Kroy Wen
A New York c'è tutto, proprio tutto. Ed è questo il
problema: non manca niente e...lo si avverte terribilmente. Tutti sanno cosa
fare. Tutti sanno dove andare. Tutti..tranne te. Ma è solo un velo. Gente che
corre a destra e manca tra altri tizi ch scampanellano per i senza tetto. Ma in
questa città tutti sono senza tetto. Tutti in giro a cercare quella cosa che a
quanto pare a tutti manca: la pace. Nevrosi, passi veloci e pozzanghere di
dubbio colore. Nessuno alza la testa, neanche i ratti che banchettano nella tua
merda; che qua per inciso viene ritirata qualche volta, ogni tanto. Donne nude
ammiccano, la pepsi è illimitata e gli schermi della pubblicità ti friggono il
cervello. È una serie di "ciao", "sentiamoci" e
"vediamoci presto" ma non hanno ancora finito la frase che stanno
ammiccando alla prossima gallina ovaiola. Tutto è business anche e soprattutto
la vita. Anche i piccioni qui si fanno i cazzi loro senza neanche un briciolo
di misericordia da buttare giú. New York ti accoglie promettendoti la compagnia
eterna e continuata salvo poi scansarti se non conosci nessuno ma con
educazione, col sorriso sulle labbra. Tutto è in vendita ma non cercate le
anime...quelle sono state le prime a essere saldate. Macchinoni enormi e tutti
fermi in coda. Panino a due dollari, benzina a 30 cents. Sirene e cocaina per
continuare a tirare avanti, ad andare in giro. A pensare che ci sei, che sei in
mezzo al mondo, anche se il mezzo di una stanza vuota non esiste. Resta solo il
fumo che sale su dai tombini piantati nei confini della city, delle industrie.
Dei sogni infranti e pippati e pianti. Il jazz ha lasciato queste lande
riccamente desolate. Gengive sanguinanti e anime spaccate nel silenzio del
rumore.
Fine
JL
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