine
Jacopo Landi


2) La spericolata vita di un'anima fragile ma libera, libera...

E..
E poi mi parli di una vita insieme. Mi mostri la nostra relazione...mi dici ciao. Prima mi dici che è colpa di Silvia poi che Jenny è pazza. Io ti schernisco un poco rispondendoti che alla fine il tempo crea eroi. Non voglio litigare, così ti sorrido e dopo averti detto ambarabaciccicoccò, ti do un bacio sulla fronte e mi chiudo la porta dietro di me...mentre un ultimo ciao riesce a scivolare nelle tuo orecchie.
Tu piangi...senti il tuo fegato spappolato e non sai più cosa fare, così te ne vai a letto...tu che dormivi piano.
Io quella sera non volevo pensare...così mi do all'alcol e alla movida. Vivo sballi ravvicinati del terzo tipo, e addirittura fermo un passante dicendogli:" Per quello che ho da fare, faccio il militare".  Lui scappa spaventato...e di fianco a me si para la Strega, che altri non è se non la diva del sabato sera.
Amica mia...lo sai...la notte trascorre per tutti…per tutti e due...Io non mi chiedo come sarà domani...tu invece speri in un'Alba Chiara...Va bhè...
Ricordi...quando quindici anni fa ti dissi: "Semplicemente ti amo".
No...tu no...non l'hai mica capito.
Mi dispiace, tutte le storie che mi facevi....è stata colpa d'Alfredo...quando ti ha detto che mi piaceva Susanna…ed invece io amavo solo te...anima fragile. Non cerco alibi, sono sensazioni forti...mi portano fino Tropico del cancro e mi sbattono nell'asilo republic. Alla fine io andrò avanti...non ho perso niente di quello che eravamo…se non la possibilità di abbracciarti. Sei sempre con me, siamo solo noi.
Tra l'altro, non ti ho raccontato...ieri un amico mi ha fa:" Ho sgozzato mio figlio" . Io sono rimasto incredulo e gli ho risposto:" Che ironia...". Vabbè...questa te la dovevo raccontare...
Mi manca quando mi dicevi:"Voglio andare al mare" ...eri proprio brava...già.
Rimarrai la mia incredibile romantica...a te dedicherò la mia canzone...in quella splendida giornata, quando andremo al massimo…quando sconfiggeremo la noia con le bollicine. Ora dimentichiamoci di questa città...mi dovrò fare del valium per riuscirci...Domani mattina sarò ancora in coma...mia madre mi chiederà:"Cosa ti fai ?". Ogni volta...ormai è così....bah...ci ritroveremo in un'altra vita...io lo so e tu ? Credi davvero ? Amore..aiuto….
Senza te vivo una vita spericolata…piena di deviazioni…gli amici mi dicono:” Giocala”…io ho solo la voglia di scrivere una canzone per te…ho trovato anche il titolo:”Ultimo domicilio conosciuto”.
Bah…ti dirò…vorrei chiedere a qualcuno:”Portami Dio”…almeno lui saprebbe cosa dire….di sicuro, lo so io...lo guarderei in faccia e poi gli direi: “Signore…vorrei rivederla solo per dirle mi piaci perché”…
Comunque…ci penseremo poi…domani sì…adesso no…inoltre non sai…ma il generale oggi mi è corso incontro, io gli ho chiesto cosa c’è…e lui mi ha raccontato cosa succede in città. Pare che Tofee sia tornata e si sia menata con Sally, dicendole: “Ti taglio la gola”. T’immagini ? Loro che una volta giocavano con le bolle di sapone…bah siamo passati da vivere una favola…ad un incubo.
Oggi ho anche litigato per colpa d’Alfredo…lui continuava a ridere di te…ed io gli ho fatto capire che c’è chi dice no.
Poi di sera sono andato al Roxy…suonavano una canzone del Blasco Rossi…era:”Brava Giulia”… E’ stata una domenica lunatica…però lo sai…meglio così che il lunedì..non mi và il lunedì. Ormai è tardi…se solo potessi dirti: muoviti…muoviti a tornare…ma non è possibile ed è dura vivere senza te…ogni giorno è un tango della gelosia…quando invece vorrei urlare con te: “Liberi liberi”.... Vabbuò, fai come me…dillo alla luna…per stasera lo show è finito….e tu non appari mai…io me ne vado a letto…con gli spari sopra…buona notte, ti amo…ci credi…tu?

