Burro di noccioline


John citofona.
John è un poliziotto. Il poliziotto che mi tiene a bada.
John citofona. Ancora.
Una voce femminile, flebile ma cordiale, risponde dopo qualche secondo.

"Chi è ?"  ...

L'ascensore si ferma al terzo piano. Fan culo, quanto odio quelle scatolette per topi.
John lo sa ma non fa sconti. Prima esce lui. Poi io.
Davanti a noi una porta di anonimo plasticone poroso, mal mascherato da legno di faggio grazie a due mani di vernice date alla buona.
"Buongiorno",dice la segretaria.
C'avevo preso.
Una donnina di 45 anni. Un metro e sessanta. Rughe armoniose incorniciano un viso che una volta non doveva essere malaccio. Scommetterei sul fatto che sia stata una libera imprenditrice a cui le cose non sono girate come avrebbero dovuto. E' riuscita a trovare questo rincalzo, azzardo io, per via di una relazione con lo strizzacervelli. Il quale le demanda tutte le rotture di cazzo burocratiche, pagandola oltretutto in nero.
Lei non ne è felice. Ritengo tuttavia, sia una di quelle persone col sorriso stampato sul viso ed un paio di marmocchi a carico.
Mentre favello futilmente, John conclude i convenevoli.
Una pacca sulla spalla m'invita ad addentrarmi nel corridoio.
"Ultima a destra", mi urla.
Faccio un cenno impercettibile col capo. Poi fisso la segretaria e le dico: "Non dovrebbe continuare così. Può avere di più. E' mal pagata.
Piano, piano il suo sorriso si spegnerà e lei si chiederà se abbia avuto senso buttarsi via così. Si licenzi...i suoi figli capiranno"  .
Senza ulteriori indugi mi addentro nel corridoio. Non vedo le facce dei due ma mi avverto che lui sorride mentre lei è spiazzata tra il fastidio per essere stata sgamata e l'ammirazione per aver sentito, da un altro, ciò che in segreto si ripete, ogni sera, prima di dormire.
Una decina di passi e sono davanti alla porta dello studio.
"Ma che cazzo...". Sono da uno psicologo o a casa di Nanni Moretti ?
Quelle maledette porte con i bordi di legno che incorniciano vetri rigati da quattro soldi. Ci mancano solo un bolscevico che balli la mazurca mentre la "Stalingrado Armony Band" suona: "Bella ciao".
Trattengo il conato di vomito ed entro.
O mio Dio....l'ennesimo cliché. Tende, scostate alla rinfusa, dalle quali penetra una luce sfuocata...quasi artificiale.
Lui è a bordo della sua poltrona del cazzo. Lo schienale rivolto verso di me. Il muro è impolverato e pieno zeppo di: attestati, lauree, master e premi della parrocchia.
La polvere non deve avere più di due giorni, ma le lauree sono scintillanti. 
O mio Dio. Che presuntuoso pezzo di cazzo.
Lo schienale rivolto a me. Una sfida. Dire che lui è superiore...anche se l'intento si era già capito dal suo…"farmi accogliere". Le tendine con luce sfigata al seguito sono più da: "Il padrino"  che da psicologo statale. Tuttavia la cosa più triste è come tutto sia stato predisposto affinché, entrando, notassi quello che voleva lui, come voleva lui.
Desiderava incutermi: superiorità, rispetto, quasi timore. Azzarderei.
Bhè...una risata me l'ha strappata....è già un inizio.

Ps: mi sono dimenticato di citare l'immancabile dettaglio della sigaretta lasciata con attenta disattenzione a morire nel posacenere.


