• Aspettando la ultima onda •

Come le manette ai polsi consumati
E il fanculo in canna.
Come il gusto di sperperare il talento.
Come il miglio verde
E pachamama, piangiamo insieme.
Come le puttane che vendono
Splendide bugie
A ogni sorta di uomo.
Come macchine frecce d’argento
E venti di carta, solcati
dei cuori stropicciati.
Come anime fedifraghe
Uscite dai corpi
Perse, chiuse, fuori
a cercare la ricerca.
Come la polvere in musica
E i lamenti sulle rotaie.
Come la rabbia cieca
E la furia del west. Però adesso. Meglio.
Come le urla strozzate
Le risa ingrassate
E le figlie incomprese.
Come le calze strappate
i desideri pretesi
le ossessioni per nome.
Come il ghigno delle lacrime
E pazzie pigiate
Schiena per schiena, occhio per occhio.
Come un buon figlio di puttana
E una mamma.
Come i rimpianti
E i (ri)morsi per la fame della fama.
Come ciò che non ritorna
Lo stile del componimento
Un pompino ben fatto
Non era amore ma neanche un calesse.
Come gli eroi in vena
il deltaplano del possibile
L’odore delle pagine di una libreria condannata
Lo smercio di sguardi.
Come controcorrente
controcultura
senza padroni
senza padri.
C’è della pioggia là fuori

Ed è tutto il seme della vita.

Jacopo Landi



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