Ehi tu delusa…ti ricordi quando mi facevi ridere ed io ti sussurravo:”Vuoi stare ferma”…chissà l’uomo che hai di fronte ora…già…stupendo…vi starete girando un gran bel film. Tu gli avrai detto benvenuto…e lui avrà sentito gli angeli. Un momento praticamente perfetto…senza nessun pericolo..neanche quello delle cose che non dici. Io invece resto qui e lo so…che per te perderò tutto…
Ti ricordi quando, da bambino, mi si escludeva dai giochi al parco…e tu mi difendevi…tu mi salvavi dalla marea…eri il mio valium. Quanti anni hai adesso Laura ? Io no…non voglio abbandonare la favola antica…la mia idea numero 77…. per riabbracciarti…siamo soli, sono solo… senza te. Quasi quasi, ti prendo e ti porto via…mentre la gente fa una standing ovation…
Ora mi ritrovo tutti i giorni a scriverti in questo stupido hotel…ma va bene...io ti accontento…anche se non piangi per me…io lo so...che tu vuoi da me qualcosa…dai allora…vieni e stendimi…con quel vestito semplice…
Siamo noi un po’ buoni e cattivi, ma in sostanza noi, solo noi.
Comunque…come stai ? …a me non basta niente…anymore…senza di te…hai mai provato questa sensazione ? Chissà com’è per te…dimenticarsi…da sola con te….bah. Alla fine sono arrivato alla conclusione che è solo un rock’n’roll show….non ha un senso…non è il mondo che vorrei….perchè in quel mondo...io ti direi:”Vieni qui, gioca con me”. Se non altro mi resta un foglio bianco su cui scriverlo...il mio unico momento...l’unico momento che mi prendo e nel quale mi dico:”E adesso tocca a me”…Ma…cosa importa a me…dimmelo te il senso…perché non vivo senza te…sarà colpa del whisky...ma qui si fa la storia e tu non ci sei…io non sopporto più…ho bisogno di te…basta poco…vivere non è facile….ma dovrò abituarmi. Scriverò un manifesto futurista della nuova umanità. Se non altro credo che starò meglio di così…tu prendi la tua strada…
Sarai un aquilone. Tanto so che se ti rivedessi mi diresti solo che non sei più quella che eri. Io invece ti direi:”Però stammi vicino”…Maledetta cazzo di ragione…
Vabbè, concludiamola qua…tu prendi la tua strada…tu che tanto, non sei più la mia Mary Luise.
Fine
Jacopo Landi 

3) Lo strano percorso del come mai...

