Sara nel Sahara: un film bollente
“Buongiorno, dovrei..”
“Sì, certo, mi segua. Scusi
per il trambusto ma oggi è il
primo giorno di riprese e siamo tutti sui carboni ardenti.”
“Si figuri. Basta che non usi, mai più, la parola
trambusto.”
“Certo, certo.”
“Mi sta ascoltando ?”
“Di qua. Mi segua.”
“In mezzo al trambusto ?” -Ops, fan culo a me-
“Di qua. Più giù. A desta. Poi a sinistra. Giri al terzo
chiosco di wurstel. Seconda stella a dritta e poi giù fino al capannone A-90.”
“Mi sta Pigliando per il culo ?”
“No per quello ci penseranno i nostri attori. Nel caso..”
“Ma che diavolo…”
“Omaggi, la saluto.”
“Sì, certo, certo. Quella roba lì anche a lei, esimia
testa.”
Capannone A-90. Eccolo.
Giornalista provato, ancora prima d’incominciare. Eccolo.
Di quel che c’è non manca niente.
Iniziamo.
Ancora prima di bussare alla porta che dà l’ingresso nel
(mega-super-ciccia-iper-figatissimo) studio cinematografico, una mano la apre
facendomi segno d’entrare.
“Oh eccola, finalmente. La stavamo aspettando.” Mi dice la
voce.
“Sì bhè, eccoci qua. Buongiorno.”
“Lei non sa che onore. Che gioia. Che gaudio. Che
magnificenza, sia per noi averla qui.”
“Se si azzarda un’altra volta ad usare la parola gaudio, in
mia presenza, le assicuro che non sarà così onorata di essere in mia
compagnia.”
“Certo, certo.”
“Ma cos’è un marchio di fabbrica ? Ignorante la gente in
automatico ?”
“Certo, certo.”
“Vabbè, lasciamo stare. Lei è qui ? E’ già arrivata sul set
?”
“Non ancora. Minuti ormai. Piuttosto come mai il suo
giornale ci dedica tutto questo spazio. Il tutto coronato da una firma
prestigiosa come la sua”
“Non so se la mai firma sia prestigiosa, di sicuro è fatta
con la mano, calcata forte e riporta solo un’informazione: Dwayne Mastelloni,
il mio fottuto nome. Per il resto non saprei dirle di più, il redattore
semplicemente mi ha detto che questo era un progetto che scottava. “Brucia
Dwayne, brucia sta roba” ha detto. Così son venuto qui per conto del mio
giornale. Mi fornisca, gentilmente, qualche dato tecnico sulla pellicola
innanzi tutto.”
“Volentieri. Il film s’intitolerà: ”Sara nel Sahara: un film
bollente”. Il cast è composta dalla nostra etoile: Sara Parravicini detta
Sparra, Salta i vicini, Spara ai pulcini, Attenta i vicini, Spara i bocchini,
Incula bambini, Salta i giardini…”
“Sì credo di avere capito il concetto. Andando avanti...”
“Non abbaiamo badato a spese. Nel casti ci sono anche: Rocco
Fistelloni, Morris Trentalance, Gian Giacomo Minchietta e le più famose: Eva
Ponce detta la tigre del ribaltabile, Genna Pelo corto e Miriana peli di culo.
Il tutto è prodotto dalla nuova casa di produzione bulgaro-svedese: la “Skizzo-in-okki”.
Potrei andare avanti per ore, mi creda, ma la nostra etoile fa le bizze ed io
devo andare a cercarla prima che al nostro regista: il pluripremiato Neil Ahn
venga un infarto. Le lascio qui la sceneggiatura così potrà farsi una…idea del
progetto. Arrivederci. Mi scusi, arrivederci, ancora.”
Deo grazia, finalmente solo.
Non ci posso credere che mi abbiano mandato veramente a
commentare un film porno.
Il voto invece che in stelle dovrei darlo in schizzi ?
Incredibile.