Mi siedo. Comincia il gioco. Gli lascio la prima mossa.
Schienale sempre rivolto a me. “Buongiorno", mi dice. Che voce profonda...accidenti.
Ok, diamogli un minuto di soddisfazione. Abbasso lo sguardo e lascio che la testa si muova come in preda a leggeri spasmi. Faccio tremare la voce e ne abbasso il volume di un'ottava. Dopo di che rispondo: "Buon..Buon giorno...Si..Signore"  .
Non lo vedo in faccia ma constato, con divertita semplicità, il fremito impercettibile che percuote la poltrona.
Pensa di averla fatta franca, il volpone. Mezzo secondo dopo, la poltrona rotea su sé stessa.
E' sempre di notevole interesse, per me, notare come le emozioni o lo stato d'animo influenzino il mostrarsi degli uomini.
Lo strizzacervelli. Il mio strizzacervelli, ad esempio. Un secondo prima, il suo viso era, senza dubbio, più tirato e bianchiccio. Questo perché era teso. Ed era teso perché non sapeva se la pantomima che aveva messo in piedi lo avrebbe portato dove desiderava. Ovvero: ad essere in posizione di vantaggio rispetto al suo interlocutore: Io.
Ora invece. Ora che è più sereno e convinto, il suo viso è completamente diverso.
Un viso lungo, smagrito e con rughe d'espressione dovute all'eccessivo uso della mimica facciale. Soprattutto gli angoli della bocca. Dev' essere uno che sorride molto. Anzi, uno che ghigna molto. Un uomo che si crogiola della sua cultura. Confondendola, troppo spesso, con l'intelligenza. Gli occhi piccoli e stretti, segno di notti passate a leggere interminabili tomi sulla psiche umana. I capelli lunghi, segno di una certa non curanza per dettagli ritenuti irrilevanti. La bocca lunga, stretta e sottile, segno della verità che ogni volta ritiene di donare al mondo. Il naso appuntito ed ossuto, segno che con la figa non ha mai avuto un ottimo rapporto. Soprattutto da giovane, per questo ha optato per uno stretto rapporto con Freud. Un rapporto univoco.
"Allora signor Dawson, lei conosce il motivo per cui si trova qui...esatto ?"
Ok mettiamo fine a questa pantomima, e giochiamo un po’: "Le piacciono un po’troppo i libri gialli. Ha un'ammirazione smodata per Marlon Brando. Guarda solo ed esclusivamente film di mafia poiché ha bisogno di ricordarsi, ogni giorno, quanta differenza ci sia tra il bene ed il male. Passa la maggior parte del suo tempo in casa, opterei per la camera da letto. Il suo vestiario non ufficiale è dozzinale e lei lo sa, ma passa oltre per via della comodità che le procura. Ha una segretaria sottopagata, che di nascosto sogna di scoparsi sulla sua scrivania.
Probabilmente suo padre non aveva un buon rapporto con lei. Un uomo rude...di sostanza, opterei per un fattore. Lei invece è un uomo che ha puntato tutto sulla cultura. Non è mai riuscito a fargli dire che era fiero di lei...e s'illude che tutte quelle lauree appese al muro...un giorno...gli e lo diranno. Sua madre l'ha accudita eccessivamente, rendendola meno efficace dei suoi coetanei col sesso femminile. A questo ha contribuito anche un aspetto fisico certamente non invidiabile. Ma ora è sereno, o questo è per lo meno, quello che vorrebbe mostrare. Pensa di essersi gettato il peggio alle spalle. Non è così. E' come l'insalata per un bambino. Non ha voglia di mangiarla e la rifila al cane, sotto al tavolo. Tuttavia a lei manca il cane che la salvi…o per lo meno la comprenda.
Detto ciò: sì, so perché sono qui."
Col mio miglior sorriso termino il monologo. Sherlock Holmes in realtà è Watson e forse sarebbe meglio se si dedicasse a preparare delle focaccine con le olive.
Lo psicologo è impietrito. Non è uno sprovveduto e dopo un mezzo secondo di terrore malcelato butta il naso tra scartoffie che conosce a memoria, in attesa che quella sensazione d’inadeguatezza passi. Non ho fretta. Resto in attesa.
"Signor Dawson...mi presento: Sono il dottor Hockley. Ora che ne dice se, dopo la sua brillante analisi, parliamo un po’ di lei…."
Rispondo secco ma educato: "Non lo faccio mai"  .

"Cosa?"

"Parlare di me stesso"

"Perché ?"

"Perché la verità è mia....anche volendo lei non capirebbe."

"Lo pensa davvero?"

"Lo so per certo. Ha usato il termine pensa. La parola pensa, in una frase di senso interrogativo, ha un intento inquisitorio. Se nella risposta le avessi detto: sì lo penso o sì lo credo...avrei lasciato spazio ad un pensiero del tipo -Sì lo penso....ma non ne sono convinto del tutto-.
In fondo a quante cose pensiamo, senza averne la certezza.
Invece di questo io ne ho la certezza."

"Uhm Uhm...
Pensa di non aver detto niente di sé stesso con queste parole ?"

