8 TEQUILA DI TROPPO: PEDRO, MIGUEL, TAMBIEN, COLITA Y TORRENTE 4

Ultima notte a Milano e Primo giorno a Madrid:
Colpo secco. Shot sbattuto sul bancone, gola in fiamme, orecchie assordate e pupille dilatate. Un ultimo pezzo, due mosse…un cenno di disgustato divertimento verso quei pagliacci travestiti da donne e blow away. Si recupera il cross-over e via per la vera Milano by-night. Riaccompagniamo a casa un paio di ciurre. Ema mi guarda ha palesemente sonno e non gli vengono idee migliori se non quella di salire a casa per schiacciare una pennica di mezz’ora..così per  ingannare il tempo. Quanto aveva ragione Joyce quando parlava dell’orologio interno. Joyce sosteneva che a seconda del nostro stato d’animo il tempo scorra più o meno velocemente. Io ero in after da due giorni, Ema aveva lo stesso viso segnato di Emily Rose ed i capillari si stavano già iniziando a rompere. La mezz’ora passò più veloce di un dito nel culo, senza lasciare spazio a numeri urlati. Salutiamo Bubu che sgrufola qualcosa di irripetibile girandosi dall’altro lato palesemente irritato dall’essere stato svegliato alle 4 e mezza del mattino per un saluto che non vale minimamente la fase rem. Carichiamo y valigias, Ema mi guarda implorante, lo sfanculo con un sorriso ed afferrando le chiavi metto in moto per scomparire dietro alla prima curva a sinistra. A quest’ora Milano è deserta, più deserta di quello che ricordassi. Le narici invase dal monossido di carbonio e dal profumo di jack e coca travasati poco prima, nelle orecchie canzoni a raffica senza senso, senza titolo….come uno sfondo senza colore.
Merda !!! Aeroporto.
Sono le 5 meno un quarto, il check-in aprirà solo tra una trentina di minuti, MC ed edicola chiusi e nel pacchetto una sola Marlboro….mi viene istantaneamente in mente il Tom Cruise alias Less Grossmann di Tropic Thunder quando pronuncia la fatidica battuta: “T’inculo con la sabbia”….fa male….ahia. Esoso come al solito mi gioco subito la Marlboro, Ema si trascina stancamente dietro di me. La stronza come sempre finisce troppo in fretta…urge trovare perdita di tempo a basso costo…Ema=iphone=risolto. Ema si addormenta, io gioco all’iphone e in 5 minuti gli sfondo tutti i record di Free kicks (gioco sui tiri liberi nel calcio). Finalmente è l’ora.
Check- in:
La tipa è molto carina…tanto carina quanto stronza. Rimetto a cuccia il castoro e tiro fuori il mio manuale su come far incazzare un’incazzosa che si passa l’alba a vedere gente che parte per le vacanze. Lei mi parla in misto spagnolo-italiano-dittonghi vari….io faccio finta di non capire…ci metto 10 minuti a darle il passaporto ed in seguito le piazzo la valigia da 45 kg netti a 5 centimetri cacati dal nastro…mi guarda esterrefatta, le rispondo con un sorriso innocente…altri 10 min… le sposto la valigia in avanti di quei fottuti 5 cnt. La saluto con euforia e mi volto per andarmene all’edicola…che si rivela una cocente delusione: non un giornale, una stronzata o un porno con cacatua e draghi di komodo.
Il Mc continua a latitare…mi carico un Ema in trans come Padre Pio sulle spalle e lo scarico nel Bar Motta dell’aeroporto. Non si smentisce mai il caro vecchio Kaled. Come colazione ingerisce una bottiglia di the…io mi presento al tavolino, con ghigno soddisfatto, e con in mano, nell’ordine: brioche alla marmellata, succo d’arancia, caffè macchiato y bottigliettas de agua mineral natural. Fortunatamente il tempo inizia a trascorrere faster and faster fino a che imbarcato sull’aereo e col cellulare in mano scrivo un messaggio ai miei. Avrei voluto scrivere: ”Stiamo per partire, ci vediamo dall’altra parte, in un modo o nell’altro. Vi ho amato e vi amo più della mia ridicola esistenza. Un bacio J”. Fortunatamente mi limito ad un: “Stiamo per partire, scrivo quando arrivo, un bacio”. Non ho paura dell’aereo…è che essendo un miscredente per natura, il fatto di essere su uno stronzo con le ali che và a 700 e passa kilometri all’ora a 10 mila metri d’altezza, comandato da un tizio che non conosco e progettato da tizi che non conosco….non m’ispira grossa fiducia…ma soprattutto il fatto di essere inerme in una qualsivoglia situazione non mi è mai piaciuto. Ma tant’è… segno della croce, do la manina ad Ema che crista rimembrando quanto odi decollo ed atterraggio. Il siluro accellera, rombo assordante…tu che vieni spinto contro lo schienale…Dio…quanto mi piace quel momento…l’esatto istante in cui 30 tonnellate sollevano le chiappe dal cemento. Che adrenalina..che figata…che responsabilità….ma i piloti potranno farseli un paio di jack prima di partire ? ….uhm uhm ok, non fa per me !!! Il viaggio passa scomodamente veloce. Non un cafè, uno spuntino…lo schienale a misura di gnomo di Gondor…io che desidero essere un mobile Ikea per potermi svitare le gambe e stare comodo. Oltretutto i poggiatesta fanno cacare…ho sonno…voglio dormire…ma non ho appoggi e la stronza (la mia testa) continua a ciondolare…morale mi strappo tutti i muscoli della schiena…dormo 5 min….2 parole veloci a San Pietro & friends…l’aereo atterra. Lasciamo Milano col sole, atterriamo a Madrid con la pioggia….le cose sono due: o San Pietro se l’è presa…o Ema ed io portiamo sfiga…ok San Pietro….carissimo….
5 passi dentro l’aeroporto, vedo Starbucks…impazzisco…Ema tenta inutilmente di richiamarmi all’ordine, ricordandomi dei bagagli…gli faccio ciao con la manina e salutando calorosamente la ciurra al bancone ordino un frappuccino grandezza dumbo jumbo alla fragola. Prima sorsata…il castoro ha un fremito di piacere che stento a trattenere…mi scappa un urletto molto gay…mi ritornano in mente le parole della Dalila: “Se sanno come farti venire, è impossibile non urlare…cit Dalila Romaniello alias Spirit cavalla selvaggia”. Mi ricompongo e seguo Ema…dopo due metri mi sono ricomposto del tutto e mi faccio seguire da Ema.  Quello di Madrid essendo qualificato come aeroporto ti fa sorgere, spontanea, la domanda su quale sia la qualifica più appropriata per Linate. Per ritirare i baggages dobbiamo prendere un treno….UN FOTTUTO TRENO !!!! Ema nel tragitto sproloquia con tre ciurre italiane modello: “video Studio aperto: bira e callippo”. Arriviamo al terminal….arriviamo al nastro dei valigiozzi….dopo 5 min arriva la mia….quella di Ema latita…lui mi guarda impaurito…e io ovviamente cavalco quel terrore. Fortunatamente un paio di minuti dopo arriva anche la sua….e noi siamo liberi di cercare la metro…che troviamo non senza fatica…
Afferro la cartina:” Allora….Albergo San Bernardo….stazione San Bernardo…Eureka”….manco pe’ cazzo…arriviamo a San Bernardo….peccato che l’albergo corrisponda al civico 1 e noi ci troviamo al civico 292…….San Pietro…cazzo di permaloso che sei…non puoi continuare a fottere il cafè a George Clooney invece di sfavarlo a due poveri beoti in trasferta ? Evidentemente no….
