Radiografia di un itaGliano
La democrazia ha reso indispensabile l’opinione di tutti. Perchè prendere a calci nel culo dando del Lei è tutta un’altra storia.
I Santi non si sono guadagnati l’aureola facendo favori e
questo sarebbe bene ricordarselo in cabina elettorale.
Puntiamo il dito altrove per non ammettere le nostre colpe, le
nostre mancanze. Forse perchè, in fondo, nella parte più remota del nostro
cuore, sappiamo che questa volta l’abbiamo fatta troppo grossa e potremmo anche
non scamparla. Del resto se il tuo castello è fatto di carte, non è che puoi
pretendere più di tanto. I tre porcellini non ci hanno insegnato proprio un bel
cazzo di niente.
Studiamo la legge per trovare il modo di aggirarla e il
latino per storpiare “status quo” e “carpe diem”.
Si sente uno sparo in fondo alla via, un uomo cade e nella
piazza tutti fissano l’orizzonte mentre il maggiordomo scosta il tappeto per
nasconderci sotto il bossolo. La gente quaggiù piantona il confine ma muore
sotto il fuoco amico.
Tutti noi abbiamo il nostro Kevin del Bianco che non si sa perchè
o come mai ma ci sta davanti nell’eterna coda che è la nostra esistenza.
E’ una vita all’insegna dell’apparenza, di chi urla di più e
più forte, di chi piange ma solo in pubblico. Siamo costretti dall’andamento della
quotidianità a mordere per primi perchè è quello che ci capiterebbe se ne
lasciassimo la possibilità agli altri.
Siamo portati al male da una vita che abbiamo improntato in
questo modo. La moralità è un peso, un fagotto di inutili concetti utopistici
che trasmettiamo ai nostri figli più per senso del dovere che per voglia
personale, ben sapendo che non potremo, e non potranno loro, mai rispettarli a
meno di essere poveri. Lo stesso discorso vale per la religione e tutto ciò che
metta un paletto o che tratteggi una linea guida.
Facciamo lo sgambetto alla divisa che insegue il ladro ma
spergiuriamo per il mafioso del quartierino. I giudici continuano a salvare
Barabba e a condannare non si sa bene quali mancanze di una società che hanno
fortemente contribuito a minare.
I punti cardine del nostro mondo sono il consumismo,
l’arrivismo e l’arricchimento selvaggio, tutti valori che minano una società e
non possono fare altro che disintegrarla nei momenti di crisi.
Siamo talmente idioti che non sappiamo nemmeno far fronte
comune e scendere in piazza. Non individuiamo i nemici e aspettiamo,
aspettiamo. Siamo la generazione dell’attesa. Sul divano, sdraiati in canotta
ad aspettare che ci dicano cosa votare, per cosa lottare e morire.
Dobbiamo piangere lacrime e sangue per riconquistare noi
stessi ma la verità è che non lo faremo mai e che se anche volessimo, potremmo esserci
svegliati troppo tardi.
Ci troviamo in una situazione nella quale rappresentiamo il
passato e siamo stati tagliati fuori. Ci aspettano una guerra civile, una
guerra di stato e una guerra mondiale. Unità, liberazione dalla mafia e
ridefinizione dell’equilibrio di potere tra il mondo occidentale e quello
dittatoriale - comunista.
Ma noi nel frattempo non ci scomponiamo più di tanto e ci concentriamo
sulla nuova collezione primavera-estate e sul prossimo amore di una troia che
chiamiamo show-girl.
Fanculo, quanto siamo innovativi.
Fine
JL
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