“Penso che se anche le dicessi che mi sono scopato la sua segretaria, prima di entrare nel suo studio. Penso che se le descrivessi le sensazioni nel penetrarla e leccarla mentre lei mi accarezzava i capelli ed urlava il mio nome. Ecco penso...che se anche gli e lo dicessi lei ne saprebbe esattamente tanto quanto ne avrebbe saputo se io non gli e lo avessi detto. E comunque no...non mi sono fatto la sua cordiale segretaria, anche se non le nascondo che quella donna è più passionale di quello che mostra. La inviti a cena. Chardonet del 73' e filetto ben cotto con contorno di insalata. Limoncello e sorbetto al limone...La porti a casa e le faccia trovare sul tavolo delle fragole con panna ed un buon bianco frizzante...consiglierei un Moscato d’Asti. Magari si tagli capelli e peli del naso...Insomma si metta un po’ in tiro. Non se ne pentirà. Scommetto che lei, la segretaria, si chiama: Mary, Helen, Katherine o Joanne...”

“Kitty”

“Che deriva da...”

“Katherine...”

“Lo sospettavo....vecchio volpone...ah ah ah.”

“Signor Dawson. Le dà piacere essere un uomo acuto.”

“Soddisfazione ? Uhm…semplicemente è quello che sono. Lei chiederebbe ad un cane se lo soddisfa alzare la gamba quando piscia ? E' la sua natura e la segue.”

“Quindi è un apatico...è questo che mi sta dicendo.”

“Lei cosa vede ? M'illumini dottore...mi salvi da me stesso....mi lanci il salvagente della chiarezza e della comprensione la prego...”

Senza reazioni il Dottor Kilder...pardon Hockley...inizia a sputare sentenze. La parte che preferisce:

“Egocentrico, narciso, spiccato gusto per il bello, acuto ed acculturato. Intelligente ma lo fa pesare troppo. Si eleva troppo spesso rispetto agli altri per far notare che lei può e loro no. Ha paura.
Si pone domande su quasi tutto.....senza mai trovare risposte soddisfacenti, tuttavia, essendo l'unico che se le pone trova estremamente facile e divertente analizzare le persone. Esse le appaiono come bambini con le ginocchia sbucciate.
Inoltre è' un emozionale. Il sesso la conturba eccessivamente, come l'alcol, del resto. Ha sofferto…parecchio oserei....e...e...per ora mi fermo qui.”

“Cavolo dottore ma lei è davvero bravo !!! Clap clap....un bel applauso per il nostro dottore del cazzo.”

“Colpito e affondato.”

“Non direi...ma le lascio assaporare il gusto della vittoria prima che si renda conto che sta perdendo
6-0 e siamo nel tempo di recupero.”

“Mi spieghi allora.”

“Sa come definiscono coloro che adorano Satana ?”

“Satanisti”

“E lei conosce il significato etimologico di questa parola ?”

“Coloro che adorano Lucifero.”

“Sbagliato...Il satanista è colui che ama sé stesso al di sopra di ogni cosa.”

“Lei è un satanista ?”

“Io potrei essere anche un comodino....non amo definire. Io amo me stesso?....No...mi accetto. Accetto che alcune cose di me mi soddisfino e altre non lo facciano. Sia come sia ho fatto pace con me stesso molto tempo fa. Sono narciso? Può darsi. Oddio, non mi sono mai specchiato in nessun corso d'acqua....ma guardo....lapsus...guardavo spesso la mia immagine riflessa nelle vetrine.
Ha mai fatto caso che la nostra immagine riflessa cambia sempre....ogni minuto, ogni secondo. Vabbè, continuiamo.
Ovviamente ho uno spiccato gusto per il bello. Il bello però cos'è ? Io ho gusto per ciò che mi piace. Acuto...bhè le ho già risposto prima. Acculturato non direi. Ho nozioni varie, per lo più un’infarinatura generale. Lei è più settoriale ma approfondito. Diciamo piuttosto che sono bravo a vendere quel poco che conosco. Faccio ciò grazie alla mia intelligenza. Intelligenza e cultura non sono la stessa cosa. Non crede ?
Faccio pesare la mia intelligenza...uhm uhm...curioso. Lei non ha cercato di fare lo stesso quando sono entrato nel suo studio ? E quando mi hanno arrestato, la società e la polizia non mi hanno, in sostanza, urlato che lo erano più di me? L'essere umano prevarica sempre, cambia solo il modo, non la sostanza.
Sul sesso non la seguo dottore. Il sesso non conosce mai il troppo. Il sesso è fuoco, una fiamma, un secondo, un'emozione. Il sesso si fa e rifà, ancora ed ancora..senza fine.
Sul resto, sì io mi pongo molte domande. Ho sempre avuto bisogno di un becouse per fare qualcosa. Io ero il bambino rompicoglioni, che quando la maestra ordinava il silenzio, rispondeva perché ? Ovviamente non ho mai amato l'autorità...ma era lo scopo che mancava. Motivami il perché dovrei stare zitto e se lo riterrò accettabile lo farò. Sul fatto che abbia sofferto non le rispondo neanche. Mi trovi una persona che non abbia sofferto e le spiegherò Freud in tre parole.”