Ci facciamo tutta la strada a piedi…coi bagagli…Ema sembra un soldato di ritorno dalle Crociate….c’è un momento nel quale colgo, distintamente, nei suoi occhi la frase: ” Ti rallento, lasciami qui, vai avanti senza di me…tornerai a prendermi coi rinforzi..ne sono sicuro”…Poi dev’essersi ricordato chi ero…e si è obbligato a non mollare. Dopo mezz’ora sotto l’acqua arriviamo finalmente a questo albergo della minchia. Bello è bello…ma lo constato distrattamente, preso com’ero a cristare per via della fermata Calleo…a 50 mtr dall’albergo !!!
Parliamo con la ciurra alla reception…do la credit card come assicurazione contro eventuali danni….devono aver ricevuto delle soffiate. Chiavi in mano e spagnolo con valige al seguito arriviamo alla room 309…mancia al ciurro e porta chiusa nel più veloce tempo possibile. Il tempo di girarmi..ed Ema è già senza giacca, golf e scarpe che saltella sul letto come un beota. Allibito, mi spoglio e mi guardo intorno…ma vengo subito interrotto da un urletto di piacere: “Ehi, ma guarda cosa c’è: il frigo bar”, risposta…”Ema, non ti azzardare neanche a guardarlo per sbaglio…i soldi servono per altre cose, non per pagare un acqua minerale 18 euro”. Risposta laconica di Kaled e problema mini-bar risolto. Disfo alla rinfusa la valigia, infilo i pantaloni della tuta e mi butto sul letto. Per 4 ore il mondo non esiste più. Mi sveglio…faticosamente alle ore 16.00. Ema mi fissa intenerito. Ha dormito solo mezz’ora ma avuto la buona creanza e la furbizia di non svegliarmi...accontentandosi della tecnologica e sterile compagnia dell’iphone. Ci prepariamo ed usciamo in avan scoperta. Io esordisco con frasi alla Bear Grylls: “L’unico modo per conoscere una città e perdercisi dentro”. Ema annuisce da bravo scolaro. Giriamo tutto il centro…insegno ad Ema come accendere il fuoco, come cacciare i conigli, gli squali, i pesci spada ed i ragni bolas. Concludo con la explicassion dello sventramento degli opossum per fabbricarsi un giaciglio. Continua il giro, entriamo in 47 negozi diversi. Io vedo quello del Real Madrid e mi ci fiondo dentro..spendendo i primi 12 euro della vacanza per una foto con mio fratello Cris Ronaldo. Ema durante il tragitto ha il tempo di ri-racconatrmi la sua vita con vari excursus accademici riguardo all’ipad 2, ai pokemon e al nintendo 3ds….mai sentito parlare con quella armonia olistica. Il giro termina con reciproca soddisfazione delle parti in causa. Tornati all’albergo comincio a colloquiare con la ciurra per carpire dritte sulla movida Madrilena. Dopo un quarto d’ora che la tipa mi parla in spagnolo ad una velocità fulminante…mi viene la folgore di chiederle se abla un poquito de inglese. Risposta affermativa, insulto a mezza bocca contro di me e la tipa…e continuo la conversation in una lingua un poco più familiare che diventa veramente mia solo da ubriaco. Dopo una ventina di minuti finisco di ablar con la tipa. Ho in mano 5 inviti diversi tra bar e discoteche, informazioni sul Bernabeu ed il Pacha…cazzo di diplomatico fantastico che sono. Saliamo in camera. Fino alle 10 nessuno fiata….il tempo scorre tra iphone,scoregge in faccia ad Ema, pokemon ed Isola dei famosi. Ad una certa però, lo stomaco comincia a dolerci. Spedisco Ema a fare la doccia…dopo 2 ore, svariate partite ai pokemon e una pennica che solo lui…esce, finalmente, dal bagno con un sorriso da bravo bambone. Entro io. 10 min…docciato, sbarbato, profumato ed impomatato mi butto sul letto col castoro al vento. Cazzo è tardi !!! Ci vestiamo ed usciamo.
Ema non è mai stato a Madrid, la responsabilità è, di conseguenza, tutta mia. Lo porto a mangiare in una churrascheria poco lontana dall’hotel. Ordiniamo entrambi un piato fantastico di cui, sfortunatamente non ricordo il nome. Il piatto era così composto: due filetti ricoperti da uova con patatine e due foglie d’insalata prontamente scartate con un leggero ribrezzo…possibile che un uomo non possa sfondarsi stomaco e fegato senza che nessuno abbia di ridere….ma guarda te !!!
Il piatto è eccezionale…uno squirt prolungato di piaceri, ulteriormente bagnato da un mare rosso di ketchup (mentre scrivo le papille mi dolgono al solo ricordo di tanta bontà) simile al film “007: operazione red sea”…Il piatto è effettivamente eccezionale ma anche di una pesantezza unica…lo finiamo a fatica e con l’aiuto di 3 coche a testa. Chiediamo la quenta e ce ne andiamo a sfumacchiare….dopo 3 ore di pasto. Tra l’altro…un saluto alla cameriera che ci ha servito…bella gnocchetta..pardon…bella patata brava….
Pasto completato…Ci mettiamo alla ricerca di due dei bar che ci sono stati consigliati.
Ricerca EPICA.
