Il nanetto e la sorda vegliarda
Lì, in su la via, scende la corta creatura.
Odora di Baviera e parla di sogni.
Odori e speranze. Lacrime e colori.
Sorrisi, fondamentalmente.
In fianco a lei, di là da la via, siede meco, una vegliarda.
Pura in spirito e cieca al verbo.
Sorrisi leggiadri e coperte croccanti.
Un mondo dal sapor di fogli bianchi.
Valzer d'abbracci e futuro.
Speranze possibili e possibilità di sperare.
Il domani scevro dal condizionale.
Così mi ritrovo, solo, come sempre, sulla soglia d'un buio
armadio ad invocare, come tutti l'altri, un nano ed una vecchia cieca.
Ad ognuno il proprio.
Fine
JL
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