“Signor Dawson...non le nascondo che parlare con lei mi affascina e mi mette i brividi allo stesso tempo. Sfortunatamente il tempo scarseggia...o lei parla con me o non lo fa. Questa è una sua scelta. Ha vinto. Ha dimostrato che io non posso entrare senza il suo permesso. Ma consideri anche il fatto oggettivo. Domani consegnerò una relazione scritta su di lei. E la baserò sull’incontro di oggi.
Allora che mi dice Signor Dawson? “

“Le dico che la consegna del suo tema mi suscita un interesse pari a quello di un unghia incarnita per un  morto. Scriva ciò che vuole. Se invece, ci tiene a fare 4 chiacchiere con  me, le propongo un patto.”

“L'ascolto…”

“Lei adesso fa mea culpa. Cancella istantaneamente tutti i suoi studi, o per lo meno, li rinchiude per nello stanzino delle scope per un pochino e parla con me. Da uomo a uomo....solo per il piacere di farlo.”

“Va bene.”

“Ah...ovviamente non c'è bisogno di dirle che se il suo spirito da boy scout voglioso di un'ennesima medaglia dovesse saltare ancora fuori, io mi alzerò. La conversazione terminerà e lei potrà dedicarsi alla sua relazione ed in seguito...alla sua segretaria.”

“Ok, ho capito...prometto solennemente la massima onestà di cui sono capace, non è molto ma è tutto ciò che posso.”

“Curioso dottore.”

“Cosa ?”

“Questo. Sono le stesse parole che avrei usato anch'io. Allora…cosa vuole sapere ? “

“Lei è indubitatamente una persona brillante. Avrebbe potuto sfruttare queste doti per costruirsi una posizione. Fare soldi. Scrivere il suo tempo.”

“Dottore, dottore mio…Pensi ad un bicchiere…”

“Fatto”

“Nella sua testa, ora, avrà ben definita l'immagine di un bicchiere, giusto ?”

“Sì”

“Ottimo. Adesso pensi all'universo. A Dio. Alla vita. All'amore. All'amicizia...”

“Fatto”

“Ne ha un’immagine ben definita ?”

“No”

“Eureka. Se non sappiamo neanche perché siamo qua. Perché chiamiamo mamma e papà due individui che sarebbero potuti essere due sconosciuti. Se parliamo di universo senza sapere cosa esso, effettivamente, rappresenti…e così via per l'amore e l'amicizia.
Se...se...se...se...
In realtà, noi parliamo con supponenza di alterazioni chimiche, attribuendo loro una nobiltà che non hanno. Stessa cosa che facciamo con quello che non conosciamo.”

“Ma no...no...no...C'è sempre una scelta.”

