Notti zingare itaGliane
JFK: un gate a compagnia che poi è come dire un gate a
nazione.
Partono russi, giapponesi e anche i soliti francesi della
baguette rosa. Tutti belli, in ordine. Nessun ritardatario, nessun affanno.
Niente. La pace. La calma.
Poi arriviamo noi, noi italiani. Noi con qualcosa in più,
spesso una G, di troppo. Itagliani. Che è poi come ci chiamano gli altri:
itaglians. Da noi l'aereo è in ritardo di quaranta minuti. L'addetto
all'imbarco parla una lingua a metà tra Raffaella Carrà e Banderas nel mezzo di
un'orgia con Rosita e una focaccella. Nel mentre Federico Buffa racconta
l'esodo italiano dal Jfk di New York 2014: notti zingare. Aereo in ritardo. Staff
composto da: numero due di piloti. Il primo è Toni Servillo anche se quando gli
chiedo l'autografo mi dice "ma vai in mona". L'altro ha la fronte
talmente taglieggiata che sembra una tavola in braille. Inoltre c'è l'aiuto
pilota, la nostra risposta al Tom Cruise di Top Gun. Un umpa lumpa alto un
metro e un barattolo che compensa (e finemente aggira) il problema dell'altezza
ingellando i capelli verso l'alto come neanche un Goku di secondo livello. Di
hostess ce n'è una passabile,
prontamente bullizzata e oscurata da numero cinque di nanerottole
antipatiche provenienti dalla ridente località di Corleone. In sala d'aspetto i
passeggeri.
Uno con la felpa "ITALIA" (vuoi mai che non si
capisca la provenienza). Una signora che ha letteralmente rubato le scarpe a
Malgioglio ed un'altra che impurtana un ragazzo su ogni aspetto legato al
traffico telefonico del proprio cellulare che non capisce, cioè tutti. Ultimo
ma non ultimo il sedicente belloccio, in realtà notissimo (alle forze
dell'ordine) buco di culo che a voce alta e parlando in italiano con accento
americano ci fa sapere che: "No Mer-io (credo...Mario) ti ho deto di no
scusare a me, cinqu volte, cinqu !!! I have a fuckin' planes da prendire. Ci ne
riparliremo quandi arrivo in Milan-o", praticamente il nuovo Salvatore
Quasimodo.
In un attimo il panico "ih oh - ih oh". "Oh
cazzo stai a vedere che adesso non partiamo", penso. L'allarme suona e voi
penserete al solito passeggero italiano coglione. E invece no...allarme
attivato in tutto l'aeroporto e da dietro la colonna fa capolino, prima un
occhio, poi l'altro, poi la fronte, il viso e il busto, il comandante
dell'aereo. Seguito dall'unico steward (completamente gay) del volo con la
bocca stretta come se avesse visto una donna nuda.
Poteva finire qua ? Passeggeri che si mettono le mani in
faccia per il loro equipaggio...due fottuti minuti dopo, DUE, l'allarme
riparte, sempre gli stessi !!!! Incredibile !!!
Nel frattempo s'è fatta una certa e iniziano ad
imbarcarci...scappo prima che Renzi vestito da clown Baragli defibrilli Obama
in occasione della festa della patacca italo-americana che poi qui ci arrestano
tutti.
........"". .
Fine
JL
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