Ti troverò un giorno ma non ancora



E’ vero, a noi tutti piace, in una certa fase della vita, che si interrompe e poi ritorna, quella ragazza abbondante, dal nome comune, che ci faccia capire che abbiamo già vinto. Che ci metta in mano il suo grosso e bellissimo seno affinché noi lo si plasmi e con esso si plasmi, in una certa misura, anche lei e noi stessi. Ci piace ma non resterà, non durerà. C’è del dolore in questo, come in quasi tutte le cose della vita, ma non c’è niente di male, in fondo. E’ il tempo.
Io comunque sto parlando di un’altra lei che potrebbe benissimo non esistere senza rendere il pensiero meno reale.
Lei che ha l’oro fuso a nei capelli. Quel castano ambrato che riflette la luce del sole e ispira i pittori di una vita passata.
Parlo a lei che ha quegli occhi vispi che mi sfidano e mi attraggono, allontanandomi in maniera controllata. Quelle due gemme in cui convivono il verde di uno zaffiro e il blu di un cielo che si tuffa nell’acqua più profonda.
Parlo di lei con quelle sue deliziose e sfacciate lentiggini sotto gli occhi. Le donano un colore e un senso che sfuggono la comprensione umana, pugnalando dolcemente il centro di un cuore che accusa il colpo in un sorriso ammiccante.
Parlo a lei con quelle labbra così affusolate e piene che si arricciano in quel sorriso così inconsapevolmente consapevole. Quelle labbra che saranno la mia fine. Quel broncio che sarà il mio ultimo e più intenso vizio.
Parlo a lei di cui voglio sentire ogni singolo respiro, dal primo mattino alla notte più piena.
Parlo di lei di cui voglio imparare a conoscere il ritmare del cuore, il profumo delle sue lacrime e l’esaltazione di un sospiro mentre mi stringe ansimando e tornando al mondo in un sublime amplesso.
Parlo di lei che è ancora una donna in cerca, una donna indecisa, una donna che abbia qualcosa da dire, raccontare e mostrare.
Io parlo di lei che sembra aver fermato il nastro del tempo per aspettarmi e tendermi la mano.
Parlo con lei che è estati di sangria e inverni di cuori trafitti. Lei per cui spergiurerei ogni Dio. Lei che mi anima di quel tanto che basta da tornare a cercarla anche al risveglio, la mattina.
Lei che non cambierà la mia natura e il mio destino. I miei vizi o i miei difetti e per certo le mie colpe. Lei che capirà quando finirà, quando ripartirò senza tornare.
Lei che nonostante tutto verrà sempre prima di tutto, per me.
Lei che, in fondo, non è niente di più di una bella e anonima folata di vento nella mia vita senza memoria
Io parlo di lei che vive solo nei remoti confini di un amore sconosciuto che tuttavia mi segna il cuore di un piacevole dolore che porta le sue iniziali sconosciute.
Ti troverò un giorno. Ma non ancora.

Fine
JL

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