“Ok, analizziamo questa scelta. Ad esempio: se io le dicessi che c'è una bomba sotto la sua scrivania e che se non mi fa uscire dallo studio, questa salterebbe in aria. Lei tendenzialmente mi farebbe uscire. Ma se invece lei sapesse che la bomba non c'è...ovviamente non mi farebbe uscire. Ora le decisioni che lei prende derivano tutte da un inizio che non le è chiaro. Da una serie di domande senza risposte...e quindi come può essere così categorico nel rifiutare che questo sia un gioco ?
L'amore...le spiego cos'è l'amore. L'amore è niente. Iniziamo a parlare di passione, ovvero di un qualcosa che può durare un secondo o tutti i giorni della vita di un uomo. Insomma, tu vedi una donna e sai che è tua...come una scimmia affamata con la banana. Tu sai che è tua e te la prendi.
La passione è il risultato di alterazioni chimiche che sballano le percezioni umane. Nonostante questo però, l’uomo quelle alterazioni le avverte per lei...non per altre. Così ci sta insieme....finché sente qualcosa. Ma l'essere umano cambia sempre...fisicamente e interiormente. Così un giorno si sveglia più vecchio di quello che vorrebbe. Accetta lo status quo delle cose. Non lotta più...non brucia più...è mansueto. E quando la guarda, non vede più la passione, vede un’amica. Vede che non ha più tempo e voglia e forza di lottare. E forse è giusto così....anzi possiamo anche dire che sia giusto. Così, l’uomo stringe il culo, incrocia le proprie dita con le sue ed invecchiano insieme finché prima uno e poi l'altro ritornano da dove sono venuti. Da un perché senza risposta.”

“Com'è tragico..lei è depresso ?”

“Depresso ? no...non direi. Sa cosa non mi piace assolutamente delle persone: la codardia. Io non ho mai giudicato nessuno. Mai. Ma c'è una notevole differenza tra il giudicare e chiamare le cose col loro nome. Lei si vergogna di chiamare la merda…merda ?”

“No...”

“E allora perché dobbiamo aver paura...o vergognarci di dire che per quanto ci sentiamo importanti ed unici ed indispensabili, questo è un gioco di cui noi non sappiamo quasi niente. Io ho avuto più sorrisi, sesso ed emozioni di chiunque altro. Ma dire che l'amore non esiste...o meglio...che esso non esista per l'essere umano, non vuol dire essere depresso. Vuol solo dire che quando scopi...quando abbracci...quando invecchi insieme... Stai godendo di un dono. Non c'è bisogno di nobilitarlo o di usarlo per ispirare gli altri dando lezioni. Stai solo facendo il tuo...più o meno consapevolmente. Goditela...tirane fuori il meglio....e fai fai fai...senza scassare il cazzo con paroloni di cui non conosci neanche il significato etimologico.”

“Sa...c'è un uomo, chissà quale e quanto saggio, che una volta disse: "Per quanto logico e razionale un discorso possa essere, non vuol dire che sia vero.
Lei secondo me ha paura. Paura di accettare che tutto questo sia un dono. Accettare che tutto questo sia incredibile o schifoso proprio perché non interamente conoscibile. Sia come sia, resterà sempre una parte di mistero. Resterà sempre il prestigio"

“Giustissimo. Un’ altra volta però, ci fu un altro un uomo che disse: "Qualsiasi cosa tu faccia, sarà insignificante. Anche se è molto importante che tu la faccia."

“Gandhi”

“Bravo dottore. Io non le ho detto la verità. Le ho detto come vedo le cose. Solo questo.”

“E cosa pensa delle persone ?”

"Sono come il burro di noccioline”

“???”

“Ci sono dei giorni in cui ho una voglia matta di burro di noccioline. Ovviamente nei supermercati non trovi il vero burro di noccioline americano. Trovi un burro che ti dicono essere di noccioline ed americano ma che in realtà è stato prodotto a 100 km da casa tua. Ergo, tu non conosci il vero sapore del vero burro di noccioline. Sai solo che quello che comprerai, che l’attesa di tornare a casa, di aspettare che si raffreddi in frigo e poi, d'imburrare la fetta….
In sostanza, sai che l’attesa del desiderio non collimerà mai con la realizzazione di questo. Anche perché tu non conosci il vero sapore del burro di noccioline. Ed infatti, quando lo addenti, avverti che è troppo pastoso. Troppo salato. Troppo. Dopo due morsi te ne stanchi. Lo posi nuovamente nel frigo. In attesa di un altro giorno da burro di noccioline. Il punto fondamentale, però, è che la prossima volta che tu ne avrai voglia…saprai già tutte queste cose. Il punto fondamentale è che la prossima volta, anche se saprai già tutte queste cose…tu lo farai lo stesso. Lo farai, non per la speranza che il burro si riveli migliore della volta precedente. Lo farai perché è nella tua natura farlo.“

“Quale sarebbe la metafora ? Le persone sono come il burro di noccioline?”