Incredibile per Dio, ti dico. Ah già…sono da solo. Babbo,
cazziato, e pure con lo sdoppiamento di personalità.
Vabbuò, visto che siamo qui, leggiamo sta sceneggiatura.
Vuoi mai che il fato mi stia riservando un gran capolavoro.
Pag: 1-10 : Qualcuno ha schizzato fuori dal vaso
Sara, un ornitologa bergamasca, s’imbarca su di un aereo
diretta nel Sahara per osservare da vicino l’unica razza di albatros presente
in loco: l’albatros arrapatis eiaculantis.
All’improvviso, durante il volo, un brusco rumore frena il
clima festante che aveva coinvolto: hostess, steward, i piloti, la troupe di Quark
che seguiva Sara e, per l’appunto, Sara stessa.
Un brusco rumore, quindi, interrompe questo torneo di butta
dentro facendo infervorare non poco la nostra piccola eroina. I piloti tentano
di riprendere i comandi in extremis. Niente da fare, tutto inutile. Apprestano,
come meglio possono, un atterraggio d’emergenza.
Un’orgia finita male.
Pag 10-30: Schizzi nel fuoco del deserto.
Miracolosamente scampata allo schianto Si ritrova in un, non
meglio precisato, punto del fottuto deserto del Sahara.
Fa caldo.
Ha caldo.
E’ calda.
Così pratica bocchini a destra e manca controllando se ci
siano o meno altri superstiti. Un paio di cadaveri si muovono ma sono gli
spasmi causati dai vermi che hanno iniziato a mangiarli. Finalmente, quando la
speranza stava incominciando ad abbandonarla, Sara riceva un paio di pacche sul
culo. Il suo camera man Jamal “Man”
Dingo ed uno dei due piloti insieme ad una hostess sono sopravvissuti..
La gang bang rincomincia
Pag 30-60: Colpo su colpo
Perlustrata la zona (compiendo un giro su se stessi) e
constato che di cibo o acqua non ce né la più pallida ombra, i nostri eroi
decidono di darci dentro finchè anche le ultime energie non si esauriranno del
tutto. Cominciano così tornei di: butta dentro*, faccia di pietra*, stinky
gonzalez *, superman*, dirty sanchez * ed altre prelibatezze del genere.
La gang bang pulsa. Il deserto risponde..
Pag 60-80: Still alive.
Proprio nel bel mezzo di una cavallina storica, il cameraman
ed il pilota infartano andando a farsi fottere. Curioso: dal fottere all’essere
fottuti nel giro d’un minuto.
La hostess in preda al panico decide di farsi montare da un
leone che però nel momento del coito non si trattiene e con una zampata la uccide.
Sara resta, così, sola col Sahara. Niente cibo o acqua.
Nessuna speranza di soccorsi o salvezza.
Annoda il suo ultimo paio di tanga in testa per ripararsi
dal sole. Un dito (squirt) per le provviste d’acqua e via a scalare duna su
duna. La nostra eroina non si arrende.
Pag 80-100: Sometimes
shit happens (A volta la merda capita).
Il deserto le ha lasciato segni incancellabili addosso.
La sofferenza non ha fine. Tuttavia, metro dopo metro, Sara
non molla. No, non sarà un avventura.
Cammina che ti cammina. Si accoppia con: zebre, gnu,
bulbasaur, cercopitechi. Tarzan ha preso il numero ma aspetta in coda. Ad una
certa, proprio nell’atto tra un cercopiteco ed un aburabù indigeno, qualcosa
succede.
Un aereo sorvola quel pezzo di deserto.
Sara si fa notare.
L’aereo la nota.
Sara è salva.
Forse…
Pag 100-150: La donna del deserto fottuta dal pisellus
L’aereo salva Sara dal deserto ma non dalla prigionia.
Dal Sahara passa ad una gabbia nel centro di Bangkok.
E’ la più affascinante attrazione del Dottor Pisellus:
l’uomo che si era scopato un minimeo.
Costui la mostrava al pubblico per 5 dollari e la faceva
esibire per 10.