Nessuno dei due ci capisce un cazzo. Per 2 ore giriamo in lungo e in largo il centro…rifacciamo la stessa strada (Gran via..un po’ come Corso Buenos Aires a Milano…la via principale del centro..che però taglia anche buona parte della città) almeno 5 volte e visitiamo anche tutte le stradine parallele del cazzo. Nel frattempo chiediamo indicazioni ai passanti e ai poliziotti non capendo un cazzo né dai primi né dai secondi. Alla fine stremati e delusi torniamo in albergo e chiediamo indicazioni ad un ciurro in servizio….ciurro che si rivela tale ma che, fortunatamente, è anche furbo…abla un poquito di italiano e mi dà indicazioni lente ed a prova di deficiente…gesticolando e parlando il meno possibile. Capisco...finalmente…lo ringrazio..me lo limono e raccattato il buon Pianus ci avviamo verso il primo di questi fantomatici bar: El Verona. Dopo circa 80 mtr dall’albergo…nei quali riusciamo a perderci ancora, questa volta per colpa mia che scelgo la biforcazione sbagliata, facendo così diventare gli 80 mtr mezzo km…riusciamo finalmente a mettere piede in questo fottutissimo locale. Sarà stata una stanza da 15 mtr quadri: tre tavolini, un divano ed il bancone…stop !!! Però è intimo e ha una buona atmosfera...i cocktail costano poco ed abbiamo sete. Ordiamo un jack e coca ed un vodka red bull…seguiranno altri due fratellini a testa. Quando decidiamo di andare a vedere il successivo Bar…Ema si lancia a chiedere informazioni…se lo caca solo una tipa che sorridente gli risponde in maniera esaustiva. Finita la risposta ci alziamo e andiamo via, lasciando alla tipa un gracias buttato là….lei ci vede uscire presa un po’ male..evidentemente pensava che Ema le avesse chiesto indicazioni per rompere il ghiaccio e provarci…ma il nostro Cuor di Leone avvinghiato com’è alla sua Gigia Bagigia se ne scompare nella notte senza voltarsi…ahah che gay !!!!
Tra l’altro non è stata l’unica volta durante quel lasso del tempo ( cena­ / El Verona), in cui Ema è scomparso nella notte velocemente e senza voltarsi. Quella sera la merda si era impadronita del suo già debilitato corpo. Risultato: aveva cagato a spruzzo almeno 2/3 volte…ma lunghe e dolorose…credo alla fine abbia ricevuto il dono di saper pisciare dal culo….come i pokemon che tanto gli piacciono, aveva imparato una nova mossa. Usciti sotto l’acqua battente, ci avviamo verso il secondo bar/discoteca: Larios…che distava 100 mtr dall’albergo ma in direzione opposta a quella di El Verona. Finalmente arriviamo lì davanti. Quello che avevo scambiato per un portone è in realtà un buttafuori di colore dalle dimensioni gargantuesche (quanto è difficilmente stuzzicante usare esta parola), gli mostriamo i tickets e con un gentile ma formale prego c’invita ad entrare.
Il locale è strutturato su due piani. Bar il primo e discoteca il secondo…è un locale di un certo stile. Ci sbattiamo a destra e a manca per capire chi cazzo ci debba preparare il mojito di benvenuto come recita il nostro cartellino. Capiamo che al primo non sono autorizzati ad ottemperare alle nostre richieste. Scendiamo nel seminterrato (un loft al contrario) adibito a discoteca. Ci sono due banconi, uno dirimpetto all’altro…un po’ come le porte di un campo di calcio. Logicamente la nostra prima scelta si rivela errata…mestamente ci avviamo verso il secondo…finalmente con sto cazzo di mojito fruttato all’ananas: stiamo bevendo. Finito il bicchiere lo posiamo e scarichiamo le giacche al guardaroba. Grande Madrid con guardaroba da un euro per tutti i capi. Trascorriamo delle piacevoli ore tra danze e alcol….alcol che aumenta esponenzialmente durante le lunghe pause di latino americano in cui si scatenano le spagnole e dalle quali preferiamo astenerci…a parte qualche censurabile tentativo di Ema, tipo: “ Muevi la colita à la dereche e à la isquierda”. Sono le 4 e mezza. Abbiamo ballato…ci siamo lavati il muso entro i limiti che ci eravamo prefissati. Io mi sono fatto ammirare abbastanza. Prendiamo le giacche con l’incedere arrogante dei super eroi americani (accompagnati da sottofondo rock esaltante) saliamo le scale per far ritorno al nostro loculo nel quale un dolce matrimoniale è già pronto ad accogliere le nostre reciproche moine gay.  Moine gay che non arriveranno mai…entrambi stanchi e provati ci abbandoniamo tra le braccia di Morfeo….anzi questo per me…Ema si abbandona tra le braccia di Pickachu. O almeno questo è quello che penso io. Il giorno dopo vengo informato, da un Ema irritato, di come ci abbia messo 3 ore per addormentarsi e di come abbia dovuto difendersi dai miei rinomati calci rem e dalle aperture a stella marina. Incredibile quando morso dalla sete e corso in bagno per estinguere il problema… è  tornato a letto e con suo grande sdegno constata come in 10 secondi io mi sia piazzato esattamente al centro del letto…impedendogli l’azione del coricarsi. Mi tira una mezza pedata, dolce ma senza preliminari, si corica…lancia due bestemmioni in una lingua tutta sua, scalcia le coperte e ritorna da Pickachu.

Secondo Giorno:
10.30...Dal silenzio cosmico, sempre più penetrante, si alza: “Hide and Seek” remixata da Afrojack, il pezzo che ho impostato come sveglia...gran canzone cazzo !!! Le tende tentano inutilmente di ripararci da una luce che già invade abbondantemente la stanza. L'odore di Abercrombie e scoregge s'intrufola troppo presto nelle nostre narici. Mi alzo, scaccolo gli occhi e con voce stranamente dolce e suadente invito Ema a ritornare in posizione eretta. Il babeo mi risponde con uno sgrufolo mentre si gira dall'altro capo del letto. In circostanze normali avrei anche potuto accettare quell'atto di anarchica insubordinazione ma non oggi. Il programma è troppo invitante: Museo del Santiago Bernabeu, pranzo lurido, parco divertimenti, svacco, cena a base di jamon serrano e conseguente giro di discoteche che culminerà con l'ingresso nel tempio pagano: il Pacha Già vengo...copiosamente !!!  Ritorno nel mondo dei vivi, tiro una pedata nel culo all'idiota ricordandogli la mission della giornata e lo invito (eufemismo) a prepararsi, con letto rifatto e risvolto a 5 cnt dal cuscino in minuti 4 e 30. Sfora di una ventina di secondi, lo accetto...Il Bernabeu vale molto di più. Di colazione non parla nessuno e così l'idea viene cacata via. Prendiamo la metro...durante tutto il tragitto io fisso la cartina alla fermata Bernabeu...già sogno. Arrivati mi carico Kaled sulle spalle e faccio le scale quattro gradini alla volta. Riemersi in superficie basta percorrere 20 mtr e vediamo il tempio de la Espana. Quanto cazzo sei bello !!!  Sfodero lesto la fotografica, la incollo alla mano del ciurro sibilandogli:"Scatta comunque”. Non mi intratterrò molto a raccontare della bellezza del museo in sè...non tanto per l'oggettistica quanto per la storia che trasmette...storia di campioni con le loro storie...storia di un club che ha scritto storia intrecciandola con quella della mia squadra. Posso e voglio tuttavia soffermarmi a ricordare la scarica di adrenalina che avverti  distintamente e che ti fa sballonzolare la carne quando entri nello stadio...quando lo vedi...quando ne fai parte. Come calciatore mancato probabilmente ne subisco eccessivamente il fascino...ma non me ne fotte una bella minchia...quando qualcuno troverà qualcosa di più emozionante dello scartare ciurri su un manto erboso per poi finire in un mondo che non si conosce a festeggiare orgasmicamente con la maglia del club che ami da sempre...ne riparleremo....