“Non conosci mai veramente le persone, ergo: non saprai mai il loro vero sapore. Quelle che hai provato dopo un po’ hanno mostrato dei lati deludenti...e le speranze che tu riponevi in loro sono state, puntualmente, disattese. Nonostante questo, ogni tanto tu hai maledettamente voglia....di vederle, sfogliarle. Io sono il vero umanista. Il mio personalissimo gioco con l'essere umano al centro. L'uomo Vitruviano di Dawson.”

“E se trovasse la sua persona ?”

“Dottore, che cazzo di domanda è ? E se lei vincesse la lotteria ?
Ovviamente trovi tante belle persone...le persone sono come i libri....e molto libri sono belli. Tuttavia, per quanto siano belli, non troverai mai un libro, terminato il quale, ti verrà da dire: basta non ho più niente da leggere...”

“Ma c'è qualcosa in cui lei creda ?”

“No...non credo mai. O conosco o immagino. Un paio di volte ho sperato ed una mi son fatto la ceretta.”

“A proposito, voglio lasciarle una perla. Ha mai fatto caso che in questo periodo tutti parlano di tre cose: diritti, libertà e democrazia.”

“E quindi ?”

“Nessun parla mai di dovere. Solo diritti. E quali diritti ? Il lusso, le mutande, la discoteca, la Ferrari. Nessuno dice mai...ho questo dovere...devo fare questo...vorrei far altro ma devo stare qui e quindi lo faccio e lo faccio al meglio. Nessuno dice mai: ho il diritto di stare zitto, di non dire cazzate e dimostrare coi fatti chi sono. Nessuno. Neanche lei. Soprattutto io.
Tutti parlano di liberta senza averne mai assaporato un briciolo. Lo stato, le religioni, la stupidità propria, la schematicità sociale...nessuno conosce la libertà...Nessuno, soprattutto, la vuole...Eppure tutti ne parlano. Mi ricorda tanto quando, da bambino, prendevi un giocattolo con cui nessuno giocava....improvvisamente tutti lo volevano…ma quando ne entravano in possesso lo gettavano via un secondo dopo.
E poi la democrazia. La più grossa e finta stronzata che l'uomo potesse partorire. Il mondo non è democratico. L'uomo non è democratico. La democrazia non è democratica. Ascoltare l'opinione di tutti non arricchisce. Dona semplicemente, agli stupidi, la possibilità di esprimersi più di quello che dovrebbero. Dare il voto ad un ignorante non è democratico, non è liberale. Non è niente...è solo utile. Se la democrazia esistesse...tutti sarebbero general manager. Tutti sarebbero belli alti e biondi. Tutti sarebbero campioni sportivi....e soprattutto tutti sarebbero intelligenti. E' molto più facile trovare un acculturato che un intelligente...è ancora più difficile trovare uno che abbia stile.
Bah...comunque, era solo una considerazione.”

“Intuivo...”

“Sa…lei rimarrà un mistero per me. Tutto in lei mi porta a convincermi che abbia ragione. Le sue tesi, le motivazioni...la sua voce...la mimica...il modo che ha di porgersi. Eppure neanche per un secondo la sensazione che lei sia in fuga da qualcosa, mi ha abbandonato. In fuga da che cosa mi chiedo. Ma a questo punto non ha più importanza...il nostro tempo è finito. E' stata una bella chiacchierata. Addio.”

“Ricordi bene questa sensazione, caro Dottore. La sua è una speranza. Non se la dimentichi mai....Non l'accantoni mai. Perché se io non dovessi essere in fuga…sarà l’unica cosa che le rimarrà.
Sì è stata divertente. Arrivederci.”



“Sveglia. Sveglia.”

“John, e che cazzo, sono le sei. Un po’ di grazia…”

“Svegliati e falla finita. Tra un'ora sei atteso in aula. Non vorrai mica farti attendere.”

“Bah...almeno portami un caffè.”

“Vaffanculo”

“Sì grazie e con un po’ di zucchero.”

“Fottiti”

“Ah già…e due zollette di zucchero”

“Muoviti, preparati....”

Mi voltai per un ultimo secondo di cuscino e lenzuola.
Zollette. Come cazzo si fa a dire zollette...bah




“Patrick Haley Dawson la relazione dello psicologo che ha incontrato...-ieri se non sbaglio-....”

“No, non sbaglia...”