Nessuno sa come con questi prezzi potesse permettersi un
aereo per sorvolare il Sahara ma tant’era. La prospettiva più rosea per Sara
era quella di imparare a fare giochini strani con palline, puntine e palloncini
e magari spuntare una percentuale sugl’incassi così che magari un giorno si
sarebbe potuta ricomprare la libertà.
Pag 150-200: Sara col Sahara per sempre
Sono ormai trascorsi 10 anni.
Sara è ancora imprigionata di Pisellus, quando una notte, vengono
a farle visita un fagiano ed pavone.
“Ciao bella fagia”, disse il fagiano.
Il pavone non disse un bel cazzo di niente, intento com’è a
rimarsi la propria fottuta coda.
“Ciao fagiano”, disse Sara.
“Senti, sono qui per portarti un messaggio. Un messaggio di
qualcuno che non ti abbandonerà mai.”, proseguì il fagiano.
“E chi sarebbe ? Il nano ? No perché se è lui lo richiudo
nel forno.”, lo interruppe Sara.
“No Sara ascolta nessun nano, è il Sahara. Tu sei la fenice
risorta dalle proprie ceneri. Tu hai vinto il fuoco del Sahara e adesso lo
possiedi. Soffia su queste sbarre ed esse si scioglieranno.”
Sara lo fece e riguadagno la libertà. Iniziò a piangere e ad
abbracciare, avidamente, il fagiano, finchè per la gioia, il becco di
quest’ultimo finì…bhè potete immaginare.
Il pavone nel frattempo se la bullava sempre da solo,
davanti allo specchio.
“Ora Sara ascoltami, per l’ultima volta.”, riprese il
fagiano.
“Dimmi fagianino.”
“Uei troietta.”
“Scusa, fagianone.”
“Ah ecco. Tu sei nata per portare il fuoco del Sahara nel
mondo. Che tu lo faccia tramite scioglievoli pompini o in altro modo non conta.
Fallo o a poco a poco, esso s’impadronirà di te, divorandoti.
Sara baciò per l’ultima volta il fagiano.
Aveva un mondo da sedurre. Aveva una mondo che l’avrebbe
soddisfatta. Aveva il Sahara dentro. Per sempre.
“Wow..ma che cazz…”
“Dov’è? Dov’è ? Per Dio, dov’è ?
Fermai un cristiano a caso e gli chiesi:”Scusa ma chi
cercate ?”
“Ma come, l’etoile: Sara. Sara ? Sara ?”
“Nel camerino avete controllato ?”
“Sì c’era solo uno stupido pavone che si guardava la coda”
“Un pavone ?”
“Sì e ripeteva solo: Fagiano. Fagiano. Fagiano”
“Non la troverete. Mai”
“Cosa dice. E perché ne è convinto ?”
“Io non ne sono convinto. Lo so e basta.”
“Perché. Si spieghi.”
“Avete letto la sceneggiatura ? Nessuno l’ha letta ?”
“No l’ha letta solo lei…”
“Ecco appunto..”
“Appunto cosa ?”
“Quella donna ha il fuoco del Sahara dentro ed un mondo
intero con cui giocare. L’avete già persa. E’ una fenice. E’ volata via.”
Note
- Faccia di pietra: donna sotto il tavolo. Uomini seduti attorno. Donna pratica un pompino ad uno di essi che deve mascherarlo, altrimenti perde.
- Butta dentro: non credo ci sia bisogno di ulteriori delucidazioni. Un tipo di gioco che si appresta a svariati tipi di sesso.
- Stinky Gonzalez: sesso anale. Si finge l’eiaculazione sputando sulla schiena della donna. Questa si gira e solo allora le si eiacula in faccia.
- Dirty Sanchez: sesso anale che si conclude col disegno di due baffoni sulla faccia della partner.
- Superman: eiaculare sulla schiena. Gettare la donna sulle lenzuola. Quando questa si rialzerà avrà il mantello come il noto super eroe.
Fine
JL
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