Detto ciò....il giro procede con buon ritmo...Ema scatta a ripetizione..ogni tanto s'infogna in qualche tubatura ma ricompare sempre celermente al mio semplice fischiettare...è un compagno fidato e pronto. Finito el tour decidiamo di portarci nelle vicinanze del parco divertimenti...e di mangiare direttamente lì. Logicamente, come il primo giorno, la fermata giusta si rivela non essere quella più giusta. Ci facciamo un quarto d'ora a piozzi durante il quale assisto mio malgrado ad una telefonata tra Kaled e Gigia Bagigia.....ecco, queste cose: Barbara D'Urso ed i grafici di Bruno Vespa sono cose che nessuno dovrebbe essere costretto a subire. Una serie di moine, e frasi da cioccolatini ad Agosto che neanche il miglior Lapalissio. Io per riportare la situazione ad un livello di africa accettabile sono costretto a rispondere al saluto a distanza della Bagigia con una frase del tipo: "Sì salamellamela  e dille che la scopo dalle orecchie...tanti agrumi".Ema, incredibile ma vero, riporta la frase LETTERALMENTE (con mia abnorme soddisfazione). Bagigia risponde come solo le donne...un pò schifata ma allo stesso tempo curiosa di vedere come risponderebbero le sue orecchie alla provocazione. Fortunatamente il momento "telefonata-strappa peli anali per la gayaggine"  finisce presto....
Giungiamo ad un baracchino-ristorante. Ema ordina un sandwich mixto (un banalissimo toast si scoprirà in seguito), io un classico hamburger con: carne, prosciutto, bacon, formaggio a due strati...ulteriormente arricchito con l'aggiunta di patatas bravas e ketchup a fiumi. Il tutto condito con un paio di coca a testa per sgargarozzare giù il tutto. La cameriera soprannominata "taglia xx l'infinito e oltre"  per via del deretano importante...è tanto celere nel servirci da mangiare quanto fastidiosamente rincoglionita nel portarci il cazzo di conto. Due ore e mezza per il conto....e altre due per il resto....io ed Ema nel frattempo reinventiamo classici quali: Titanic, Braveheart...e altre cosette sfiziose. Arrivato il conto e vanificato quanto di buono avesse fatto in precedenza…Ema decide con sprezzo di non lasciare mancia...io non obbietto niente...per quanto gli avessi spiegato la pratica il giorno prima (incredibile ma vero, gli era sconosciuta l'antica arte Masai della mancia). Zaini in spalla e riprendiamo il cammino, onestamente, molto breve fino al parco divertimenti....una 50ina di passi al massimo.

Cazzo di ciurri....30 euro d'ingresso....paghiamo ed entriamo...Ema ne spara una delle sue che rimarrà per sempre negli annali. Il parco era dominato da un calcio in culo che girava intorno ad un palo largo 8 metri e alto 80. Nel girare i seggiolini arrivavano alla ragguardevole e ,nella mia personalissimo opinione stronzissima, altezza di 70 mtr. Ema con sbruffonaggine a grao ed armonia olistica sbuffa e bullandosela mi fa: " quello lo faccio easy". Io la guardo pacioso e gli rispondo:" Io quello col cazzo che lo faccio".  La cosa muore là e da bravi bamboni iniziamo a girare per il parco seguendo il percorso delle giostre. Questo, da parte mia, anche con l'intento di far accrescere la libido, dato che solitamente  le prime giostre sono le più merdose. Cammina che ti cammina, ci imbattiamo nella prima attrazione degna di nota:
Tronchi parte 1: C'è un aneddoto da explicar. La primera volta che jo soy venuto a Madrid con i miei genitori, feci quei tronchi con mio papà. Nella mia mente di pargolo li ricordavo piuttosto easy, gravissima sotto valutazione. Bullandomela, appena finita la salita, mi volto a parlare con Ema gesticolando e ridendomela. Ad una certa avverto che la discesa è iniziata e girandomi constato con immane terrore che la discesa è di 20 mtr liberi prima di uno schianto contro un muro d'acqua. Ripasso veloce di Vangeli e Corani e mi attacco di corsa (cacandomi sotto) alle sbarre laterali. Wash my world !!! Io (come testimoniano le foto) scendo inzuppato come neanche il pubblico delle prime file del festival dello squirt. Ema è ferito anche lui ma in maniera più lieve. Nonostante ciò c'è soddisfazione per aver riportato la ghirba (pelle) a casa. Ci risistemiamo una minima e ripartiamo. Il caso vuole che la seconda attrazione siano delle mini montagne russe chiamate: Vertigo nelle quali ti siedi in esty piccoli vagoni (come quelli usati per il raccoglimento delle pietre in miniera) e poi sono cazzi tuoi. Come tra l'altro recitava (testualmente) il cartello: "Tu te siedes, y poy so cazzi tuoy". Morale io e il profugo siamo in coda, attendendo di provare questa folle e selvaggia emozione. Ad un certo punto...vedo accodarsi un bambino con una maglia gialla particolarmente sgargiante. Lo fisso ma non è un fissare alla: "Ma ce la fai ? " . Direi un fissare alla: " Dove ponga huevos ti ho già visto a te..."...Ovviamente sto romanzando molto...nel giro di un secondo quel volto trova un nome nella mia memoria (cosa per cui sono tutt'ora in coda molti dei miei parenti). Morale della favola, viene fuori che il bambino con la maglia gialla altri non è se non Philippe Coutinho, astro nascente della nazionale brasiliana, nonché fresco acquisto dell'unico vero super-mega-ciccia-figatissimo club dell'Universo: Ambrosiana Inter F.C 1908 (l’arroganza di scriverlo in grassetto…). Io neanche me ne accorgo che sto già urlando come un ossesso: " Scusa ma tu sei Countinho (dovevate vedere la mia aria fintamente sorpresa ed interrogativa) ? Ovviamente dopo la risposta affermativa, vado in gol dicendogli:" Facciamo la foto !!!" .  Lui estremamente gentile accetta (anche perchè non era una domanda) ma mi chiede la cortesia di aspettarlo finita la giostra. Permesso accordato nostromo. Rivoltandomi ritorno al mio Troll con le voglie...e finalmente constato che è il nostro turno. Si parte...il vagoncino sale e sale...lento ed inesorabile come un rutto quando mangi troppo. Finita la salita vediamo che le rotaie sono posizionate a spirale...il punto interrogativo però riguarda il fatto che a mezzo stronzissimo metro dalla prima svolta il vagoncino non mostra la men che minima intenzione di svoltare. Lo stronzo (soprannominato Pendejo) gira dopo 10 cnt dalla fine delle rotaie per via (scopriremo poi) di sospensioni particolarmente elastiche...Noi, beoni di professione, capito il trucchetto ce la ridiamo sicuri di averla scampata per l'ennesima volta...non l'avessimo mai fato. All'urlo di: "Oh Dios mios" veniamo scaraventati giù per la prima discesa. Scopriamo che lo stronzo ha anche il dono di saltare...e nell'atterraggio di rifilarci, con la sbarra di protezione, dei colpi provantissimi agli sventra papere. Urli di dolori, urli dvertiti...Il giro finisce e noi abbiamo più lividi di Brad Pitt in Fight club. Nonostante questo, ovviamente ce la  ridiamo e continuiamo col giro. Pochi mtr in linea d'aria e ci rifermiamo:
Tronchi parte seconda:  Nettamente più stronzi dei primi. Due discese entrambe devastanti dal punto di vista onda anomala. Io come al solito sono il povero pirla davanti. Ema dietro. Fortunatamente e con mio grande divertimento l'acqua che prenderò viene ampiamente ripagata dal fatto che Ema senza schienale, è strenuamente impegnato in una lotta tra la vita e la morte. Le mani a stringere con tutta la forza possibile (che non è molta...) la sbarre per aggrapparsi ed evitare di finire fuori bordo in un volo carpiato all'indietro, dal tragico esito scontato. Per la seconda volta, lo sconforto s'impadronisce del mio compagno di viaggio: " Jaco, non ce la faccio più...temo che per me sia la fine" . Gli rido in faccia...questo gli dà lo sprint per resistere i 25 cnt che mancano alla discesa. Di lì in poi potete immaginare....Io che scendo nelle medesime condizione di un'auto all'auto lavaggio coi finestrini abbassati. Ema danni lievi.
Proseguiamo...
Dovrò essere onesto. Tuttavia l'essere onesti è un'utopia..quindi confido che vi accontenterete della massima sincerità di cui sono capace. Fin dall'ingresso avevo notato una giostra, una montagna russa per la precisione. Estremamente bella…erano due lunghi carrelli che tenevano 4 file di doppi seggiolini. Il percorso era il solito: giri della morte, avvitamenti vari e altre cacatine del genere. Il problema è che non avevo notato che i carrelli si fermavano in verticale e 50 fottutissimi mtr dal suolo. Ero caduto nella mia stessa sbruffoneria. Saluto molto calorosamente Ema che decide di salirci e gli prometto un cospicuo spazio fotografico. Ema scende color del nacho messicano. A vederlo da vicino, sia lui che la giostra, erano terrificanti. Mi guarda negli occhi con la stessa tenerezza degli orsi bianchi di Licia Colò invocando un pò di pietà e di tempo per ripigliarsi. Lo fisso per un secondo per poi rispondergli:"  Dio, aveva pietà, Rambo aveva pietà ma io....io no..muoviti continuiamo il cammino".  Mi si trascina dietro stancamente, riempiendomi le orecchie di ciarle su pseudo problemi genetici che le montagne russe scatenerebbero e che gli provocherebbero spasmi muscolari (nel sonno) e perdita di equilibrio. Lo liquido con un veloce: " Ma se stai male, che cazzo ci sali a fare ?" ...mi risponde pacioso come solo un povero babeo dicendo che in fondo si diverte troppo. Il tempo passa veloce...più veloce di prima..o almeno è quello che avverto io...quindi è così...il tempo trascorreva faster and faster. Buttiamo un'occhiata ad una giostra cazzuta mentre intasiamo i polmoni di blasfemo tabacco americano. Finita la pausa sizza ci avviamo verso il gran finale: Il Tornado. Classica giostra che anche gli indigeni di suolo italico ben conoscono...il Tornado è una scarica di adrenalina, sballottamenti e velocità in un minuscolo tempo vitale. Ci piacque talmente tanto che lo facemmo due volte. La seconda, durante la coda, beccammo anche un povero idiota travestito da Transformer con tanto di mascherina....bah bah....rifacendolo mi sentì esattamente come una mucca al macello...impotente e sballottata a destra e manca....una mucca...muuuuuuhhhh....mi piace. Tra l'altro, piccolo excursus, alla partenza il Tornado saliva lentamente costeggiando dei gradini distanti dai nostri piedi a briglia sciolta circa 10 cnt....Emily and me facemmo la mossa....muovere velocissimo i piedi un pò come i super eroi dei film.....ok come i vampiri di Twilight...e non me ne vergogno. Alla fine del secondo viaggio Ema era provatissimo...mentre io avevo una fame folle che saziai con menù maxi di hamburger, patatine e coca cola....Ema si sforzò di seguire il mio ritmo e si comprò dei nachos ricoperti di un formaggio che credo sia stato ricavato dagli alberi della colla. Erano già le 5 e mezza ma decidemmo di fare anche l'ultimo pezzo del parco. SHIT !!! Ema ovviamente balzò il calcio in culo volante, con la scusa (davvero quacquera): " Eh...ma no, sai, alla fine...o le cose si fanno insieme...o non ti diverti.." …Si prese un vaffanculo ed un abbraccio e proseguimmo oltre. E qui accadde l'irreparabile. Scorgemmo ma devo essere sincero e prendermi le mie responsabilità....scorgemmo (più io che ema) un capannone con luci e neon...molto misterioso e con cartelli che sconsigliavano l'ingresso ai bambini. Da bravo bambone convinsi Ema ad entrare.... fummo subito colti da un vago sentore di inculata....sentore ampiamente confermato dal fatto che alle nostre spalle arrivarono 50 famigliole felici con passeggini. Eravamo in una trappola ma non sapevamo di che tipo, lo scoprimmo poco dopo....Il Tour delle Bamboline del Mondo. Piansi tutte le mie lacrime...Ema venne colto da fulminante attacco epilettico...sul resto preferirei (descrizione giretto..tra bambole decapitate, musica da videogioco giapponese e luoghi comuni) sorvolare...Appena avutane la possibilità scappammo a gambe levate...senza far ritorno. Eravamo provati...da quell'ultimo episodio ma in generale dalla giornata in todo e quindi, sgambando alla leggera uscimmo dal parco per reimbarcarci sul metrò e tornare a casa.
