Sei ore di fuso a un trasfuso
Avete deciso di vivere per sempre.
Voi. Quelli della polizza sulla vita che non è eterna ma
facciamo che lo sia.
Quelli del contenimento del colesterolo. Dei trigliceridi.
Dei 150 kg
sulla panca. Della corsetta nella nebbia a novembre.
Voi che rientrate in tutti parametri salutisti e ve ne
andrete di infarto a cinquant’anni mentre state scopando alla viva il parroco.
Ma come ? Mangiava frutta e verdura. Sono sempre i più vitaminici ad andarsene
per primi.
Voi. Voi avete deciso di vivere eternamente ed io, per
dispetto, ho deciso di essere eternamente vivo.
Voglio mangiarmelo questo cazzo di mondo. E voglio correrlo
in lungo e in largo finendo col dire che in fondo Lugano è una piccola Varese.
Voglio sfondarmi le orecchie con le cuffie che s’impiccano
mentre una ragazzina che avrà la metà dei miei anni mi guarderà disgustata.
Voglio andare in una spiaggia per nudisti in giacca e
cravatta e ad una riunione di banchieri col cazzo in tiro, tanto, in entrambe
le situazioni, sarei fuori luogo. Io voglio essere fuori luogo, dentro luogo,
in ogni cazzo di luogo.
Voglio fare gaffe, voglio sbagliarmi, confrontarmi e
crescere come individuo.
Voglio fare risse e prenderne tante, ma tante, dando solo
quelle giuste che sono quelle con quel sapore che riecheggia nell’eternità.
Voglio scaracchiare in una sputacchiera con un nostromo, un lupo di mare e il
vostro perbenismo che sputa tra i denti il verdetto “esaltato”.
Voglio rimanere sbigottito quando mi ricordano che, eh sì
cazzo, Napoleone è venuto un bel po’ dopo la presa della Bastiglia.
Questa storia della nazione, del segno zodiacale, della
politica. Io sono del partito dell'uomo, quella roba a due zampe che scoreggia
e ogni tanto eiacula Leonardo da Vinci.
Voglio deturpare il mio bellissimo volto con tutto ciò che
di vizioso e malsano possa esserci; soprattutto il fumo passivo, il sole senza protezione
e il bagno SUBITO dopo mangiato.
Voglio sbronzarmi così profondamente da far avere il mal di
testa al mal di testa.
Voglio amare così tanto da costringerle tutte a sposarsi con
altri bipedi, invocando però il mio solo fottuto nome quando si bagnano nelle
labbra mute.
Voglio che i miei muscoli si sfilaccino come i cavi di una
funivia che precipita.
Voglio che il mio cazzo collassi nel preciso apice del
millennium bug del piacere.
Voglio che il mio umore, il mio spirito e quel poco di
coscienza che mi compete siano altalenanti come un caccia dell’aeronautica
ivoriana.
Voglio essere incostante. Il bambino intelligente che non si
applica. Il talento non supportato dalla costanza che tuttavia qualche Costanza
se l’è anche passata.
Voglio che la morte non mi scagli contro un solo tumore ma
si scomodi a mandarmi contro gli Avengers del cancro.
Voglio che la nostalgia strazi e infierisca sul mio cuore
nudo e che le lacrime mie travolgano tutto ciò che resta, com’è stato al tempo
degli egizi.
Voglio che l'uovo torni in culo alla gallina e viceversa.
E voglio che tu, che ora stai leggendo, possa affacciarti da
dove ti trovi urlando da morire il tuo cazzo di nome così come ora io sto
facendo, perchè sono un essere umano e mi và.
La droga ? Quella no.
Ma se dopo tutto questo sarò ancora in piedi, allora, solo
allora, tenderò il mio braccio argenteo e sarà eroina da morire. Come David,
con David.
Me ne andrò in un orgasmo con la forza di dieci. Avendo
capito quello che capiscono tutti quelli, solo loro, che se ne vanno in questo
modo.
Eroina. David. Eroi.
In fondo lo sai: “Puoi essere un eroe...almeno per un
giorno”.
Fine
JL
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