“Non me la menare”. Come se non le avessi detto niente…questa s’incazza, mi dice:”Sei uno sfigato, te la tiri”. Io non ne posso più….la mando a dare via tutto quello che possiede e scappo. Neanche il fottuto tempo di uscire di casa che il telefono squilla: “Ehi…hanno ucciso l’uomo ragno”. Ripongo il telefono e continuo a camminare mentre lacrime rigano il mio volto esterrefatto. Vorrei scappare ma con un deca andrei poco lontano…così mi rifugio al Jolly Blue…ma neanche lì trovo pace. Il problema ora è che un trans mi ulula:”Lasciati toccare”...io lo spintono via e scappo…
Torno a casa e mio padre sta per menare mia madre…gli urlo:”Lasciala stare” e lo inchiodo al muro…lui ferito...-più nell’orgoglio- se ne và a dormire.
Per riprendermi faccio un salto in cucina e dopo un bicchiere d’acqua, saluto il pappagallo che mi risponde:”Sei un mito”….sorrido, mi giro e me ne vado in camera. Mentre salgo le scale, non posso non pensare, che io e quel pappagallo…bhè noi due…noi non ci spezziamo mai.
Il giorno dopo lei mi richiama…riattacca con le sue pantomime: “Come…ma chi sari…e bla bla bla”. Io la invito a prendere la macchina e a seguire rotta per casa di Dio…lei non capisce e mi chiede indicazioni. Io che sono un po’ stronzo, sì lo ammetto, le dico:”Segui per nord-sud-ovest-est”…Lei mi replica:”Ma perché ?”…ed io, che mi sono rotto, la liquido augurandole un buon week end.
Quella sera esco…esco nella notte…una notte impolverata, con cumuli di pattume sulle strade…un aeroplano costeggia la mia macchina…e io mi chiedo se ci sarà a bordo qualcuno che scoreggi, col vicino che gli urla:”Chiuditi nel cesso”. Bah…ritorno a me...la mia macchina ed io continuiamo il nostro, momentaneamente, infruttuoso pellegrinaggio...non ci spezziamo noi..
Ad una certa inchiodo…vedo una ragazza...mora, alta, viso pazzesco..seno incredibile…non posso trattenermi e così, messa la radio a 1000 watt, le urlo:”Sei un mito” . Lei mi guarda disgustata e mi risponde:”Fai parte del fattore S”. Io mi chiedo se quella esse stia per stronzo o segaiolo….ci rido su e proseguo. Il mio giro si conclude mesto…così decido di tornare a casa…dove trovo la mia ragazza, tornata dal suo week end.
Ha le lacrime agli occhi...mi chiede scusa e baciandomi dice: “Ti sento vivere, sai, senza averti qui…”. Io la fermo, la guardo e le dico “Tieni il tempo” e la bacio…il resto bhè…sono affari nostri. Mi risveglio all’una del giorno dopo…lei non c’è più…in compenso dal caldo..ci sono gli avvoltoi…ecco che inizia il grande incubo. Scendo in cucina, saluto i miei e mangio un boccone veloce, poi mi richiudo in camera. Oggi mi sento romantico…così ne approfitto per scrivere una canzone d’amore…quando la finisco penso:” O me”….e dopo un attimo di indecisione la intitolo: “Gli anni, nient’altro che noi…”.
Quella sera stessa, la faccio leggere alla mia ragazza che commossa mi dice che non sono Bob Dylan..sono molto più bravo…-mi dispiace Bob…è la regola dell’amico..sai come vanno queste cose…-.
La sera si rivela divertente e romantica…nessun rimpianto per aver paccato gli amici al bar…tanto si staranno guardando la dura legge del goal…andrà tutto bene ne sono sicuro…oggi non è un giorno così…sono sicuro anche di questo…
Il giorno dopo avevo un appuntamento con la mia ragazza…ma mi sveglio tardi e quando arrivo lei mi rimbrotta. “Finalmente…tu…”. Io, un po’ in colpa, le chiedo perché stia con me…lei ride e mi dice…perché ti porto sfiga. Poi mi guarda seria e mi abbraccia…tra le mie braccia, un sussurro:”Io ci sarò”. Io mi sento leggero…le rispondo grazie mille…è lei…è proprio lei la regina del celebrità. Quando sto con lei è come se si accendessero le luci di Natale. Penso… , io con questa donna almeno una volta, vorrei farlo un viaggio al centro del mondo. Un viaggio tenendomi vicino a lei…vorrei che lei fosse il solito bip che scandisse la mia vita…lei la rana ed io lo scorpione…Lei è tutto ciò che ho.
Detto ciò, punto e a capo. Mi ripiglio e la guardo tutta, dalla testa ai piedi…è proprio bella vera…infatti una volta le avevo confessato:” Mi piacerebbe per un giorno essere in te”.
Lei dopo aver riso, aveva detto che mi ero bevuto del cloro. Chissà magari…quella lunga estate caldissima non finiva mai…e alla fine si sà…tutto và come deve andare…con noi vicino…si spera. La stringo forte e le sussurro all’orecchio:”Honolulu baby”.
Era un altro giorno…era il mio giorno...il giorno dell’uno in più. La mia donna mi aveva organizzato una festicciola…e anche se sapeva che non amavo quel genere di cose...riuscì a zittirmi con un bacio ed un:”So che tu sai…”.
Ovviamente  al momento del brindisi mi venne chiesto un discorso…così tra risate ed abbracci, presi il microfono e dissi:” Nonostante quello che capita, ci sono anch’io.”
Poi dovetti salutare i presenti per raggiungere i miei che volevano brindare, anch’essi, col sottoscritto. Lei mi baciò sotto l’orecchio (parte che mi fa impazzire) poi mi spinse via…ma non prima di avermi detto: “Se tornerai…”
Brindavo coi miei…il tempo passava e lei impaziente mi spediva messaggi del tipo:”Senza averti qui…”, “Fai come ti pare”….Io le risposi con una battuta, dicendole che in fondo quella serata rappresentava bene lo strano percorso della nostra esistenza.
Fortunatamente, ad una certa e dopo innumerevoli tentativi falliti, riuscì a tornare da lei. Lei mi disse:”Eccoti” e mi abbracciò. Finalmente…è la volta buona…pensai io. Siamo io e te, voglio il mondo insieme a te. Prima di addormentarmi lei mi disse di quanto fosse bello il sesso con dentro me. Essenziale…ma diretta…la baciai e dicendole:”Torno subito”…andai un attimo in bagno. Time out…tempo di cambiare acqua al pipistrello…me la caverò, pensai…ma il mio dindo...non ne era tanto convinto…poi sentito il suo profumo…fu il primo a spingere per tornare in camera da letto. Il meglio…per me…fan culo ai filosofi. L’abbracciai e le sussurrai:”Sei fantastica”…lo facemmo sottosopra…addirittura riuscivo a vedere la strada….mi voleva così tanto che il mio pene sembrava chiuso in una scatola…ci credi ? Tuttavia, tutte le cose belle come quelle brutte, hanno una fine; anche il mio secondo tempo…un gran secondo tempo. Quasi felice e scrivo quasi…solo per non pormi futuri limiti, mi adagiai di fianco a lei…finalmente terra ferma, mi addormentai, pacioso.
Era tempo di estate e ogni estate, si sà…si vive al minuto, al secondo…sempre con l’ingiustificata serenità dell’ a posto domattina…Ma a me andava bene così…infondo avevo lei…che per me è quello che comunemente noi chiamiamo amore…la svegliai…e guardandola…la sbaciucchiai tutta prima di dirle, tra un sorriso e l’altro:” Tu come il sole”. Io sto bene qui…le dissi, anche se il tempo vola….non sprechiamolo…facciamo fiesta baby. Lei mi guardò…mi fissò anzi…mi accarezzò la nuca…e affondando un dolce ed imperituro bacio, sussurrò:”Sei un omino incredibile”.

Fine
Jacopo Landi









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