Si chiude la porta. Sono le 7 e mezza, in Spagna piena ora merenda. Ci svacchiamo subito. Io prendo subito sonno, Ema gioca ai pokemon. Un'ora dopo Ema dorme ed io gioco col suo iphone. Due ore dopo Ema si sveglia sgrufolando ad minchiam, lo tranquillizzo ma sono sempre passate 3 fottute ore...e lo invito, caldamente, ad andare a lavarsi. Il maledetto bambone...non è geneticamente capace di farsi una doccia...per lui lavarsi equivale a dirgli testualmente: " Ema c'è un sexy party con paperelle e pokemon nella vasca, tuffatici dentro e riempila tutta di acquetta calda e bolle..mille bbbbolle" . Cosa che tra l'altro...il minchione fece....riuscendo oltre tutto ad addormentarsi nella vasca. Mi vendicai senza pietà...ma comunque in modo molto gayo. Gli barricai la porta del bagno con valige, tavolini, una poltrona ed altra oggettistica di fortuna. La scena fu geniale. Ema apre la porta del bagno mi guarda e scoppia a ridere, dopo di che si riprende e mi dice: " Babbeo, ma non ti sei accorto che la porta si chiude da dentro…ahahah ?"  Che odio che mi faceva...era talmente babeo che non aveva pensato che io sapessi da che parte si chiudesse la porta del bagno ma constatando di non avere ancora il dono della smaterializzazione...avevo solamente potuto limitarmi ad ostruirgli il passaggio con un onda anomala di paccottiglia. Tuttavia rimasi calmo e placido gli risposi: " Cavolo, me l'hai fatta vecchio volpone...dai vieni a vedere la tele...".  Vendetta tremenda vendetta. Con la faccia ed il ghigno di Rambo che sconfigge da solo la Russia comunista e poi, guardando in camera, esclama con faccia inespressiva una frase a cazzo del tipo:" Il bene trionfa sempre". Comunque, con questo tipo di faccia...si china per spostare la muraglia....ah ah ah.....piano, poi ritenta più energico...poi tutta la sua forza...niente...fatica immane, vene scoppiate e barriera ancora lì...dopo 5 min buoni di spinte...riesce ad aprirsi un varco di 15 centimetri dal quale riesce a scivolare dentro la nostra stanza. Non fiata più...e ha bisogno di un'altra doccia...gli vorrei far notare, ma sono le 11 e devo ancora lavarmi. Sto zitto e m'infilo sotto la doccia dalla quale uscirò 5 min dopo: lavato, rasato, profumato e impomatato. Ci agghindiamo alla grandissima.  Io: scarpe eleganti, pantaloni beige, camicia bianca con righine sottili azzurre e giacca gessata con sciarpa stilosa…sfortunatamente non posso portare i miei amati Ray-Ban. Ema veste: scarpe eleganti, jeans, camicia, giacca. Da bravi idioti decidiamo di andare a cena senza ulteriori giacche....e difatti esattamente dopo 25 secondi comincia il diluvio universale...per fortuna il "ristorante"  è vicino. Il posto non è altro che una salumeria con alcuni tavolini al centro. Nessuno le darebbe due euro...ma fortunatamente, dato che fu idea mia portarvi Ema per fargli assaggiare il Jamon serrano (prosciutto crudo spagnolo)...era di una bontà unica. L'ordinazione fu veloce per entrambi: 2 piatti di jamon serrano massima qualità, una birra per me ed una coca per lui. Dopo 2 min avevamo piatti e bicchieri a portata di ganasce....e da quel momento è iniziata una gang bang di sapori, profumi e colori...indescrivibile...il prosciutto si scioglieva in bocca e la birra scivolava giù per la gola che neanche il frappé di......Brevi e concisi: mangiamo, venimmo, pagammo e sparimmo sotto l'acqua e dentro la notte. Ovviamente facemmo una capatina veloce in albergo per munirci di giacconi. Come eravamo arrivati sparimmo nuovamente. Rifacemmo, come la serata prima il giro dei nostro locali...nei quali ormai eravamo degli aficionados: El Verona e Larios. Referto di fine gara: El verona: Jacky: 1 jack e coca /  Ema: 1 vodka red bull più uno shottino offerto dal barista ad entrambi. Larios: 1 mojito a testa, 2 jack e coca per me ed una tequila per Ema. A ripensarci...quella sera era iniziata male...non parlavamo con nessuno...ma non perché ce lo eravamo imposti...solo stava venendo fuori così...eravamo talmente presi da musica ed alcol che del resto ce ne cacavamo il belino. Fatto sta, che verso l'una scatta: l'operacion Pacha. Usciamo dal Larios e prendiamo il metrò....come il Bernabeu, appena usciti vediamo l'inconfondibile insegna del Pacha che brillava in una notte squarciata dalla pioggia. Ci mettiamo in coda ed agevolmente arriviamo alle casse...paghiamo e mettiamo giù le giacche...sguardo d'intenti...Che il party abbia inizio...Entriamo nella sala principale...veniamo accecati da fasci di luci viola e bianche...musica a palla...musica figa...nell'aria l'odore di alcol e pazzia. Guardo Ema, il bimbone sorride. Decido di sacrificare subito il free drink..lui è d’accordo...ennesimo jack per me e vodka red bull per lui. Cazzo!!! Finiscono sempre troppo in fretta. Riappoggiamo i bicchieri sul bancone e ci buttiamo in pista. Ema se la balla come un negro del ghetto di Brooklyn, io faccio le mie mossette da Step Up dei poveri...la cosa a quanto pare colpisce ma io pigro come sono non c'ho voglia di attaccar bottone e mi giro dall'altra parte...mi vuoi ? vieni e parliamone. Ema sembra un bambone in un negozio di caramelle....la cosa riempie di deleteria gioia anche me. Dopo una mezz'ora la fauci secche reclamano altro alcol…jack per me e tequila per Ema. Da quel momento scatta il delirio dell'Africa nera. Ema sbatte violento lo shottino sul bancone io trangugio il mio alla goccia riuscendo comunque a gustarmene ogni singola e fottuta goccia. Poi mi volto, gli occhi iniettati di whisky: " Ema, tequila !!!" ...."No Jaco, basta, per favore..mi gira la testa..."  ....."Dov'è finito il mio cazzo di fratellino de: quello che succede a Madrid resta a Madrid ? Ho detto Tequila, dai l'ultima !!!!"   ....."Ok...ma solo per te" ....Sguardo veloce alla ciurra del bancone:" Escuciame...dos tequila pro favor"  .....L'inizio della fine...lo shottino sbatte sul bancone e ritorna alle nostre bocche...e così il rito si ripete per 8 volte di fila. Ema è palesemente in difficoltà, con le ultime cognizioni di italiano corretto che gli restano mi supplica di accompagnarlo fuori per fumarsi una siga. Usciti, avido, si accende una sigaretta. Gli chiedo se sta bene, mi risponde alla cazzo dicendo che sta bene ma la musica è troppo alta e ha troppo caldo. Capisco la mal parata…è solo questione di tempo.