“Ecco sì....la relazione la descrive come un uomo: machiavellico, egocentrico, ed eroso dal compulsivo uso di alcol. Concludendo con un’ampia nota inerente al suo ego smisurato. Le è quindi negata l'infermità mentale.
Sig. Dawson ha un’ultima considerazione da fare prima che la giuria si ritiri per deliberare il verdetto ?”

“Sì vostro onore, in effetti, c'è qualcosa che mi sento di dire.”

“Prego, allora.”

Passai la lingua tra le gengive. Respirai, leggermente, in modo che il tono di voce fosse calibrato al messaggio che volevo enunciare.

“Signor Dawson....prego.”

“Vostro onore. Membri della giuria e voi tutti presenti qui, oggi, in quest'aula. Non è che si potrebbe avere del burro di noccioline ?”

“Signor Dawson forse lei non coglie la gravità della sua situazione.”

“E forse lei non si è fatta la ceretta. Mi ha chiesto se avevo un'ultima cosa da dire. Non se avevo delle ultime cose da dire. Se mi avesse posto la domanda in questa maniera allora le avrei chiesto: un bicchiere di whisky e coca, una scopatina sportiva, un foglio ed una penna e del burro di noccioline.
Mi ha chiesto se avevo un ultima cosa da dire e le ho risposto. Ho concluso vostro onore.”





In piedi

“Giurati, siete arrivati ad un verdetto ?”

“Sì e ci teniamo a sottolineare come il verdetto sia stato unanime.”

“Prego il capo giurato di darne lettura all'aula.”

“La giuria ritiene l'imputato Patrick Haley Dawson colpevole e lo condanna alla pena di morte tramite sedia elettrica...”




“Dawson, mi spiace.”

“Anche a me John.”

“Per quello che conta è stato bello conoscerti.”

“Oh Jhon ma dai....non fare il sentimentale. A me dispiace perché avrei voluto la lapidazione. Morte e giustizialismo con una spruzzata di quiz a premi. Chi scaglierà la prima pietra ? Colpire la testa varrà davvero 100 punti ? Venghino signori venghino...”

“Dawson sei pazzo...”

“E tu sei sexy. Dai stai tranquillo. In fondo, non ci siamo conosciuti...abbiamo, gioco forza, condiviso dei momenti insieme. Sei un uomo ed un poliziotto...e credi in ciò che fai…sfortunatamente questo ti impedisce di capire, realmente, chi hai di fronte. Ci conosceremo in un'altra vita quando il burro di noccioline sarà davvero americano e avrà davvero un buon gusto.
Stammi bene.”




“Legare i lacci.”

“Fatto.”

“Bagnare la spugna.”

“Fatto.”

“Ecco padre se vuol dire qualcosa...questo sarebbe il momento. Noi saremmo pronti.”

“Figliolo…”

“Padre...mi risparmi. Sono stato il peggiore essere umano possibile in un mondo irreale popolato da scimmie. Non devo dire grazie a nessuno. La prego...essere catechizzato da una scimmia con la toga no...
Torni a cercare Dio....e non si chieda mai...come reagirebbe se, a lui ,lei non dovesse piacere.
Mi stia bene Padre.”

Se ne và sconsolata quella scimmietta....tutta claudicante nei suoi segni delle croce e mocassini da becchino.


“Patrick Haley Dawson adesso verranno accesi i circuiti dell'alta corrente. Il tuo corpo verrà attraversato da una scarica di alta tensione che risulterà fatale al fine della tua sopravvivenza.”

“Avrebbe dovuto fare il gran cerimoniere....-pensai io-...annuendo distratto a quel vociare pomposo.”

“Circuito uno. Acceso”

“Circuito due. Acceso.”

“Circuito tre. Acceso”

“Liberare l'alta tensione...”



Tsun...Tsun....scintille...




....Nel frattempo lo psicologo che fine avrà fatto ? La sensazione che lo aveva spinto a diffidare da me. Che fine avrà fatto ?....Ah già....la relazione...la segretaria. Sta molto meglio coi capelli corti e i peli del naso tagliati. Peccato solo non sia ancora uscito dalla sua stanza...

Pps: Freud  in tre parole: Un grandissimo cazzone.


Patrick Haley Dawson la giuria la ritiene colpevole di eccessiva voracità e lussuria verso il burro di noccioline. Per questo è condannato a morte tramite la pratica....

Burro di noccioline...
Ad ognuno il suo....


Fine

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