Il mio fumoso favellare viene interrotto dall'uscita di due ciurre americane (una di palesi origini orientali, l'altra antenata di Grande Capo Toro seduto) si chiamano: Annia e... (la ciurra cinese non me lo ricordo). Morale della favola, queste si avvicinano furtive ad Ema. La cinese lo fissa serissima per un secondo, dopo di che, senza proferir parola gli prende la mano e la lecca. Ema ubriaco e col soldatino sull'attenti, io basito e schifato. Si capirà solo in seguito che la tipa l'ha fatto per poter copiare il timbro d'entrata all'amica.....Bel cazzo di modo !!!! Devo intervenire....e lo faccio. Derido la tipa dall'infausto nome (stile Nelson dei Simpson), le liquido con due cagate e strattono Ema (ancora provato dalle tequila e dall'esperienza) dentro al locale...nuovamente. Riprendiamo le nostre deliranze...ma Ema mostra segni preoccupanti di squilibrio ed intolleranza ad ulteriore alcol. Un gruppo di ciurre ci si mette a ballare di fianco...io non le caco...mentre Ema viene fatto oggetto di foto trofeo dalle tipe. Ad una certa l'impensabile...Ema stramazzando mi supplica di riportarlo a casa...DEVO acconsentire. Ritiriamo le giacche, saliamo di sgamuffa su di un taxi e in 5 min siamo in albergo.
Capitolo albergo: Prima di entrare mi raccomando con un Ema in condizioni devastate di regolarsi. Stranamente mi dà ascolto e così, passata velocemente la rINCEPTION, saliamo su per le scale fino alla nostra camera, la tanto agognata 309. Ema non si prende neanche il tempo per entrare che scaraventa a cazzo le scarpe ed i vestiti...rimanendo così, solo coi jeans. Non riesco e non voglio stargli dietro...faccio le cose con calma...lui è già in ginocchio con aria dolorante a fissare il water...
Capitolo albergo, Capitolo Svomo: E' arduo il compito di riportare avvenimenti del tutto incredibili ai posteri. Posso assicurarvi di aver visto con questi occhi e di stare scrivendo con este mani le peggio cose. Primo: Ema non vomita infilandosi le dita in gola....dilata bocca e gola come un serpente che rigetta un uovo marcio e lascia che lo svomo, svomi. Secondo: Ema era talmente fatto che a metà vomitata inizia a soprannominare il cesso Colita. Terzo: dopo un'ora e mezza di vomito, rotola ai piedi del letto dicendo che ha fame, e riceve come risposta tutte le squittles all'arancia che posseggo. Non l'avesse mai fatto. Esattamente un decimo di secondo dopo che ha ingurgitato l'ultima caramella, mi fissa con gli occhi di un cane abbandonato in autostrada e si lascia scappare un:" Non avrei dovuto farlo...non mi sento bene per un cazzo". Quarto Ema, evidentemente, vomita come le telenovela: a puntate. Quinto: Ema vomita marrone...ma ha ingurgitato, nelle ore precedenti, tutte cose con colori assolutamente diversi. Sesto: Ema possiede solamente quattro vertebre che compongono la sua personalissima spina dorsale. Sono, per intenderci, le ultime quattro..quelle che vanno dalla fine della schiena al coccige(culo). Nel frattempo io gli scatto delle foto, col suo permesso e constatato che il water non si sarebbe liberato di lì a poco...piscio a spruzzo nella vasca (con faccia goduta e menefreghista)...in seguito gli do la pacca sulle spalle del campione magico e sfilatogli l'iphone mi butto sul letto a giocare prima di una meritata dormita.

3 Giorno: 11 e la sveglia suona, puntuale ed ineluttabile. Ema si chiude la testa nel cuscino piangendo e invocando ulteriori 5 min di sonno che non gli vengono assolutamente concessi. Mi racconta di come abbia dormito mezz'ora dopo una vomitata di 3. Io ascolto distratto ma divertito e gli rispondo di vestirsi, fare la valigia e profumarsi denti e corpo. In 40 min siamo pronti e fuori dall'hotel. Ema ha una faccia non sua che comunica sofferenza e dolore fisico acutissimo.
Decido, da amico, di portarlo da Starbucks per la colazione. Io ordino frappuccino caramello e panna montata taglia maxi con briochina al cioccolato. Ema chiede un'acqua minerale e basta !!! Mangiamo...io squirto ripetutamente...dopo di che diligenti ci imbarchiamo sulla metro con destinazione: El Prado.
Prado: premesso che il Prado è una fottuta trappola già dalle code dei biglietti...devo assumermi la grave colpa di aver fatto sbagliare ad Ema per tre volte di fila la scelta sulla coda da seguire...e visto che le code erano tre direi..che non ho capito bene quale fosse l'entrata corretta. Morale della favola, troviamo l'entrata corretta e riusciamo pure a non sganciare un euro, qualificandoci come studenti italiani....bah bah...Ora..intendiamoci...io potrei anche descrivervi i capolavori dei maestri italiani, i Velasquez, le opere di Goya e di tantissima altra gente molto più erudita ed utile di me....Ma: punto primo probabilmente smettereste di leggere..perchè se io sono un babeo è tanto vero che lo siete anche voi che mi leggete. Secondo: è molto più divertente raccontarvi di come Ema mi fermi per vedere una sola cosa e questa unica cosa sia una scultura raffigurante un trans-gender di tempi passati. Nonostante ciò riesco a dilatare il tempo e a tenere Ema nel museo per un'oretta e mezza....come l'ora e mezza trascorre...Ema si getta a terra bestemmiando in aramaico e tentando di farsi le stigmati sui palmi delle mani. Io, gioco forza, devo accettare quella pazzia e mestamente riportarlo all'aperto. Conclusa l'azione di recupero, Ema si ripiglia piuttosto in fretta e con sorriso ingenuo e beota mi racconta della sua fame. Accordato soldato, andiamo a mangiare in centro. Decidiamo di provare una tavola calda/ristorante molto vicina al nostro albergo....non ricordo il nome tuttavia. Arriviamo e troviamo subito due posti appartati e bagnati dalla luce. Liste in mano...io inizio a fare l'africa constatando che esiste un tipo di patata che si chiama: Patatas bravas. Ema non si limita a questo, ordinandole alla cieca, in oltre si ordina un toast con: uovo, prosciutto, carne e bacon. Io ordino un piatto con patatine carne e uova. Sui piatti non c'è da dire niente…ma quando ci vengono rifilate le patats bravas (tra l'altro ustionanti), Ema vorace se ne infila 3/4 in bocca non chiedendosi cosa sia quella densa salsa arancione che le ricopra. Un secondo dopo lo vedo ululare poiché la salsina del cazzo è un estratto di dodici peperoncini diversi tratti da antichissime piante che provengono da una delle zone più impervie del Turkmenistan. Dopo svariate coca cole e bestemmie il ciurro si ripiglia finisce il suo toast tra l'altro buonissimo e mi guarda tutto contento e soddisfatto. Sembra andare tutto bene...sembra....tragedia che puntualmente si realizza. Ema si lancia nel chiedere un'ultima coca cola con conto annesso...il cameriere gli passa quattro volte a 5 cnt e non lo caga. Progressivamente la faccia di Ema cambia colore e connotati..producendosi in una serie di insulti a mezza bocca e gesti che neanche il Re degl'Unni. Giuro...tanta stima !!! Finalmente il camereros lo caca...e pagato (molto poco tra l'altro) ci alziamo e ce ne andiamo. Manca ancora qualche ora alla partenza, ne approfittiamo per fare due pensieri ai ciurri lasciati in Italia. Ema calcola male e finisce per andare in debito con un negozio di souvenir nel quale riesce a spendere la modica cifra di euro 81. La prospettiva di lasciarlo lì a lavorare per pagare il debito mi attrae...ma essendo sempre un cazzo di fratello pago io e me lo porto velocemente via. Compriamo e girovaghiamo...finiamo su una panchina, provatissimi dalla tre giorni, a riposarci e giocare con l'iphone. Consiglio....non osate mai accumunare nella stessa frase le parole: Iphone e pioggia...o vedrete Ema insultarvi come mai...ahahah Magico !!!.
Decidiamo che è ora di una scossa..torniamo in albergo, cagatina per entrambi, 20 min di pennica e presi i bagagli prendiamo la metro in direzione aeroporto. Dell'aeroporto non c'è molto da dire se non che gli Spagnoli l'hanno cagato con sti cazzo di biglietti. Passiamo 20 min a girare per capire dove cazzo dobbiamo commutare i biglietti e la cosa geniale è che pur avendo biglietti con scritto a caratteri abnormi: Iberia...al banco della suddetta compagnia non ci accettano. Fortunatamente troviamo un'anima pia che ci assiste e mollati i bagagli ci dirigiamo verso la perquisa. Ema passa tranquillo....io ovviamente subisco quella corporale...credo che il poliziotto abbia ancora la mia foto in camera...per come mi ha palpato il culo...de resto Golden Boy. Comunque, superiamo anche questo ennesimo scoglio...e decidiamo di andare a mangiare una cosa...così giusto per fare i merenderi. Io ho la pancia piena di gas gas e la cosa geniale è che dopo tutte quelle che ho mollato (silenziose e bastarde) in faccia ad Ema...ormai lui le riconosce da lontano. Io ne mollo una mentre stiamo pagando e dietro abbiamo due vecchiette con facce da bulldog. Ema mi guarda disgustato, ma non può dire niente, così trattiene il fiato, non risponde al gracias della cassiera e svicola di lato. Io pago e lo raggiungo..ma sono piegato in due dal ridere e voltandomi vedo il viso contrariato delle due vecchie che hanno capito…ma nonostante tutto sono sopravvissute. Ema mi guarda e mi dice con faccia disgustata:" Male male, cioè ma tu hai dei problemi...era mefitica, non riuscivo a respirare".  Dirmi quello e consegnarmi un Oscar era la stessa identica cosa...con le lacrime agl'occhi lo abbraccio e consumiamo il pasto. Il tempo và, passano le ore....se non ci muoviamo l'aereo parte senza di noi....che col solito culo abbiamo i posti in culo all'aereo, 30 c io e 30 b Ema...eggià....Ema è condannato a farsi il viaggio nel seggiolino in mezzo...cosa che lui odia poiché in un viaggio precedente fatto con una sua amica (Milano-New York), era stato usato come cuscino, sia da lei che da un obeso. IL volo ovviamente parte in ritardo...poco male....durante il volo mille turbolenze...vaffanculo !!!! In sostanza poco altro da raccontare se non che quando arriviamo...ci scaricano in mezzo alla pista e dobbiamo raggiungere il terminal a piotti sotto la pioggia...Oh ma San Pietro ma vattene a ..... Le nostre valige arrivano dopo 10 min...come al solito prima la mia e dopo minuti di ansia anche quella di Kaled (che tra l'altro, nel rifarla a Madrid le aveva rotto la zip...scena epica...con io che rotolo per terra e lui che cristando tenta di sistemarla alla buona). Riavuti i bagagli, ci dirigiamo verso le casse del parcheggio dove ci aspetta Bubu (Ema's father). Il figlio, povero minchione ha perso il ticket del parcheggio e per evitare di farsi sequestrare la macchina e farsi pignorare i mobili…Bubu è dovuto intervenire. Insomma tra Ema che corre a prendere i documenti, Bubu che un pò lo abbraccia e un pò lo insulto ed Ema che viene deriso dal padre davanti ai presenti per via delle svomo-foto...passiamo un ultimo quarto d'ora intenso. Bubu, pagato ci saluta e se ne và...Ema mi guarda e fa: "Mucca da mungere eh ? ....Seeeeeeeeeee".  Saliamo in macchina e scompariamo sotto la pioggia e dietro l'angolo...a no cazzo !!! Forlanini è un rettilineo...scompariamo lungo l'orizzonte...Ema mi scarica salutandomi sobriamente…mi strappa una mezza promessa di uscire il giorno dopo...io farfuglio qualcosa e salutandolo salgo su a casa. Pardon, avrei voluto salire su a casa...se non che mia mamma come ben tornato mi rifila il cane per la consueta pisciatina di mezzanotte.
“So in the end....ne valeva la pena ? E' sempre la chiusura del Pacha e io sono rimasto qui in lista senza un timbro per poter rientrare. Lo ammetto nel corso di questi tre giorni ho avuto una buona serie di momenti intensi. Molta gente viene a Madrid a visitare musei e nel frattempo la vita by-night le sfugge dalle mani. Nel corso di questa esperienza ho perso biglietti da 100 qui e là e ora quasi non me ne restano abbastanza per tenermi in vita. Ma mi sforzo di sorridere sapendo che la mia cazzaggine ha superato di gran lunga tutti i consigli genitoriali. Non ci sono più cinesi che leccano mani o entrate gratis in loft-discoteca, alla mia porta.”
Ps: Ema l'onore resta sempre mio nell’ avere un fratellino e compagno di viaggio assolutamente irreale come te. E' sempre un piacere. Alla prossima..lei è un Signorone, magari un Dottore..quello che conta è che sei Magico. It's all the rest ? Oh fuck, yes it is !!!
Fine
JL


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